viceadmintdg1, 12/12/2017 15.32:
Ma per noi la festa del Natale non è una festa pagana, bensì la festa cristiana di Gesù, il vero sole, la vera luce che illumina ogni uomo. Che cosa deve significare il Natale per noi cristiani? Dobbiamo sinceramente riconoscere che ci sono cristiani che con un consumismo paganeggiante non prendono più sul serio il loro essere cristiani: è un giorno in cui si fanno gli auguri, ma non ci si ricorda di Gesù, che deve essere il vero festeggiato. Il Natale deve essere il tempo di approfondire la propria fede in Dio, che ha assunto la natura umana come piccolo bimbo nel grembo di una umile mamma, per essere vicino a noi uomini, per mostrarci in maniera visibile il suo amore.
Lascio la parola a chi desidera replicare...
Soltanto a Natale è il “
tempo di approfondire la propria fede”?
La nascita di Gesù è un evento narrato nei Vangeli, ma ciò che conta, per i Vangeli medesimi, è il motivo di giubilo per l' umanità intera per l' atto di amore divino di aver “
mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati” e non solo dei nostri, “
ma anche per quelli di tutto il mondo.” (1 Giovanni 2:2 CEI).
Se viviamo costantemente col pensiero che Dio ci ha amato a tal punto da mandarci il Salvatore per amore dell' uomo (quando noi non abbiamo amato affatto Dio, 1 Giovanni 4:9-10...),
in realtà celebriamo/ricordiamo (ogni giorno) non la nascita di Gesù in se, cosa che non ci viene richiesta, ma il significato di quel gesto di amore sublime del solo Dio, il Padre (Giovanni 17:3 ; Giovanni 5:43-45) e del Figlio Unigenito (Giovanni 15:13).
Allora, il cristiano ogni giorno ringrazierà Dio per quello che ha fatto per noi,
ma quanti ringraziano veramente Dio a Natale per ciò che Egli ha fatto, oltre che abbuffarsi, gozzovigliare e partecipare a un consumismo sfrenato che offende Dio?
La realtà è un’ altra, diciamola tutta.
Il 25 dicembre la durata del giorno rispetto alla notte ricomincia a crescere in modo evidente.
Ovvio che per le popolazioni antiche tale evento astronomico fosse visto come un rinnovamento della speranza, una festa della luce, una possibilità di sopravvivenza, pertanto fu mitizzato come nascita del Dio-Sole, partorito dalla Dea-Vergine (personificazione della notte).
Tale mito prese varie forme religiose: Horus partorito da Iside in Egitto, Thammuz partorito da Mylitta, o Ishtar, nelle religioni iranico-caldee, ecc.
La tradizione giunse fino a Roma nella forma del culto di Mitra ed entrò nelle abitudini dei romani.
Quando il cristianesimo iniziò a diffondersi,
dovette venire a patti con queste tradizioni molto radicate, per cui la Chiesa tentò, con successo, di "appropriarsi" della festa del Natale, proponendo Gesù Cristo come "vero sole divino" che nasce di notte da una perpetua vergine.
Questo accomodamento contribuì in modo determinante alla progressiva
divinizzazione in senso ontologico e immanente di Gesù Cristo.....
[Modificato da Aquila-58 19/12/2017 19:46]