Il primo costruttore di città sembra sia stato Caino, che chiamò la città col nome di suo figlio Enoc. (Ge 4:17) Se esistevano altre città prima del Diluvio, scomparvero insieme ai loro nomi nel 2370 a.E.V. Dopo il Diluvio, le città di Babele, Erec, Accad e Calne nel paese di Sinar costituirono il primo nucleo del regno di Nimrod, che si estese con la costruzione da parte sua di Ninive, Reobot-Ir, Cala e Resen (chiamate collettivamente “la grande città”) nel N della Mesopotamia. (Ge 10:10-12)
I patriarchi Abraamo, Isacco e Giacobbe, invece, non costruirono città, ma vissero in tende come residenti forestieri anche quando si trovavano in città e villaggi in Canaan e in Egitto. (Eb 11:9) Molto tempo dopo, gli esploratori penetrati in Canaan riferirono che nel paese c’erano molte città ben fortificate. — Nu 13:28; De 9:1.
Perché venivano edificate. Si cominciò a costruire città per varie ragioni, ad esempio a scopo di protezione e per motivi industriali, commerciali e religiosi. A giudicare dal numero e dalle dimensioni dei templi scoperti dagli archeologi, la religione fu senza dubbio uno dei motivi principali della costruzione di molte città antiche. La città di Babele con la sua torre religiosa ne è un esempio. “Suvvia!” si dissero i costruttori, “edifichiamoci una città e anche una torre con la sua cima nei cieli, e facciamoci un nome celebre, affinché non siamo dispersi su tutta la superficie della terra”. (Ge 11:4-9) Il pericolo di essere resi schiavi da individui bellicosi e assetati di conquiste fu un’altra ragione per cui molti, intimoriti, si sentirono spinti a raggrupparsi in città. Queste città erano sempre protette da recinti o mura, le cui porte venivano chiuse di notte e in tempi di pericolo. — Gsè 2:5; 2Cr 26:6.
Spesso gli abitanti delle città erano dediti all’agricoltura e all’allevamento del bestiame, attività che svolgevano fuori delle mura cittadine;
l’agricoltore di solito abitava in città, non nel suo podere. Altri erano dediti all’artigianato. Le città fungevano da depositi, centri di scambio e mercati. Città come Tiro, Sidone e Ioppe divennero prevalentemente centri di esportazione e di scambio fra il traffico marittimo e le carovane dell’interno. — Ez 27.
Molte città nacquero come semplici villaggi, per poi raggiungere le dimensioni e l’importanza di città più o meno grandi e divenire a volte grandi città-stato con centinaia di migliaia di sudditi. In questi casi il potere esecutivo e giudiziario finiva per concentrarsi nelle mani di un’oligarchia politico-militare, e abbastanza spesso a dettar legge nella vita urbana era una gerarchia di despoti religiosi. Quando perciò sulla scena mondiale cominciarono a sorgere le città israelite, fu evidente un netto contrasto, perché esse erano governate da amministratori nominati teocraticamente che avevano l’obbligo di far rispettare le leggi costituzionali date da Dio. Geova era il Re, il Legislatore e il Giudice della nazione, e quando i suoi rappresentanti visibili assolvevano fedelmente i loro compiti, il popolo si rallegrava. — Isa 33:22; Esd 7:25, 26; Pr 29:2.
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