00 24/06/2018 23:46
Modalità di applicazione. Giornali, servizi televisivi e altre fonti che si occupano della gestione degli abusi fra i Testimoni contestano la ‘regola dei due testimoni’ con un ragionamento che apparentemente non fa una grinza: è del tutto inverosimile che un pedofilo attui le sue mire perverse alla presenza di “almeno due testimoni”. Ma è così che funziona la prassi?

No. I detrattori ritraggono di proposito uno scenario assurdo, volto a ridicolizzare una procedura che, come si è visto, possiede solide radici nelle Scritture e nella logica. 'Testimone' di un maltrattamento, infatti, non è solo chi lo vede avvenire su terzi, ma anche il maltrattato stesso. L'abusato stesso è quindi il primo testimone del fatto.

E il secondo testimone, necessario unicamente (non dimentichiamolo) per formare un comitato giudiziario? Le istruzioni dell'Organizzazione indicano che nei casi di abusi sessuali, come per qualunque altro peccato, non è necessario che siano presenti due testimoni oculari simultaneamente. Possono essere due o più testimoni distinti di eventi distinti, ad esempio due bambini che denunciano abusi subiti da una stessa persona in due occasioni diverse [56]. Ecco cosa si legge nella circolare del 24/05/2002 a tutti i corpi degli anziani negli USA:


“Anche se indagano nel merito di ogni accusa (ricevuta), gli anziani non sono autorizzati dalle Scritture a prendere provvedimenti a livello di congregazione a meno che non ci sia una confessione o due testimoni credibili. Tuttavia, se due persone sono testimoni di episodi separati del stesso tipo di illecito, la loro testimonianza può essere considerata sufficiente per agire”. [57]



Ciò è realistico? Secondo i criminologi, l’individuo che commette un solo atto di pedofilia in tutta la vita (a volte definito ‘abusatore situazionale’) è praticamente una figura leggendaria. Il comportamento pedofilo è una ‘parafilia’ documentata, sia in cronaca che in letteratura, come ciclica e di lunga durata, anche nelle forme meno gravi, e quasi sempre prende di mira più di un bambino.

Quello che appare ovvio anche ai non addetti ai lavori è confortato da molti studi sull’argomento. Notate ad esempio gli esiti di questa indagine, condotta all’interno di un reclusorio criminale [58]:



Come evidenziato (ultima riga, colore arancione), secondo queste stime poco più di un pedofilo su 10 ha agito una volta sola nella vita: tutti gli altri reiterano senz'altro il comportamento criminale per lassi di tempo che arrivano anche a superare i 10 anni. Si può pure argomentare che il 14% di stima degli "abusatori di una sola volta" è certamente una sovrastima:
- dato che il sondaggio è stato condotto all'interno di un istituto di pena, è intervenuto appunto il provvedimento di incarcerazione a impedire il reiterarsi del crimine;
- nulla garantisce che il reato ascritto si sia verificato effettivamente una volta sola: il recluso potrebbe aver perpetrato altri abusi, non provati o mai emersi;
- non si può escludere che l’abuso sia reiterato dopo la fine della pena detentiva.

Proviamo allora a immaginare in quale concomitanza di condizioni la regola cristiana dei due testimoni potrebbe fallire: il pedofilo dovrebbe 1) concretizzare il comportamento criminoso (e l'evento è, per fortuna, raro di per sé in virtù della sua difficoltà di attuazione); 2) agire una sola volta nella vita e comunque su di un solo bambino; 3) negare le accuse.

Naturalmente tutto ciò qualifica il misfatto come improbabile, ma non impossibile. Si ricordi tuttavia che, in mancanza di due testimoni, si possono accettare valide prove indirette o indiziarie del peccato. Come dichiarato pubblicamente dai portavoce della WT, fra queste vi possono essere [59] :
- una gravidanza;
- referti medici (quali la prova del DNA), legali e di altri specialisti;
- atti processuali, inclusa una eventuale sentenza di condanna.

E se manca qualunque base per formare un comitato giudiziario, non avendo cioè gli anziani a disposizione né una confessione, né due testimoni dei fatti, né sufficienti prove indirette? I testimoni di Geova, in mancanza di dati oggettivi che permettano di attribuire colpe certe, lasciano il problema 'nelle mani di Dio'. Locuzione talvolta messa alla berlina: il che è però ingiustificato, per due motivi. Il primo motivo è che è del tutto normale, per un uomo di fede, immaginare che Dio intervenga a salvaguardare sia le vittime che l'integrità morale della congregazione. Né un credente avrebbe ragione di dubitare che un giudizio divino avverso possa colpire un molestatore che nega le accuse, e che quindi gli uomini non hanno potuto perseguire.


Che dire se l’accusato — pur negando ogni addebito — è veramente colpevole? La fa forse franca? No di certo! La questione della sua colpevolezza o innocenza si può lasciare fiduciosamente nelle mani di Geova. “I peccati di alcuni uomini sono pubblicamente manifesti, conducendo direttamente al giudizio, ma in quanto ad altri uomini i loro peccati pure divengono manifesti in seguito”. (1 Timoteo 5:24; Romani 12:19; 14:12) Il libro di Proverbi dice: “L’aspettazione dei giusti è un’allegrezza, ma la medesima speranza dei malvagi perirà”. “Quando l’uomo malvagio muore, la sua speranza perisce”. (Proverbi 10:28; 11:7) Da ultimo Geova Dio e Cristo Gesù emetteranno un giudizio eterno con giustizia. — 1 Corinti 4:5. – Torre di Guardia 1/11/95 pag.29.



Il secondo motivo è che, banalmente, gli anziani non potrebbero fare nient'altro, per il rischio (che va messo in conto, come vedremo) di rovinare la vita ad un uomo fatto bersaglio di accuse infondate. D’altro canto, il clamore fasullo che accompagna questo rilievo (presunti abusatori che non subiscono sanzioni per mancanza di due testimoni) non tiene conto che anche nella giustizia secolare molti procedimenti giudiziari si concludono con una assoluzione parziale o totale per insufficienza di prove. E, lungi dall’essere considerata una ‘falla’ del diritto, ne è invece una conquista irrinunciabile, essendo ormai accettato e difeso ovunque il principio per cui un individuo è sempre non colpevole finché non venga dimostrato il contrario (presunzione di innocenza) al di là di ogni ragionevole dubbio.

Ribadiamo in conclusione di questo capitolo due aspetti fondamentali alla sua comprensione:

1) la regola dei due testimoni non ha nulla a che fare con la denuncia dei pedofili, è solo un criterio necessario ad aprire la strada per un eventuale provvedimento di espulsione dell'individuo dai testimoni di Geova;
2) anziani e famiglia dell'abusato agiscono autonomamente. Quest'ultima può procedere in sede penale, anche in presenza di un solo episodio di abusi se ritiene, e anche se gli anziani di congregazione si ritrovano con le mani legati per l'assenza di un secondo testimone.

Mettendo a cappello questi due dati di fatto incontestabili, il teatrino imbastito dai detrattori sulla 'regola dei due testimoni' si rivela non pertinente, fallace e, se non fosse per la drammaticità dell'argomento di cui stiamo parlando, persino umoristico.

Il seguente diagramma di flusso, oltre a descrivere in forma schematica la relazione esistente fra i vari passi della procedura, ha altri due scopi:

1) mettere in evidenza il fatto che la denuncia alle autorità è un evento del tutto indipendente dall’evento ‘comitato giudiziario’: da qualunque stato del diagramma si raggiunge invariabilmente lo stato ‘denuncia possibile’.
2) mettere in evidenza che, qualunque sia l’evoluzione del caso, i detrattori trovano pretesto per una polemica (stati rossi).




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NOTE IN CALCE

[56] La Torre di Guardia del 1 novembre 1995 illustra un caso nel quale le accuse di due presunte vittime distinte di abusi potrebbero effettivamente non essere sufficienti per procedere in senso giudiziario: “Anche se più di una persona “ricorda” di essere stata molestata dallo stesso individuo, la natura di questi ricordi è semplicemente troppo incerta per basare una decisione giudiziaria su di essi in assenza di altri riscontri” (pag. 29). L’articolo è però limitato ad un contesto del tutto particolare, quello dei ‘ricordi repressi’. Gli specialisti concordano sul fatto che in molti casi tali ‘ricordi’ sono fasulli, ovvero si riferiscono a fatti immaginari (teoria della confabulation).

[57] Citazione originale: “Thus, although they investigate every allegation, the elders in not authorized by the Scriptures to take congregational action unless there is a confession or there are two credible witnesses, However, if two persons are witnesses to separate incidents of the same kind of wrongdoing, their testimony eon be deemed sufficient to take action”. Altra possibilità è che i due minori subiscano abusi nella medesima occasione da un singolo molestatore. Anche in questo caso ci sarebbero i due testimoni necessari e sufficienti per il luogo a procedere.

[58] I pedofili - Un'indagine conoscitiva all'interno della casa circondariale di Teramo, di Marina Arrivas, Teramo 2007. M.Arrivas, psicologa, specializzata in psicologia dell'adulto, dell'infanzia e dell'adolescenza.

[59] Prestate attenzione a voi stessi e a tutto il gregge pag. 111 § 5; Ex-Elder Challenges Jehovah's Witnesses On Child Abuse, articolo del Washington Post, 18/02/2001; circolare del 30/1/1992 a tutti i corpi degli anziani in Inghilterra; deposizione di Rodney Spinks in Royal Commission into Institutional Responses to Child Sexual Abuse - Public Hearing - Case Study 29 (Day 152). pag. 15711.
[Modificato da EverLastingLife 05/07/2018 11:31]