Autodifesa
*** g80 8/4 pp. 10-11 Consigli saggi per proteggersi dalla criminalità ***
Naturalmente, certe volte, la fuga è impossibile e le parole calme cadono su orecchi sordi. Allora? Dipende da ciò che l’assalitore vuole. Vuole i vostri averi, il vostro denaro? In tal caso, dateglieli. Le cose materiali si possono sostituire, ma non l’incolumità o la vita. Non le mettete mai a repentaglio per le cose materiali. Avere la saggezza e il giusto discernimento necessari per riconoscere la scarsa importanza delle cose materiali rispetto alla vita è, come dice Proverbi 3:14, “meglio che avere come guadagno l’argento”.
Se l’assalitore vuole la vostra virtù o la vostra vita, però, la situazione cambia e le Scritture vi danno il diritto di difendervi con qualsiasi mezzo abbiate a portata di mano. Un giornale della Germania settentrionale spiegava recentemente in un articolo cosa si può fare. Consigliava alle donne o alle ragazze minacciate di violenza carnale di “stare calme”, “resistere” se possibile, e “nello stesso tempo gridare aiuto”. (Confronta Deuteronomio 22:23, 24). A quelle che non erano fisicamente in grado di resistere era detto di cercar di superare in astuzia il malvivente o “distogliere la sua attenzione pregando ad alta voce”. Questo è un consiglio saggio, perché proviene dalla Bibbia. Ha anche relazione con un altro suggerimento dato dal saggio governante.
CONFIDATE IN GEOVA
“Non dire: ‘Di sicuro renderò il male!’ Spera in Geova, ed egli ti salverà”. — Prov. 20:22.
Non si deve pensare che queste parole escludano la legittima difesa, ma indicano che bisogna usare discernimento ed equilibrio nel difendersi.
Sostanzialmente ci sono reati di due specie: quelli contro il patrimonio, come furto ed estorsione, e quelli contro la persona, come aggressione, stupro, od omicidio. Dato che la vita è di valore infinitamente superiore ai beni, logicamente abbiamo diritto a una più ampia libertà d’azione nel difenderci dai reati contro la nostra persona che non dai reati contro i nostri beni.
“[In Francia] aumenta la tendenza a confidare più nella difesa personale che nella protezione della polizia”. Così diceva recentemente un quotidiano tedesco. L’articolo parlava di un gruppo favorevole alla legittima difesa ai cui membri è stato consigliato: “Armatevi e sparate per primi”. In altre nazioni si riscontra una tendenza simile. Una rivista scrive che “nella Germania occidentale sono immatricolati 2.500.000 rivoltelle e pistole, fucili da caccia e carabine, ma è possibile che i cittadini ne possiedano illegalmente dieci volte di più”. L’articolo proseguiva dicendo che è sempre più facile procurarsi armi e che “vengono usate con maggiore facilità e brutalità, da criminali come da onesti cittadini”.
Alcuni penseranno che non ci sia niente di male a tenere in casa un’arma, ‘per qualche eventualità’, sperando naturalmente che non ci sia mai bisogno di usarla. Però, in effetti, il solo modo per essere veramente sicuri di non usare mai un’arma è di non averla. Quanti, spinti dalla paura e dalla tensione nervosa, hanno fatto uso di armi, solo per rammaricarsene poi! Compatite quel proprietario di un distributore di benzina a sud di Parigi che nel cuore della notte udì dei rumori sospetti. Sceso dabbasso, vide all’improvviso un’ombra, e pensando si trattasse di un ladro, sparò. Che tragedia scoprire d’aver sparato al figlio di otto anni alzatosi per bere un po’ d’acqua!
È una cosa seria spargere sangue umano, anche involontariamente. Certo, per respingere gli aggressori si possono usare altre armi, come le pistole a gas. Benché non siano fatte per ferire o uccidere, anche tali armi “innocue” possono a volte provocare maggiore violenza da parte dell’avversario, per cui è bene valutare attentamente l’opportunità di usarle.
Le cosiddette arti marziali, come il judo e il karatè, sono un altro metodo di difesa sempre più diffuso. Con queste arti marziali l’individuo si addestra a usare le mani e il corpo per ferire o uccidere l’avversario, per cui in realtà sono armi anche queste. La loro provenienza pagana e il loro impiego per fini militari mettono pure in dubbio che il cristiano faccia bene a servirsene. Riuscite a immaginare l’apostolo Giovanni che si difende con colpi di karatè o Gesù Cristo che respinge un avversario con le tattiche del kung fu? (Per un’approfondita trattazione del soggetto vedi Svegliatevi! dell’8 maggio 1976, pagina 28).
Fino a che punto potete arrivare nel difendere voi stessi e i vostri cari, e i metodi che volete impiegare, son cose da decidere personalmente secondo una coscienza ben educata. Ad ogni modo, nel decidere il da farsi può esser utile chiedersi: Combatto per difendere la vita o solo per proteggere i miei beni? Il mio motivo è quello di proteggere me stesso e i miei cari o di vendicarmi di un malvivente? Ho pensato agli effetti che le mie azioni potrebbero avere su altri, incluso il malvivente? Voglio ferirlo seriamente o addirittura ucciderlo? Mi rendo conto che può esser vittima delle circostanze, più da compatire che da condannare? Se fosse debitamente aiutato e amato, sarebbe disposto a sviluppare le sue buone qualità latenti e a pentirsi di quelle cattive? Sarei disposto ad aiutarlo in tal senso se ne avessi la possibilità?
Riassumendo, i cristiani, pur non essendo categoricamente contrari alla legittima difesa, dovrebbero cercar di evitare le situazioni che la renderebbero necessaria. Riconoscono che la condotta saggia è di esercitare lo spirito di una mente sana, prevedere le difficoltà, prendere le precauzioni necessarie, badare alle proprie compagnie, fare attenzione a quello che si dice e che si fa, evitare di fidarsi troppo del prossimo, pur riponendo completa fiducia in Geova. Questa è una forma di difesa personale migliore di quella basata sull’uso delle armi o delle arti marziali.