00 08/12/2018 12:25
Dipende da cosa si cerca e cosa si vuol "colmare", a me ad esempio fa l'effetto contrario: amo le tragedie o comunque mi fanno stare bene. E' solo arte, può esserci un po' dell'autore, ma non bisogna confondere scrittura e vita.
La poesia poi non va identificata con un genere (o partire aspettandosi qualcosa), è solo un contenitore, un "andare a capo" mentre si scrive: ci sono poesie più lunghe di romanzi (Le tre cantiche della Divina Commedia) e poesie più narrative di romanzi, dove non c'è niente dell'autore o di stati d'animo.
Uno può scrivere di una tragedia del mare con i Duran Duran in sottofondo mentre mangia dolci o chatta di scemenze con un amico [SM=g27987]
Mai confondere vita e arte: ricordiamoci che Totò nel privato era una persona tristissima, e Robin Williams è finito col suicidarsi.
La Bibbia stessa - si pensi ai Salmi - è piena di momenti angoscianti, di situazioni irrisolte e tragiche.
Zabolockij ha il pregio (tutto est-europeo) di trasformare in divertimento anche scene malinconiche, con un approccio tutto surrealista e dadaista, con accumulazioni di oggetti e cose e inusuali associazioni che proiettano il lettore, ogni volta, in una sorta di lanterna magica o galleria/museo delle cose vive.
Invidio tantissimo lui (ma anche Milosz) per questa capacità.