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Infatti abbondano oggetti umili (e non solo in questa poesia) o prodotti ortofrutticoli, o piatti tipici della zona, accostati in ossimoro a simboli della ricchezza (anelli d'oro, corone, l'ermellino)...il bello sta proprio nell'allestire immagini grandiose con cose (o alimenti) che difficilmente si prestano a nobili versificazioni.
Zabolotskij iniziò con i racconti per l'infanzia, e forse quella fu una "palestra" per imparare a costruire queste scenografie della decadenza, partendo da ciò che aveva sotto gli occhi.
Io la chiamo anche "poesia circense", perché saltano fuori a sorpresa cumuli di cose inattese.
Siamo lontani dai "nostri" (italiani) poeti coevi, che invece puntavano sul patetico e sul sentimentale (non solo in senso amoroso, si pensi a Ungaretti).
[Modificato da Chameleon. 21/06/2019 22:21]