00 21/01/2019 09:33
In un saggio intitolato “Atlantide”
di Giorgio Valdès
In un saggio intitolato “Atlantide”, dal quale sono stati ripresi alcuni brani nel nostro precedente post “Gli Shardana a Roma”, l’etruscologo Marco Giulio Corsini esprimeva estesamente il suo parere in merito ai rapporti intercorrenti tra gli stessi Shardana e la “città eterna” sin dai tempi della sua fondazione, sostenendo in particolare come essi fossero dediti al culto del dio unico Yahwè.
Il glottologo Salvatore Dedola, nel suo libro “Monoteismo precristiano in Sardegna” affronta a sua volta il tema del monoteismo delle antiche genti sarde osservando che, a suo giudizio “i nove nomi di Dio non sono altro che la descrizione dei vari aspetti (tutto sommato pochi) coi quali Dio si manifestava al suo popolo”. Le considerazioni di Dedola sono particolarmente interessanti e dettagliate e ci si limita pertanto a riportare esclusivamente alcuni brani del paragrafo dedicato a Iàccu, il terzo nome del Dio sardiano:
“Circa l’etimo di Iàccu, Iaccos…, possiamo inferire che la sua base etimologica è ebraica, non per altro, ma solo perché gli Ebrei lo considerano il vero nome (quello segreto) del proprio Dio Onnipotente, da pronunciare così com’è scritto, ossia Yahuh. In Sardegna questo nome sacro è ripetuto numerose volte, nei nomi personali, nei cognomi, e anche in parecchi toponimi”…”L’interpretazione etimologica del tetragramma (interpretazione ebraica, s’intende) si basa su ‘Esodo 3, 13-14-15’, allorchè Dio manda Mosè dal Faraone a chiedere e ottenere l’uscita dall’Egitto. ‘Allora Mosè disse al Signore: Ecco quando io mi presenterò ai figli di Israele, e annunzierò loro: ‘Il Signore dei padri vostri mi manda a voi ‘, se essi mi chiederanno qual è il nome di Lui che cosa dovrò rispondere? ’. E il Signore rispose: ‘Io sono quello che sono’ e aggiunse: ‘Io sono, mi manda a voi’. Inoltre così disse il Signore a Mosè: ’Annunzia ai figli d’Israele che è il Signore dei vostro padri, Dio di Abramo, Isacco, Giacobbe che m’invia a voi. Questo è il mio nome in perpetuo, questo è il mio modo di designarmi attraverso le generazioni’”.
L’autore osserva inoltre che gli ebrei hanno origine sumerica e che il termine yahw può considerarsi composto da “ia” (esclamazione, esortazione) unita all’accadico “ahw” dal significato di forza o potenza. Yahw può quindi assumere un significato esortativo, esclamativo di “Oh Forza”, “Oh Potenza”.

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