Comunque è sempre un piacere sentirti (interessante che tu abbia detto: "per molti cattolici", Non per tutti, quindi?)
La lettura millenarista, benché poco gradita alla chiesa cattolica, non è del tutto estranea alla nostra tradizione ed alla nostra fede.
Questo brano è stato interpretato letteralmente da Papia di Gerapoli (Eusebio, Storia Ecclesiastica III, 39), da Ireneo di Lione (Ireneo, Contro le Eresie, V, 32-35), da Melitone di Sardi, da Tertulliano (Tertulliano, De Spe Fidelium e Tertulliano, Adversus Marcionem, III, 25), da Ippolito di Roma, da Cerinto (Eusebio, Storia Ecclesiastica III, 28), da Metodio di Olimpo (Metodio, Symposium, IX, 1), da Apollinare di Laodicea (Epifanio, Contro le eresie, LXX, 36), da Commodiano (Instructiones, 41-44) e da Lattanzio (Divinae Institutiones, VII). Giustino martire (Dialogo con Trifone, 80) riferisce poi come, al suo tempo, alcuni cristiani interpretassero il regno millenario di Cristo in senso letterale, mentre altri propendevano per una spiegazione simbolica. Una lettura simbolica ed allegorica del regno millenario di Cristo fu invece data dal presbitero Caio (Eusebio, Storia Ecclesiastica, III, 28), da Origene, da Dionigi di Alessandria, da Eusebio di Cesarea (Eusebio, Storia Ecclesiastica III, 39), da Girolamo (Girolamo, Gli Uomini Illustri, XVIII) e da Agostino (La Città di Dio, XX).
Ma la cosa interessante che spesso è taciuta è che neppure Agostino che fu il più duro oppositore al millenarismo, ebbe il coraggio di escludere completamente questa lettura dell'Apocalisse
Nella Città di Dio, prima di spiegare il senso del capitolo XX dell’Apocalisse, molto onestamente scrisse:
Coloro, che sulla base delle parole di questo libro hanno congetturato che la prima risurrezione sarà dei corpi, sono stati spinti soprattutto dal numero di mille anni. Sembrò loro opportuno che nei santi in quella condizione avvenisse la celebrazione del sabato di un sacrale grande periodo di tempo, cioè con un periodo di riposo dopo seimila anni, da quando è stato creato l'uomo e per la pena del grande peccato fu espulso dalla felicità del paradiso nelle tribolazioni dell'attuale soggezione alla morte. Poiché si ha nella Scrittura: “Un solo giorno nel Signore come mille anni e mille anni come un sol giorno”, passati seimila anni come sei giorni, dovrebbe seguire il settimo del sabato negli ultimi mille anni per celebrare, cioè, il sabato con la risurrezione dei santi. L'opinione sarebbe comunque ammissibile se in quel sabato fosse riservato ai santi qualche godimento spirituale. Anch'io una volta ho avuto questa opinione. Ma essi dicono che coloro, i quali risusciteranno in quel tempo, attenderanno a sfrenate orge carnali, nelle quali sarebbe così abbondante il cibo e le bevande non solo da violare la moderazione, ma da sorpassare perfino la misura dell'incredibile. Ma queste storie possono essere credute soltanto dai carnali. Gli spirituali definiscono coloro che le credono con la parola greca χιλιασται che noi, derivando parola da parola, potremmo denominare i "millenaristi". È lungo ribatterli dettagliatamente; piuttosto dobbiamo esporre come si deve interpretare questo passo della Scrittura. (Agostino, La Città di Dio, XX, 7)
Insomma le preoccupazioni di Agostino erano più morali che teologiche, visti gli abusti carnali che ne venivano fatti (un millennio simile ad un giardino musulmano del sesso, delle crapule e delle delizie)
[Modificato da domingo7 30/05/2019 12:26]