Aggiungo che il paradosso dell'evoluzionismo è, che per negare ad ogni costo l'esistenza di Dio, apre le porte a Dio.
Per farla breve: se ammetto che - necessitante solo un tempo tendente all'infinito - si produce "da sé" un ragno a sua volta capace di creare una tela; le api capaci di creare il miele; l'uomo capace di creare città e opere d'arte; e così via...
Coerentemente gli evoluzionisti dovrebbero ammettere che per gli stessi princìpi (ricombinazioni infinite in un tempo infinito), applicabili ad ogni tipo di materia - le onde radio ad esempio trasportano informazione così come il DNA - è possibile anche la formazione di un essere supremo, capace a sua volta di creare tutto.
Se si nega questo, si nega anche il resto.
Se si ammette il resto, si ammette anche questo.
In quanto agli altri argomenti tirati in ballo (6000 anni, le piramidi etc.) non c'entrano con l'evoluzione.
Quando sarà dimostrata la nascita di una struttura complessa, che funziona solo perché ha delle informazioni incredibilmente complesse trascritte nel DNA, certamente si ammetterà che il passaggio da una specie all'altra è avvenuto tramite evoluzione: ovviamente anche nel caso vi sarà la nascita di una struttura complessa a colpi di mutazioni - e non succederà - sarà tutto da dimostrare che sia dovuto al caso e non a interventi esterni "pilotati" da una intelligenza.
E se non si porterà avanti un esperimento in condizioni controllate, tali teorie resteranno tali.
L'esperimento di Lenski, difatti, ha dimostrato tutto il contrario, ovvero una specie resta tale anche dopo un numero notevole di generazioni.
In quanto a ciò che è scritto nei libri, in ambito evoluzionistico è un continuo smentire sé stessi: ad esempio, in passato si credeva al lamarckismo e alla giraffa che trasmetteva ai figli il collo allungato a forza di "stirarsi".
Abbondano inoltre le news con i "tutto da riscrivere, nuova scoperta", con i seguaci dell'evoluzionismo che si prodigano a gettare nella spazzatura i libri di soli pochi anni fa, per comprarne di nuovi.
Oggi si teorizza ufficialmente che le balene derivino da animali simili a cani che pian piano son diventati acquatici, hanno visto il naso spostarsi sulla schiena e diventare sfiatatoio, si sono ingigantiti, hanno perso il pelo e le zampe sono diventate pinne e così via, di fantasia in fantasia.
Se volete credere a queste cose, liberissimi.
Riuscirete a credere anche che gli uomini diventeranno finocchi (nel senso vegetale del termine) tra qualche milione di anni, a colpi di mutazioni, e che i lupi diventeranno banane.
"Basta avere sufficiente tempo" è il mantra che fa accadere tutto, nella fantasia.
In ogni caso, quell'elenco di 1000 scienziati è ben esaustivo: approfondite le loro argomentazioni, iniziate a capire come funziona l'informazione (perché alla base di tutto c'è l'informazione: qualsiasi struttura o organismo non nasce come le polpette che sguazzano nel sugo, ma perché esistono delle istruzioni trascritte nel DNA), e capirete che esistono dei forti limiti alla variabilità (un esempio su tutti, ma ce ne sono decine: l'impossibilità del passaggio da rettili a uccelli, per via della totale inefficienza di un sistema respiratorio intermedio; oppure il caso dell'ornitorinco, che contiene informazioni di specie diversissime - e per gli evoluzionisti lontanissime geneticamente - che non possono che essere state assemblate appositamente).
[Modificato da Chameleon. 07/10/2019 18:57]