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Martedì 29 dicembre
Oh no, figlia mia! Mi hai spezzato il cuore, perché alla fine sei tu la persona che allontano (Giud. 11:35)
Iefte mantenne la promessa e mandò sua figlia, che era vergine, a Silo perché prestasse servizio al tabernacolo per il resto della sua vita (Giud. 11:30-35). Se questo fu difficile per Iefte, lo sarà stato ancora di più per sua figlia, che però fu disposta a fare ciò che il padre aveva promesso (Giud. 11:36, 37). Questo significò rinunciare a sposarsi, ad avere figli e a tramandare il nome e l’eredità della famiglia. Se c’era qualcuno che aveva bisogno di conforto e incoraggiamento, era proprio lei. La Bibbia dice: “In Israele si affermò questa consuetudine: di anno in anno, quattro giorni all’anno, le giovani israelite andavano a lodare la figlia di Iefte il galaadita” (Giud. 11:39, 40). Anche i cristiani non sposati che sfruttano la loro situazione per dedicarsi maggiormente alle “cose del Signore” meritano senz’altro di essere lodati e incoraggiati (1 Cor. 7:32-35). w18.04 17 parr. 10-11

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