Caro Erev,
"Non mangiate con un tale uomo"
"non siate aggiogati con gli increduli"
Questi però non sono principi universali come quello relativo alla santità della vita, sono disposizioni organizzative e riguardano situazioni particolari all'interno dell'organizzazione, non sono di per sé
peccati contro Dio mentre mangiare sangue è un peccato che va contro Dio. Non è possibile comparare la portata limitata di queste disposizioni con quella universale della santià del sangue. Tanto è vero che non si viene espulsi per aver mangiato con "un tal uomo" o perché si sposa con un incredulo.
1 - Io devo "salvare la vita" del mio prossimo cedendo la mia vita a motivo del principio sull'amore.
2 - Io devo "salvare la vita" del mio prossimo usando il simbolo della vita a motivo dell'amore.
Il ragionamento in sé non è errato ma c'è un equivoco di fondo:
morire o versare il sangue di per sé non salva la vita di nessuno. Nessuno può riscattare la vita di un altro uomo morendo,
solo Cristo l'ha potuto fare e dunque si salva la vita accettando di "bere" il suo sangue. Per le Scritture non è la vita terrena ad essere importante ma quella eterna: "salvare la vita" al prossimo significa fargli conoscere il sacrificio di Cristo, al contrario fargli "mangiare la carne con il sangue" per salvarsi equivale a fargli "perdere" la sua anima.
Capisci che il ragionamento funziona parzialmente perché per le Scritture la vita che è sacra e da salvare non è quella terrena (cosa che di fatto consentirebbe qualunque trasgressione se fatta per salvare la vita) ma quella eterna. Non puoi salvare la vita di nessuno usando un simbolo sacro in modo profano, cioè per allungare di qualche mese o anno (forse, perché la trasfusione non assicura la vita) la vita terrena.
Certo poi eticamente rende perplessi in fatto che ci si astenga da un'azione che
potenzialmente potrebbe salvare la vita terrena per rispetto del diritto divino di disporne.
Shalom
[Modificato da barnabino 26/02/2020 10:07]
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