00 11/07/2020 06:05
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UNESCO. L'Unesco ha espresso preoccupazione in diverse comunicazioni alle autorità della Turchia per la possibile conversione del Museo di Santa Sofia a Istanbul in una moschea. Lo riporta il quotidiano greco Ekatimerini, spiegando che l'agenzia dell'Onu ha chiesto di essere tenuta informata su ogni progetto di riconversione del museo e che ogni mutamento di destinazione dovrà essere approvata dal World Heritage Commitee, il comitato per il patrimonio culturale mondiale che segnala all'Unesco i siti da proteggere. L'Unesco ha ricordato che Hagia Sophia è sulla lista del patrimonio universale come museo e che questo comporta degli obblighi legali.

«Un Paese - affermano fonti dell'Unesco alla Reuters citate dal giornale greco - deve assicurarsi che nessuna modifica mini lo straordinario valore universale di un sito sul suo territorio che si trova nella lista. Ogni modifica deve essere notificata dal Paese all'Unesco e verificata dal Wolrd Heritage Commitee». L'Unesco ha espresso la sua preoccupazione per il caso in diverse lettere inviate al governo turco e ha veicolato il messaggio anche all'ambasciatore turco presso l'Unesco chiedendo l'avvio di un dialogo prima che ogni decisione venga presa. Santa Sofia è stato un sito centrale sia nell'impero cristiano bizantino che nell'impero Ottomano ed è oggi uno dei monumenti più visitati della Turchia. La prospettiva di ritorno al ruolo di moschea ha suscitato preoccupazioni anche tra le autorità di Usa, Francia, Russia, Grecia e della chiesa cristiana.

FRATELLI D'ITALIA. «La decisione di Erdogan di riaprire Santa Sofia come moschea costituisce affronto alla storia universale della basilica, costruita nella Costantinopoli cristiana e diventata simbolo della laicità dello Stato turco e delle perenni contaminazioni ioniche. In quanto sede del museo delle tradizioni religiose e delle diverse storie che hanno formato la Turchia, la basilica è patrimonio dell'intera umanità non soltanto della Turchia di Erdogan. L'Ue e le Nazioni Unite, insieme all'Unesco che tutela Santa Sofia, si pronuncino con ferma condanna e invitino il leader turco a dimostrare di non essere un oscuro dittatore, ma uomo capace di cogliere tutte le sensibilità culturali e religiose che si sono addensate nei secoli nella basilica-moschea. Le sue stratificazioni sono il segno indelebile della storia densa del Mediterraneo che non può essere cancellata da un atto di arroganza teocratica». È quanto dichiara il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d'Italia.

GRECIA. Secondo Atene, la decisione del Consiglio di stato turco sulla riconversione di Santa Sofia in moschea è «una provocazione al mondo civilizzato». «Il nazionalismo mostrato da Erdogan riporta il suo Paese indietro di sei secoli», ha accusato la ministra della Cultura di Atene, Lina Mendoni, secondo cui il verdetto del Consiglio di stato «conferma che non c'è una giustizia indipendente».

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