Le immagini del suo arresto avevano fatto il giro del mondo provocando indignazione e proteste. Ora l'afroamericano di 43 anni chiede un risarcimento. La petizione: "Ha provato imbarazzo, umiliazione e paura"
di KATIA RICCARDI
IL 3 agosto del 2019 Donald Neely, afroamericano di 43 anni, è stato arrestato per violazione di domicilio a Galveston, una città di 50mila abitanti appena fuori Houston, nel Texas.
Le immagini del video che mostra i due poliziotti bianchi mentre lo ammanettano e lo legano con una corda a uno dei loro cavalli avevano creato lo sdegno generale. Si vedeva Neely camminare lentamente e inciampare accanto al cavallo mentre gli agenti nel frattempo parlavano tra loro, scherzando. "Sembrerà così brutto. Sono contento che non sia imbarazzato signor Neely", si sente dire a uno dei due.
Ora Neely, la cui imputazione per violazione di domicilio è stata archiviata, ha citato in giudizio la città e il dipartimento di polizia chiedendo un milione di dollari di risarcimento.
Il video su Facebook e le polemiche
Il video dell'arresto era stato pubblicato sul profilo Facebook del dipartimento di polizia scatenando un putiferio. In seguito alle proteste il dipartimento aveva dovuto poi diffondere il materiale completo registrato dalla body camera di uno dei due agenti.
Si sentono l'agente P. Brosch e l'agente A. Smith che continuano: "Vogliamo fargliela fare tutta a piedi?". A un certo punto uno dei due avverte Neely di stargli vicino: "Rimani accanto a me perché altrimenti ti trascinerò. Devi restare accanto a me". Neely ha camminato così per quasi un'ora.
La petizione
Nella petizione presentata questa settimana al tribunale distrettuale della contea di Galveston la condotta dei poliziotti è definita "estrema e oltraggiosa": "Neely è stato trascinato come uno schiavo, ha sofferto di abrasioni causate dalle manette, ha sofferto il caldo e ha sofferto di imbarazzo, umiliazione e paura mentre era scortato per le strade della città legato a un cavallo della polizia". Il processo è previsto per il 7 gennaio 2021: Neely ha richiesto la presenza di una giuria.
"Queste immagini orribili rievocano ricordi storici di quando i proprietari di schiavi li trascinavano con una corda intorno al collo nel 1700 e nel 1800", ha detto l'avvocato di Neely Benjamin Crump. "Questo non è il 1819, questo è il 2019, Galveston!".
Le scuse del dipartimento
Il capo della polizia di Galveston Vernon L. Hale III il giorno dopo l'arresto aveva chiesto scusa con un post su Facebook dicendo che gli agenti "hanno mostrato scarsa capacità di giudizio". Hale si era giustificato dicendo che però i "suoi uomini" avevano "familiarità con il signor Neely" e che "l'avevano avvertito più volte di non oltrepassare quel luogo specifico". "I miei agenti non avevano alcun intento dannoso al momento dell'arresto".
"Sebbene questa tecnica di utilizzare cavalli per trasportare una persona durante un arresto sia considerata una pratica normale, utilizzata più spesso per controllare la folla, in questo caso non è stata utilizzata correttamente", si leggeva nel post su Fb.
Le scuse tuttavia non avevano soddisfatto la sorella di Neely che aveva dichiarato in un'intervista al canale digitale Ktrk di essere rimasta sconvolta quando aveva visto le immagini di suo fratello, "è psicologicamente instabile e senza casa. Una cosa del genere è disumana".
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