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Libro shock per bambini

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    (SimonLeBon)
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    Città: PINEROLO
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    TdG
    00 13/11/2020 19:22
    Re: Re: Edito dai tdg, con immagini dell'orrore
    I-gua, 11/13/2020 4:46 PM:



    Caro Erika,
    È inutile che chiedi di parlare di libri segreti, che ti saranno mostrati solo se supererai delle prove e passerai l’iniziazione. Poi se ti sei battezzato solo nel 2016 è veramente un po’ presto per parlare di certe cose.... a parte che c’è gente che è battezzata da 40 anni e questo libro non lo ha mai visto, perché si può rimanere anni nell’organizzazione senza mai salire di grado ed avere accesso alla conoscenza degli iniziati. Probabilmente anche tu passerai la vita a pulire la sala del Regno senza mai avere accesso al libro segreto di immagini horror traumatizzanti, perché da come mi scrivi mi sembra che tu non abbia la stoffa per fare il salto di livello, e sei troppo sensibile come Gigi



    I-gua superstar! [SM=x1408447]

    Simon
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    Dante.V
    Post: 683
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    Età: 52
    TdG
    00 14/11/2020 08:48
    Mi sembra che il tema generale sia la violenza. Tempo fa, eoni ormai, scrissi qualche riflessione sul tema, magari ci sono punti che si attagliano a questa surreale discussione...


    "Geova stesso esamina sia il giusto che il malvagio,
    E la Sua anima certamente odia chiunque ama la violenza"

    Il contesto del salmo menziona uomini malvagi che nella caligine scagliano dardi letali ai retti di cuore. Geova odia coloro che approfittano della mancanza di fondamenta per agire in questo modo. Quali fondamenta? Le fondamenta stesse su cui poggia la società umana: la legge, l’ordine e la giustizia. Quando queste vengono a mancare regna l’anarchia e non c’è giustizia. In situazioni del genere il “giusto” deve confidare pienamente in Dio. Geova odia gli uomini anarchici (nell'accezione figurata del termine: violenti) e malvagi che operano ciò che è nocivo verso il prossimo.

    Ma cos'è generalmente la violenza che Geova odia in colui che la ama?

    Un dizionario la definisce in questi termini: l'essere violento, forza prepotente volta a danno degli altri; azione di sopraffazione sia fisica sia morale esercitata con brutalità o minacce; costrizione, coartazione.
    Nell'enciclopedia biblica Perspicacia non esiste la voce violenza, ma la sua definizione non si discosterebbe poi molto da quest'ultima.

    Davide, re d'Israele scrisse questo Salmo. Fu un uomo violento? Amò la violenza?
    Davide tra le altre ammirevoli qualità viene descritto come un uomo di guerra, un valoroso soldato, focoso combattente, un condottiero. La Torre di Guardia del 1 agosto 2007 lo ritrae in una delle sue gesta più famose a pagina 30 in un'illustrazione che lo vede tenere saldamente fra le dita della mano sinistra la testa sanguinolenta appena staccata dal corpo del gigante Golia.

    Un’altra impresa che lo vide protagonista fu l'occasione in cui, su incoraggiamento di Saul, Davide recise 200 prepuzi a uomini appartenenti alla nazione dei filistei. (Ho pensato fosse meglio tralasciare un'illustrazione...)

    Verso la fine della sua vita Davide coltivò il desiderio di costruire un tempio a Geova suo Dio, ma Geova stesso dichiarò al suo leale servitore:

    "Hai sparso sangue in gran quantità, e hai fatto grandi guerre. Non edificherai una casa al mio nome, poiché hai sparso una gran quantità di sangue sulla terra dinanzi a me."


    Nonostante tutto, dipingereste Davide come un uomo violento?

    E' indiscutibile che certe azioni di Davide inclusero la violenza, sebbene non quel tipo di violenza che Geova odia. Nelle sue guerre, ad eccezione del caso di Uria come spesso le scritture ribadiscono come triste eccezione, nei suoi atti di violenza evidentemente Davide non manifestò i tratti che caratterizzano la sopraffazione prepotente e ingiusta e non soggiogò il suo prossimo senza ragione. Ogni atto che incluse la violenza non fu ingiustificato o arbitrario.
    Un fatto comunque rimane indiscutibile: la violenza fece parte della vita di Davide.
    Ciononostante Geova lo definì con queste toccanti parole:

    "Ho trovato Davide, figlio di Iesse, uomo secondo il mio cuore, che farà tutte le cose che desidero".

    Oggi non viviamo più nel contesto in cui quest'uomo secondo il cuore di Geova visse e certe sue azioni se perpetrate oggi sarebbero definite senza ombra di dubbio orribili ed efferate, persino crudeli. Ma una cosa non è cambiata: l'accezione della violenza nella sua manifestazione malvagia è sempre detestabile oggi come allora.

    Ne evinciamo un dato fondamentale: la violenza può avere una sua funzione, anche giusta, se debitamente contestualizzata. Ricordiamo infatti la necessità di un atto di violenza per porre fine all'odierno malvagio sistema di cose. Noi siamo pacifici, non pacifisti, proprio in virtù di questa consapevolezza.

    Gli strumenti didattici classici non sono scevri da manifestazioni di violenza. Il mio libro dei racconti biblici è molto schietto in tal senso: Caino e Abele, Impero di Nimrod, prepotenza dei Nephilim, episodio di Iael e Sisera sono solo esempi di rappresentazioni visive di episodi violenti.

    Nel bambino che sfoglia e viene attratto dalle immagini esse suscitano emozioni e interagiscono con la sua giovane mente e sulle sue facoltà di percezione.
    La violenza e i suoi effetti collaterali sono un concetto che occorre conoscere per ripudiarlo.
    Nonostante queste evidenze nessuno biasimerebbe gli autori che hanno raffigurato certe scene violente perché illustrano verità bibliche.

    Al giorno d'oggi i media si sono tecnologicamente evoluti portando il coinvolgimento sensoriale e percettivo al di là delle possibilità offerte in tempi remoti o anche recentemente passati. Che dire della violenza nei media come film, videogiochi, letture e qualsiasi veicolo mediatico che interagisce con le nostre percezioni?

    E' ovvio che diventa fondamentale comprendere il ruolo che la violenza gioca o assume nel medium, qualsiasi esso sia. Se la violenza è fine a se stessa, mera protagonista, se la compagine è autocelebrativa, se assume il ruolo di unico veicolo strumentale e autoreferenziale, se è decontestualizzata, è lapalissiano, palese, ovvio, che la sua indebita e nociva influenza va evitata perché esiste proprio nell'accezione in cui si condanna nel Salmo 11:5.

    Che dire in tutti gli altri casi?

    C'è da premettere che è il contesto che varia. Se da un lato gli episodi summenzionati hanno carattere primariamente didattico e veritiero adesso la sfera d'influenza percettiva si sposta dal carattere informativo a quello speculativo, di finzione e ludico. Il fine muta, varia e con esso la strumentalizzazione del concetto di violenza.

    Non si possono mettere sullo stesso piano la finzione e la realtà.
    Alcuni, forse, condannerebbero un media che per veicolare un messaggio facesse appello a piante inanimate che ordiscono complotti e intrighi e parlassero tra di loro come animate da una forza soprannaturale o a uomini, governanti morti da tempo, che conversassero nella tomba esponendo i loro pensieri. Eppure Isaia e Iotam fecero ricorso a parabole e figure retoriche di questo stesso tipo facendo appello all’immaginazione degli uditori per veicolare il loro importante messaggio. (Giudici 9:7-15, Isaia 14:9-11).

    Naturalmente questo non significa che con la finzione tutto sia lecito. Ma di certo non possiamo affermare su questa base che ogni tipo di esposizione a diverse accezioni anche di violenza vada scartata a priori se non a fini didattici.

    E' interessante quello che affermava lo Svegliatevi! del 1997 sul tema dello svago commentando Filippesi 4:8:

    Ma questo versetto significa forse che qualunque film, libro o spettacolo televisivo la cui trama ha a che fare con qualche forma di ingiustizia, come ad esempio un delitto, è automaticamente cattivo? O vuol forse dire che ogni commedia va scartata perché non è una cosa “di seria considerazione”? No, poiché il contesto mostra che l’argomento che Paolo stava trattando non era lo svago bensì le meditazioni del cuore, che si dovrebbero concentrare su cose che piacciono a Geova. (Salmo 19:14) Nondimeno, ciò che Paolo disse ci può aiutare nella scelta dello svago. Usando il principio di Filippesi 4:8 possiamo chiederci: ‘Ciò che scelgo in fatto di svago mi fa meditare su cose che non sono caste?’ Se la risposta è sì, dobbiamo fare dei cambiamenti.

    Interessante notare che la valutazione complessiva si sposta da un carattere oggettivo ad uno soggettivo. Il punto focale non è più il fine con cui un concetto violento viene sviluppato, ma l'influenza e l'impatto che questo avrà sulle facoltà di percezione addestrate del soggetto esposto a tal veicolo mediatico.

    Con questo non si vuole incoraggiare il relativismo sull'argomento poiché il primo e indiscutibile assioma di riferimento è dato dall'accezione negativa e precisa che il Salmo 11:5 ravvede, ma che non si può applicare acriticamente né piegare ad uso e consumo dell'interesse di chi la cita senza cognizione di causa.

    Per sottolineare l'importanza soggettiva dell'elaborazione dei concetti, se vi chiedessi cosa ne pensate della lotta cosa mi rispondereste? Troppo violenta? Sentite questo punto di vista espresso nello Svegliatevi del 1995 in un articolo sulla competizione nello sport:

    Per di più la Bibbia riporta il caso del patriarca Giacobbe che lottò con un angelo. Questo episodio farebbe presupporre che Giacobbe avesse già praticato questa attività, dato che la lotta andò avanti per ore senza concludersi a favore dell’uno o dell’altro. (Genesi 32:24-26) È interessante che, secondo alcuni studiosi, il racconto potrebbe indicare che Giacobbe aveva una certa conoscenza delle regole della lotta.

    E' d'obbligo anche in questa valutazione la contestualizzazione, ma traiamo, nella contrapposizione oggettivo-soggettivo un importante spunto per la successiva riflessione.

    Spesso, quando si è chiamati ad operare una scelta individuale di carattere personale sulla selezione di un medium per lo svago, siamo invitati a farci una domanda: Gesù cosa farebbe al mio posto?

    Questa domanda presuppone almeno due condizioni: la prima è conoscere bene Gesù, la seconda è una buona padronanza dell'uso della contestualizzazione.
    La prima condizione è filtrata, alterata, riflessa dalla propria comprensione di ciò che Gesù potrebbe fare o non fare, dalla propria visione maturata attraverso lo studio personale. Per di più in un contesto diverso da quello in cui siamo stati abituati a conoscerlo, da qui la seconda condizione che richiede malleabilità mentale nel riconoscere un diverso contesto e le diverse sfumature che esso comporta.

    Ricordiamo che non stiamo parlando di linee guida comportamentali, ma di sfumature in cui la valutazione personale è chiamata in causa.

    Quante volte Gesù disattese le proiezioni dei suoi amici più intimi? Quante volte li lasciò sbigottiti? Quante volte ripeté concetti a noi ormai chiari, ma che a coloro che vivevano l'istante di quel momento risultarono piuttosto oscuri?
    Notiamo allora come un’apparente semplice domanda in realtà comporti valutazioni più che profonde e richieda una capacità d'analisi e critica ben avviata per rispondere con cognizione di causa a certe sfumature che si vogliono dissertare.

    A conclusione delle brevi considerazioni esposte possiamo ringraziare lo schiavo che lascia giustamente alla coscienza individuale la decisione ultima di operare una selezione e decidere a quale forma e a quale intensità esporci alla violenza debitamente contestualizzata.

    Ricordandoci sempre che una coscienza non si addestra mai ascoltando la voce di un'altra coscienza.
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    (SimonLeBon)
    Post: 50.051
    Città: PINEROLO
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    00 14/11/2020 14:52
    Re:
    Dante.V, 11/14/2020 8:48 AM:

    Mi sembra che il tema generale sia la violenza. Tempo fa, eoni ormai, scrissi qualche riflessione sul tema, magari ci sono punti che si attagliano a questa surreale discussione...

    ...

    Ricordandoci sempre che una coscienza non si addestra mai ascoltando la voce di un'altra coscienza.



    Conclusione pregevole, caro Dante!

    Simon
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    (Gladio)
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    00 17/11/2020 00:01
    Di violento e pericoloso reputo piuttosto le sparate di Radio Maria stigmatizzate da tutti i più importanti quotidiani


    video.corriere.it/cronaca/fotosintesi-beppe-severgnini/padre-livio-radio-maria-certe-assurdita-possono-provocare-danni/052947de-2819-11eb-bf20-60a0f140fccc?vclk=video3CHP%7Cpadre-livio-radio-maria-certe-assurdita-possono-provoca...
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