00 31/12/2020 09:53
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Io ricordo quello che avevo postato in risposta diretta alla domanda del caro I-gua.

Il senso della domanda era: chi ci assicura che la vita eterna, nel nuovo mondo restaurato da Dio, sia limitata ai soli uomini?

Avevo risposto così:

Il primo riferimento alla morte nelle Scritture è quello che troviamo in Genesi 2:16, 17, che riporta il comando di Dio al primo uomo circa il mangiare dell’albero della conoscenza del bene e del male. La violazione del comando avrebbe comportato la morte.

Per gli animali pare evidente che la morte fosse già un processo naturale, poiché la Bibbia non li menziona quando affronta l’argomento dell’introduzione della morte nella famiglia umana.

2Pt 2:12 parla di "animali privi della ragione che agiscono d’istinto e sono nati per essere presi e distrutti..."


La serietà dell’avvertimento riguardante la pena di morte per la disubbidienza fu ben compresa da Adamo, il quale ebbe modo di osservare gli animali, dar loro un nome secondo un determinato criterio e vedere anche la loro morte. (Ge. 2:19, 20)
Non possiamo escludere che Adamo si fosse anche affezionato ad alcuni di questi. Non lo sappiamo, ma è probabile, data l'indole umana fortemente legata al regno animale.

La disubbidienza al Creatore fu la causa della morte dell'uomo Adamo e non di tutti gli esseri viventi (Genesi 3:19).

Il peccato e la morte, si estesero a "tutti gli uomini", cioè alla famiglia umana, non a uomini ed animali (Romani 5:12).


Giacomo 1:14, 15 ci ricorda che "il peccato, una volta commesso, produce la morte". E gli animali non peccano.

E Romani 6:23 conferma che "il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna mediante Cristo Gesù nostro Signore."

Ergo, la vita eterna è un "dono" che possono ricevere solo gli uomini affetti dal peccato adamico.

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