00 19/05/2022 17:05

Errare è umano, perseverare... anche. Ecco quali sono i meccanismi psicologici che ci fanno inciampare più e più volte nella (stessa) decisione sbagliata.



Con quei colori vi fa gola, ma dopo il primo morso vi rimane sullo stomaco. Vi è successo mille volte, ma a ogni buona occasione ci cascate di nuovo. Accade con il cibo spazzatura ma anche con gli acquisti, con la scelta del ristorante e persino del partner.
Perché facciamo sempre gli stessi sbagli?



Una forma di consolazione. Un articolo pubblicato su The Atlantic analizza tre meccanismi responsabili del fenomeno, più comune di quanto si creda. Il primo: quando sbagliamo ci sentiamo in colpa, e quando ci sentiamo in colpa tendiamo a essere più indulgenti con noi stessi. Così finiamo per sbagliare di nuovo: in una serie di esperimenti (descritti sul Journal of Consumer Psychology) ad alcune persone è stato chiesto di ricordare tutte le volte in cui erano state in grado di resistere, o al contrario avevano ceduto, alla tentazione di spendere per un acquisto.


Ai volontari è stato poi chiesto di stimare quanto avrebbero speso per un oggetto che desideravano molto: sorprendentemente, chi ha ricordato le volte in cui ci era già cascato si è detto disposto a spendere tanto quanto chi aveva ricordato i passati sacrifici. Il fatto di aver scialacquato in passato non ha tolto la voglia di farlo di nuovo.

autosabotaggio. Il secondo meccanismo ha a che fare con il modo in cui affrontiamo una situazione di errore. Dopo uno sbaglio, il cervello tende a rallentare al momento di affrontare di nuovo quella scelta, come se stesse vagliando le possibilità a disposizione e si stesse chiedendo che cosa sia andato storto in passato. Un rimuginio che concentra tutte le energie sull'errore, distogliendo l'attenzione dalla scelta in questione.

Ma era così buono... Infine, diversi studi hanno dimostrato che il cervello tende a prestare particolare attenzione agli stimoli che un tempo sono stati piacevoli, anche se non lo sono più. Ecco perché, per esempio, è così difficile resistere a un dolce ipercalorico (o all'uomo sbagliato): se in un momento del passato hanno generato dopamina - un neurotrasmettitore collegato al piacere - nel cervello, faremo più fatica a ricordarci della successiva indigestione.

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