La gente della zona pensa che siano tutti fuori di testa. Più l’arca prende forma, più l’idea di un diluvio che sommergerà l’intera terra desta l’ilarità generale. Il cataclisma che Noè continua a preannunciare sembra inverosimile, assurdo. La gente non riesce a capacitarsi del fatto che un uomo possa sprecare la propria vita (e la faccia sprecare anche alla sua famiglia) in una folle impresa come quella. Ma per Geova, l’Iddio di Noè, quell’uomo è tutt’altro che un folle.
L’arca non era, come sostengono alcuni, una nave. Non aveva né prua né poppa, né chiglia né timone, né tanto meno forme arrotondate. Si trattava essenzialmente di un’enorme cassa. Geova fornì a Noè le dimensioni esatte dell’arca e alcuni particolari sulla sua struttura, e gli disse di rivestirla di catrame sia all’interno che all’esterno. Gliene spiegò anche la ragione: “Ecco, sto per portare il diluvio di acque sulla terra [...]. Tutto ciò che è sulla terra spirerà”. Geova gli diede però questo comando: “Dovrai entrare nell’arca, tu e i tuoi figli e tua moglie e le mogli dei tuoi figli con te”. Noè, inoltre, avrebbe dovuto portare all’interno degli esemplari di ogni specie animale. Essere a bordo dell’arca era l’unico modo per sopravvivere a quel diluvio (Genesi 6:17-20).
Ci vollero molti anni per realizzare l’arca, forse 40 o 50. Bisognava abbattere gli alberi, trasportare i tronchi, ricavarne le travi e congiungerle. L’arca doveva avere tre piani, o ponti, diversi compartimenti e una porta laterale. A quanto pare lungo tutta la parte superiore dell’arca si trovavano delle finestre, al di sopra delle quali c’era il tetto, forse leggermente spiovente per far defluire l’acqua (Genesi 6:14-16).
Col passare degli anni, mentre l’arca prendeva forma, Noè sarà stato felice di avere il sostegno della sua famiglia. C’era, infatti, un’altra attività che forse era molto più difficoltosa della costruzione dell’arca. La Bibbia dice che Noè fu un “predicatore di giustizia” (2 Pietro 2:5). Ebbe quindi un ruolo di primo piano nel cercare di avvisare con coraggio la società malvagia di quel tempo della sua imminente distruzione. Come reagirono le persone? Molto tempo dopo, Gesù rievocò quei momenti dicendo che “non si avvidero di nulla”. Disse che erano talmente assorbite dalla vita di tutti i giorni (mangiavano, bevevano e si sposavano) da ignorare completamente Noè (Matteo 24:37-39). Molti sicuramente avranno preso in giro sia lui che la sua famiglia; alcuni lo avranno minacciato e gli avranno fatto violenta opposizione.
Cosa facevano nel frattempo tutti gli altri? Continuavano a ignorare Noè, nonostante fosse evidente che Geova stava benedicendo lui e quello che faceva. Avevano senz’altro visto gli animali confluire nell’arca. Ma la loro indifferenza non deve sorprenderci. Anche oggi la gente ignora le prove schiaccianti che dimostrano che stiamo vivendo negli ultimi giorni della società attuale. E come predetto dall’apostolo Pietro, ci sono “schernitori con i loro scherni” che prendono in giro quelli che ascoltano gli avvertimenti di Dio, proprio come sarà successo a Noè e alla sua famiglia (2 Pietro 3:3-6).
Quando ebbero fine gli scherni? Il racconto dice che dopo che Noè ebbe portato a bordo dell’arca la sua famiglia e gli animali, “Geova chiuse la porta dietro di lui”. Quell’intervento divino avrà di sicuro messo a tacere gli eventuali schernitori presenti nelle vicinanze. Altrimenti a farlo sarà stata la pioggia, che cominciò a cadere veramente. E continuò a venir giù ininterrottamente, fino a sommergere l’intera terra, proprio come Geova aveva detto (Genesi 7:16-21).
A Geova non fece piacere veder morire quei malvagi (Ezechiele 33:11). Aveva dato loro ampie opportunità per ravvedersi e fare ciò che era giusto. Avrebbero potuto farlo? Con la sua vita Noè rispose a questa domanda. Camminando con Geova e ubbidendogli incondizionatamente, Noè dimostrò che ci si poteva salvare. In questo senso la sua fede condannò il mondo di allora, mettendo a nudo tutta la malvagità della sua generazione. Con la sua fede salvò se stesso e la sua famiglia. Imitando la fede di Noè anche noi possiamo salvare noi stessi e quelli che amiamo. Come Noè, possiamo camminare con Geova Dio ed essere suoi amici. E questa è un’amicizia che può durare in eterno!
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