Lunedì 5 giugno
Il mio Padre celeste agirà allo stesso modo con voi se non perdonate di cuore ciascuno il proprio fratello (Matt. 18:35)
Gesù fece l’esempio di un re che aveva cancellato un grosso debito al suo schiavo, debito che lo schiavo non sarebbe mai riuscito a pagare. In seguito, quello schiavo non fu disposto a cancellare un debito molto più piccolo a un altro schiavo. Alla fine il re fece gettare in prigione lo schiavo spietato. Con le sue azioni lo schiavo fece del male non solo a sé stesso, ma anche ad altri. Per prima cosa, si dimostrò spietato nei confronti dell’altro schiavo facendolo “gettare in prigione finché non avesse restituito quello che doveva”. Inoltre fece del male ai “suoi compagni di schiavitù”, che, avendo visto cos’era successo, “rimasero sconvolti” (Matt. 18:30, 31). Allo stesso modo, quello che facciamo influisce sugli altri. Cosa può succedere se qualcuno ci fa del male, e noi ci rifiutiamo di perdonarlo? Primo, negandogli il perdono e non mostrandogli considerazione e affetto, lo feriamo. Secondo, facciamo sentire a disagio gli altri fratelli che noteranno che tra noi e quella persona le cose non vanno bene. w21.06 22 parr. 11-12
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