Chiedo scusa se mi faccio sentire di rado, ma stavolta l’argomento è interessante
La grossa curiosità sono le motivazioni.
I casi sono due:
Il conteggio delle ore non è scritturale, un po’ tardi ma se ne sono accorti e le tolgono, anche se mi domando perché rimanga un’istituzione (scritturale?) come il pioniere, nelle sue varie declinazioni, che ha come requisito principale le ore.
Il conteggio delle ore non era scritturale nemmeno prima, ma trattasi di cambiamento organizzativo, per adesso dell’incerto significato. Allora non capisco il peso esagerato che se ne è dato fino ad ora, dove qualsiasi nomina, e financo privilegio, ribadisco, qualsiasi, non poteva prescindere dall’analisi delle ore predicate
Mi accorgo, non solo qui, ma un po’ dappertutto, che oggi siamo tutti bravi a minimizzare la cosa, “le ore non sono importanti, conta il cuore”, “è una questione tra noi e Geova”, “si va dove lo spirito soffia”, quando una buona parte dei tdG è stracontenta di non dover avere più i sensi di colpa perché ha fatto poche ore, mentre un’altra parte, spero piccola, si troverà priva di quella minima spinta all’autostima che era andare in doppia cifra.
Più di un anziano invece è perplesso perché dovrà basare le nomine su fatti un po’ meno effimeri delle ore
Spero che questo l’inizio di una revisione del concetto di predicazione, che, oggi come oggi, almeno in occidente, sta diventando autoreferenziale. I conti della serva ci dicono che, in un anno, ci vogliono in media 10000 ore per ogni battezzato, forse meglio non colpire l’aria…
Leggete queste mie parole come stimolo alla discussione e alla comprensione, ma non come critica.
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Qui semel dicit sufficit, perit. - Agostino d'Ippona