barnabino, 18/03/2008 23.42:
Cara Batyah,
Circa l'espulsione dalla sinagoga Gesù predisse che i suoi seguaci sarebbero stati flagellati nelle sinagoghe (Mt 10:17; 23:34; Mr 13:9), e che sarebbero stati cacciati via, espulsi (Gv 16:2).
Alcuni ebrei autorevoli credettero in Gesù, ma per paura di essere espulsi dalla congregazione ebraica, non lo confessavano (Gv 12:42). Per aver dato testimonianza in favore di Gesù, un uomo che egli aveva guarito da cecità congenita venne scacciato dagli ebrei (Gv 9:1, 34).
Shalom
Ti dirò: come ben sai, all'epoca l'ebraismo si presentava talmente variegato. Erano sorte varie correnti di pensiero e scuole in seno che si "tolleravano" reciprocamente. E questo dopotutto vale anche per oggi, ci sono ortodossi, riformati, conservativi, liberali e circoli ebraici chassidici ad esempio, che possono ritenere persino che il loro maestro sia un potenziale messia (vedi il movimento chabad). I circoli ortodossi possono storcere il naso, ma nessuno ha mai proceduto all' espulsione degli ebrei chabad dalle proprie sinagoghe, anche se sono contestati dal punto di vista delle loro credenze. Ovvero un ebreo chabad che riconoscesse nel rebbe di Lubavich il messia, potrebbe recarsi in una qualsiasi sinagoga e fare minyam con altri ebrei non chabad, che sul rebbe hanno idee moooolto diverse :-))))
Al tempo di Gesù le
differenze tra un gruppo religioso e l'altro erano ben più
accentuate ma l'identità ebraica almeno sino all'esistenza del II Tempio era garantita per tutti, inclusi i
settari di Qumran e i
primi cristiani. Questi ultimi non furono eslcusi dalla partecipazione al culto di Dio al Tempio di Gerusalemme. Il Vangelo di Luca (24,53) e gli Atti ripetono che i cristiani si recavano regolarmente al tempio a glorificare Dio. Idem per le sinagoghe.
Ho letto il racconto del cieco presente in Giovanni in cui si dice che i giudei avevano stabilito che se qualcuno avesse riconosciuto Gesù come il messia, sarebbe stato espulso dalla sinagoga. Certo è piuttosto singolare che si proveda ad all'espulsione di un simpatizzante o un discepolo di Gesù, quando all'epoca lo stesso Gesù predicava liberamente sia al Tempio che nelle sinagoge e il Nuovo Testamento non ha alcuna difficoltà a mostrare come più tardi, Paolo frequenterà il Santuario, parteciparà ai riti di purificazione, si rivolgerà ai sacerdoti in ottemperanza ad un voto, predicherà agli ebrei in sinagoga...verrà arrestato al Tempio dai romani perche con la sua predicazione aveva creato dei disordini tra la folla, ma il problema dell'espulsione dalla sinagoga qui non si pone ancora. Se fosse stato
espulso lo si direbbe.
Dopo l'assedio di Gerusalemme, nel Sinodo di Yavne si discuterà su quali preghiere recitare in sinagoga. Nella più importante preghiera sinagogale chiamata Amidah, intorno al 90.e.v. Simeone il Piccolo avrebbe introdotto una benedizione-maledizione contro gli eretici.Una versione palestinese dice che ci sono i minim e i nozerim. I nozerim sarebbero i cristiani, i seguaci di Gesù nazreno. Le ricerche filologiche sono molto complesse e se le cose fossero così, la cacciata dalla sinagoga si limiterebbe a questa circostanza: i credenti che in Gesù, i giudeo-cristiani, non potevano partecipare all'assemblea sianagogale non perchè erano messi a morte, quanto perchè se partecipavano alla liturgia sinagogale si automaledicevano (perchè c'era una maledizione che li colpiva). Questa è una delle diverse iptesi di lavoro cmq.
Pare fuori dubbio solo che l'espulsione dalla sinagoga la si può trovare in epoca successiva al 70.
Perchè in questa data e non prima? Per ciò che avevo detto poco sopra. Sino che il II Tempio esistette i diversi gruppi religiosi giudaci coesistavano (anche se in polemica tra loro!). Dopo la distruzione del Tempio e di Gerusalemme, la situazione si modifica
radicalmente. Venne meno il
terreno comune e si dovette ripensare la propria
identità ebraica come già era accaduto durante l'esilio babilonese.
C'era un piccolo appunto che desideravo fare. Paolo afferma di aver partecipato alle persecuzioni contro i cristiani. Per ordine di chi?Certamente le autorità giudaiche potevano intervenire su alcune componenti eretiche. Ma i cristiani andrebbero piuttosto definiti "dissidenti" alla stregua della setta di Qumran. Abbiamo visto difatti che anche dopo la morte del loro maestro, i cristiani si recano al Tempio e in Sinagoga, continuano a vivere da
giudei, anche se avevano delle proprie credenze che li
caretterizzavano e li
distinguevano come gruppo.
Gamaliele si leverà in loro difesa contro chi li voleva messi a morte, e salva così la vita a Pietro e Giovanni. E in qualche maniera sembra
legittimare il movimento cristiano in seno all'ebraismo,quando affermerà che se il movimento continuerà, vuol dire che proviene da Dio. Lo storico Giuseppe Flavio, nella "Guerra Giudaica" ci informa dell'uccisione di Giacomo, il "fratello" di Gesù, capo della chiesa cristiana di Gerusalemme, messo a morte dal sommo sacerdote Anania. Giuseppe
condanna l'accaduto dicendo che Anania era un tiranno, che approfittò di un momento particolare in cui aveva in mano il potere a Gerusalemme. Questo scandalizzò tutto il popolo ebraico e i Farisei in particolare, che non appena poterono, convinsero i romani a rimuovere Anania dal suo incarico per quello che aveva fatto contro Giacomo. Giuseppe esprime un punto di vista delle comunità farisaiche del tempo: il sommo sacerdote ha messo a morte il capo di un gruppo religioso di opposizione (come quello farisaico, d'altronde!)
prevaricando.
Laila Tov!
[Modificato da Batyah 19/03/2008 02:41]