barnabino, 02/04/2008 0.21:
Chi sono i Padri che sostenevano la necessità della decima?
I primi "Padri della Chiesa sicuramente NO:
“Quelli che posseggono, aiutano tutti i bisognosi . . . I facoltosi, e quelli che lo desiderano, danno liberamente ciascuno quello che vuole”. — Giustino Martire (ca. 150 E.V.), Le due apologie, trad. di A. R. Raccone, Edizioni Paoline, Milano, 1983, pp. 117-18.
“[I giudei] consacravano le decime, mentre i liberi offrono tutte le loro sostanze al servizio del Signore, . . . come la vedova allora . . . [depose] tutto il [suo] sostentamento nel tesoro di Dio”. — Ireneo (ca. 180 E.V.), Contro le eresie, IV, 18, 2, a cura di V. Dellagiacoma, Cantagalli, Siena, 1984.
“Se anche vi è una specie di cassa comune, essa non è formata da versamenti obbligatori in denaro, quasi la religione fosse posta all’asta. Ciascuno versa un modesto obolo, una volta al mese o quando vuole, e solo se lo vuole e se lo può. Nessuno è costretto, ma contribuisce di propria spontanea volontà”. — Tertulliano (ca. 197 E.V.), Apologia del cristianesimo, XXXIX, 5, trad. di L. Rusca, Rizzoli, Milano, 1956.
Qualche tempo dopo le cose cambiarono:
“Con l’espansione della Chiesa e il sorgere di varie istituzioni fu necessario promulgare leggi che assicurassero al clero un mantenimento appropriato e permanente. Il pagamento della decima fu preso dalla Vecchia Legge . . . La più antica ed esplicita legislazione al riguardo sembra essere quella contenuta nella lettera dei vescovi riuniti a Tours nel 567 e [nei canoni] del Concilio di Mâcon del 585”. — The Catholic Encyclopedia.
Ma già al quel tempo della Chiesa di Cristo e dei primi "Padri" era rimasto veramente molto poco.
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Alla luce dei fatti, gli apostati delle nuove religioni non possiedono gli standard di
obiettività personale, competenza e comprensione informata richiesti a testimoni esperti.
Lonnie D. Kliever