Cinque obiettori di coscienza che morirono misteriosamente nelle forze armate negli anni ‘70 e ‘80 furono duramente picchiati e torturati dai loro superiori, ha detto ieri una commissione d’inchiesta.
La Commissione Presidenziale sulle Morti Sospette nell’Esercito ha detto che lo Stato dovrebbe essere ritenuto responsabile per la morte dei cinque Testimoni di Geova.
La commissione ha annunciato il risultato della propria inchiesta condotta sulla base di una petizione dei familiari delle vittime.
Sono stati picchiati con fucili, randelli ed elmetti d’acciaio, abusati sessualmente e perfino torturati col “water boarding” (una forma di tortura che simula l’affogamento, ndr), dopo il loro rifiuto di imbracciare le armi a causa del loro credo religioso, ha detto la commissione.
Due sono morti mentre erano ricoverati in ospedale, due si sono suicidati ed uno è morto subito dopo la scarcerazione, ha accertato la commissione.
I militari dichiararono che erano morti accidentalmente durante l’addestramento e si suicidarono a causa dello stress mentale.
“Sono morti per la violenza dei militari mentre provavano ad obbedire alla loro coscienza religiosa e lo Stato deve assumersi la responsabilità delle loro morti”, ha detto la commissione nel suo rapporto.
“Il pestaggio e gli atti brutali inflitti su di loro dai militari dovrebbero essere classificati come atti di tortura e chiaramente violano la libertà umana di religione e di coscienza personale”.
Le famiglie delle vittime potranno avanzare una richiesta di risarcimento nei confronti dello Stato per i danni subiti.
La rivelazione è stata resa nota non appena il Ministero della Difesa, che fa capo all’amministrazione conservatrice, è tornato sui propri passi consentendo agli obiettori di coscienza di optare per servizi alternativi.
Di Bae Hyun-jung
(tellme@heraldm.com)
Fonte: The Korea Herald