Caro Ortodox,
Vorrei evitare che questa diventasse un'ulteriore discussione infinita. A me pare inutile andare a esaminare i dettagli di un articolo molto generico, che non entra nei dettagli tecnici della traduzione... insomma, finiamo per parlare d quello che non conosciamo e la cosa, se permetti, diventa alquanto oziosa.
Io ti parlo solo per quanto mi è stato detto, ma non sono un traduttore per cui neppure io saprei dirti nei minimi dettagli come si presenta il software usate. Io credo che se vuoi parlare di dettagli
dovresti rivolgerti al comitato di traduzione stesso... sono anni infatti che sento parlare della TNM ed i criteri di traduzione, ma nessuno che si sia mai preso la briga di rivolgersi agli interessanti, che certo possono darti risposte più soddisfacenti delle nostre. Comunque:
Non si tratta quindi di filologi o esperti di greco o ebraico, almeno da quello che leggo. Inoltre si dice che: "L’équipe riceve quindi la dovuta formazione in merito ai princìpi da seguire nella traduzione della Bibbia e all’uso di programmi computerizzati realizzati appositamente."
Che l'équipe di traduttori sia stata formata in merito
ai principi da seguire e
all'uso del programma non mi pare che escluda in nessun modo la loro preparazione specifica. Tutti i comitati seguono dei principi generali ma questo non vedo come possa inficiare la loro competenza di traduttori, si tratta solo di formarli sulle regole generali che si dovranno seguire, cosa che non fa solo in comitato della TNM ma in generale tutti i comitati di traduzione, proprio per evitare l'eterogeneità estrema.
Oltretutto la procedura automatica sembra funzionare solo sull'inglese
Ripeto: non si tratta di alcuna procedura automatica, ma solo dell'utilizzo di un data-base. Oltre ai commentari e lessici, per lo più in lingua inglese, il traduttore (di qualunque lingua sia) si costruisce un proprio lessico basato sul significato della parola greca o ebraica trasposto in vernacolo. Non esiste alcun automatismo e non si traduce dall'inglese. Questo te lo posso dire con una certa sicurezza perché conosco un traduttore che ha usato quel programma.
Le parole della lingua di arrivo vengono sostituite automaticamente a quelle inglesi
Non hai capito, nell'interlineare (e questa la versione di cui si parla) i termini non sono sostituiti a quelli inglesi traducendoli dall'inglese,
ma dalla lingua originale al vernacolo, visto che anche l'inglese è un vernacolo lo stesso programma lavora tanto per l'inglese che per altre lingue. E' il traduttore che, in base alle informazione dei dizionari, lessici e quant'altro (non ultimo una ricca biblioteca che si trova a Roma, oltre naturalmente i testi che si trovano in quelle pubbliche) a costruire il proprio "lessico" personale parola per parola. Il programma si limita a trasporre tali parole.
Questa dalle mie parti si chiama traduzione semiautomatica (cioè eseguita in parte dalla macchina e in parte dall'uomo), e non scherzo affatto quando uso questo termine.
Non ci vedo nulla di automatico in senso deteriore. Il traduttore quando incontro la parola greca preliminarmente sceglie il termine, o i termini, che in vernacolo corrispondono più da vicino al significato che si trova nei diversi commentari, lessici e dizionari. Tale termine (o serie di termini) viene semplicemente ricordato al traduttore tutte le volte che lo incontra, in modo da evitare che la stessa parola venga innavertitamente tradotta con sinonimi, questo al fine di uniformare il più possibile la traduzione (come viene detto nell'introduzione). Per farti un esempio io posso decidere di rendere l'ebraico tsur con roccia, piuttosto che con macigno, masso, pietra, sasso... il programma mi permette di ricordare automaticamente la scelta fatta ogni volta che incontra quella parola, evitando di usare ora roccia, ora macigno, ora sasso, e inoltre permette di visualizzare le altre parole selezionate dal traduttore in vernacolo che, in quel contesto, potrebbero avvicinarsi di più al senso ebraico. Questo rende la traduzione più uniforme (dove è possibile una sola parola italiana per una parola greca o ebraica) e più veloce, poiché il traduttore non sarà costretto a riesaminare, specialmente per termini desueti, il significato italiano più efficace.
Ovviamente
questo non è un processo "automatico", poiché non sempre è possibile rendere la stessa parola greca o ebraica con un solo significato italiano, ed ovviamente il traduttore deve continuamente tener conto del contesto. Sincermente non capisco cosa ci sia di negativo nell'uso di uno strumento elettronico in questo senso, dove sarebbe il problema?
Mi sfugge completamente quello che ti rende perplesso in questa procedura nella fase della traduzione interlineare, non inficia in nessun modo la qualità finale della traduzione, anzi, come detto aiuta ad ottenere una maggiore uniformità nell'uso di termini in vernacolo per ciascun termine greco o ebraico.
Shalom
[Modificato da barnabino 08/06/2009 01:25]
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