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Come resistere alle pressioni dei compagni?

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    admintdg4
    Post: 2.023
    Città: MILANO
    Età: 49
    00 27/11/2009 21:49
    A 14 anni Karen faceva già uso di droghe pesanti e aveva frequenti rapporti sessuali. A 17 anni Jim era un forte bevitore e conduceva una vita immorale. Entrambi ammettono che non erano realmente soddisfatti né della loro vita né delle cose che facevano. Perché allora si comportavano così? Subivano le pressioni dei compagni!

    “Tutti quelli che frequentavo facevano queste cose e ciò mi condizionava molto”, spiega Karen. Jim ne conviene e dice: “Non volevo perdere gli amici essendo diverso”.

    Perché i giovani vanno dietro ai loro compagni


    Man mano che crescono, alcuni giovani sono sempre meno soggetti all’influenza dei genitori, mentre si fa più forte in loro il desiderio di essere benvoluti e accettati dai coetanei. Altri semplicemente sentono il bisogno di parlare con qualcuno che “capisca” o che li farà sentire amati o necessari. Quando in casa questo dialogo manca — come spesso accade — cercano di aprirlo con i loro compagni. Inoltre, spesso alcuni sono esposti all’influenza dei compagni perché non hanno fiducia in se stessi o perché si sentono insicuri.

    L’influenza esercitata dai compagni non necessariamente è nociva. Un proverbio dice: “Mediante il ferro, il ferro stesso si affila. Così un uomo affila la faccia di un altro”. (Proverbi 27:17) Proprio come un coltello di ferro può affilare la lama smussata di un altro coltello, così la compagnia di altri giovani può affinare la tua personalità e fare di te una persona migliore, sempre che quei compagni abbiano una mentalità sana e matura.

    Troppo spesso, però, i giovani sono tristemente carenti in quanto a maturità, sia mentale che spirituale. Molti giovani hanno idee e opinioni errate, instabili e perfino avventate. Perciò quando un giovane è succube dei compagni, più o meno è come quando un cieco guida un altro cieco. (Confronta Matteo 15:14). I risultati possono essere disastrosi.

    Anche se i compagni non ti spingono a un comportamento immorale, la loro influenza può ugualmente avere un effetto coercitivo. “Essere accettati dagli altri ragazzi è tanto importante”, ha detto Debora. “A diciotto anni tremavo al pensiero d’essere impopolare perché nessuno mi avrebbe invitato a uscire per divertirmi. Temevo di rimanere isolata”. Perciò Debora si dava da fare per ottenere il consenso dei suoi coetanei.

    Mi lascio influenzare?


    Hai cominciato anche tu a vestirti, parlare o agire in un certo modo per poterti inserire? La 17enne Susanna asserisce: “Un altro ragazzo non può assolutamente farti fare quello che tu non vuoi”. È vero; ma l’influenza dei compagni può essere così sottile che forse non ti rendi conto di quanto incida su di te. Considera ad esempio l’apostolo Pietro. Uomo intrepido e dotato di forti convinzioni, Pietro era una colonna del cristianesimo. Dio aveva rivelato a Pietro che persone di tutte le nazioni e le razze potevano ottenere il Suo favore. Quindi Pietro aveva aiutato i primi credenti gentili a diventare cristiani. — Atti 10:28.

    Tempo dopo, comunque, Pietro si trovava ad Antiochia, una città in cui molti non ebrei erano divenuti cristiani. Lì egli frequentava liberamente questi credenti gentili. Un giorno alcuni cristiani giudei di Gerusalemme, i quali nutrivano ancora pregiudizi nei confronti dei non ebrei, si recarono in visita ad Antiochia. Come si sarebbe comportato Pietro ora che c’erano i suoi compagni giudei?

    Ebbene, Pietro si separò dai cristiani gentili, rifiutandosi di mangiare con loro! Perché? Evidentemente temeva di offendere i suoi compagni. Forse ragionò: ‘Mi adeguo un po’ ora mentre loro sono qui e poi riprenderò a mangiare coi gentili quando se ne saranno andati. Perché rovinare i miei rapporti con loro per una cosa così piccola?’ In tal modo Pietro stava sostenendo una finzione: calpestava i suoi stessi princìpi facendo qualcosa in cui in realtà non credeva. (Galati 2:11-14) È pertanto ovvio che nessuno è immune dalle pressioni esercitate dai compagni.

    Come reagirei?

    Perciò, mentre è facile dire: ‘Non ho paura di quello che pensano gli altri!’, attenersi a questa decisione quando si è sotto pressione da parte dei compagni è tutta un’altra cosa. Che faresti ad esempio nelle seguenti circostanze?

    Un tuo compagno di scuola ti offre una sigaretta davanti agli altri ragazzi. Tu sai che è sbagliato fumare. Ma loro aspettano tutti di vedere cosa farai . . .

    A scuola le ragazze parlano di avere rapporti sessuali col proprio ragazzo. Una di loro ti dice: “Non sarai ancora vergine, spero!”

    Avresti voluto un vestito come quelli che tutte le altre ragazze indossano, ma la mamma dice che è troppo corto. Il genere di abbigliamento che lei ti impone ti fa sentire come una bambina di sei anni. Le tue compagne di classe ti prendono in giro. Una ragazza chiede: “Perché non metti da parte il denaro della colazione e ti compri qualcosa di decente? Non è necessario che tua madre lo sappia. Basta che tu nasconda i vestiti di scuola qui nel tuo armadietto”.

    Sono situazioni facili? No. Se però hai paura di dire di no ai tuoi compagni, finirai per dire di no a te stesso, alle tue norme e ai tuoi genitori. Come puoi quindi acquistare la forza di tener testa alle pressioni dei compagni?

    “Capacità di pensare”


    La 15enne Robin cominciò a fumare non perché lo volesse, ma perché tutti gli altri fumavano. Essa rammenta: “In seguito cominciai a pensare: ‘Non mi piace. Perché lo faccio?’ Così ho smesso”. Ragionando con la sua testa fu in grado di resistere ai suoi compagni!

    Appropriatamente la Bibbia esorta i giovani ad acquistare “conoscenza e capacità di pensare”. (Proverbi 1:1-5) Chi ha capacità di pensare non ha bisogno di dipendere da compagni privi di esperienza. Nello stesso tempo, non confida in se stesso ignorando le opinioni altrui. (Proverbi 14:16) È disposto ad ‘ascoltare il consiglio e accettare la disciplina’ per “divenire saggio”. — Proverbi 19:20.

    Non sorprenderti, però, se sei malvisto o anche schernito perché fai uso delle tue facoltà di pensare. “L’uomo [o la donna] che ha capacità di pensare è odiato”, dice Proverbi 14:17. Ma in realtà, chi è più forte: chi è incapace di dominare le proprie passioni ed emozioni o chi sa dire di no ai desideri errati? (Confronta Proverbi 16:32). Che fine faranno quelli che ti scherniscono? Vuoi fare la stessa fine? Non può darsi che essi siano soltanto gelosi di te e vogliano nascondere la loro insicurezza dietro gli scherni?

    Come sfuggire al laccio

    “Il tremare davanti agli uomini è ciò che tende un laccio”, dice Proverbi 29:25. Nei tempi biblici si usava tendere un laccio per intrappolare rapidamente qualsiasi animale ignaro che ne afferrasse l’esca. Oggigiorno il desiderio di essere accettati dai propri compagni può similmente servire da esca. Tale desiderio può attirarti nella trappola facendoti violare le norme divine. Come puoi dunque evitar di cadere nel laccio del timore dell’uomo?

    Innanzitutto, scegli accuratamente i tuoi amici! (Proverbi 13:20) Frequenta coloro che si attengono a norme e valori morali cristiani. Certo, questo limita le tue amicizie, come dice un’adolescente: “Poiché non ero d’accordo con gli altri a scuola, con le loro idee sulla droga e sul sesso, ben presto mi lasciarono in disparte. Anche se così ero molto meno spinta a conformarmi, in realtà mi sentivo un po’ sola”. Ma è meglio soffrire un po’ la solitudine anziché lasciare che l’influenza dei tuoi compagni ti degradi spiritualmente e moralmente. Stando insieme alla propria famiglia e ad altri nella congregazione cristiana si può essere aiutati a colmare il vuoto della solitudine.

    Anche ascoltando i tuoi genitori sei aiutato a resistere alle pressioni dei compagni. (Proverbi 23:22) Probabilmente essi stanno facendo di tutto per insegnarti i giusti valori morali. Una ragazza ha detto: “I miei genitori sono stati fermi con me. A volte questo non mi piaceva, ma sono lieta che abbiano puntato i piedi e limitato le mie compagnie”. Grazie all’aiuto dei genitori, non si è lasciata indurre a far uso di droga e ad avere rapporti sessuali.

    Beth Winship, che presta la sua consulenza ai giovani, afferma inoltre: “Gli adolescenti che sono bravi in qualche campo si sentono importanti, e a buon diritto. Non hanno bisogno dell’approvazione dei compagni per avere una buona opinione di sé”. Perché allora non ti impegni per diventare esperto e abile in ciò che fai a scuola e in casa? I giovani testimoni di Geova si sforzano in particolare di essere ‘operai che non abbiano nulla di cui vergognarsi, maneggiando rettamente la parola della verità’ nel loro ministero cristiano. — 2 Timoteo 2:15.

    Dopo avere avvertito riguardo al “laccio” rappresentato dal timore dell’uomo, Proverbi 29:25 continua: “Chi confida in Geova sarà protetto”. Forse più di ogni altra cosa, una buona relazione con Dio può darti la forza di tener testa ai tuoi compagni. Per esempio Debora (menzionata prima) aveva seguito la corrente per qualche tempo, dandosi al bere e alla droga. Ma poi cominciò a fare un serio studio della Bibbia e a confidare in Geova. L’effetto? “Decisi che non avrei più fatto quello che faceva quel gruppetto di ragazzi”, ha riferito Debora. Disse ai suoi ex amici: “Voi andate per la vostra strada e io andrò per la mia. Se volete avere la mia amicizia dovete rispettare le stesse norme che rispetto io. Mi dispiace, ma non mi importa di quello che pensate. Io mi comporterò così”. Non tutti gli amici di Debora mostrarono rispetto per la sua nuova fede. Ma Debora dice: “Io ero di certo più soddisfatta di me stessa dopo aver preso questa decisione”.

    Anche tu sarai ‘più soddisfatto di te stesso’ e ti risparmierai molte angosce se eviti le insidie delle pressioni dei compagni!







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    HadesBloodyMoon
    Post: 1.399
    Età: 45
    00 27/11/2009 22:44
    dare retta ad altri significa solo non avere personalità, o carattere, se si fa una cosa è perchè la si vuole fare davvero, non si deve fare per dimostrare qualcosa ad altri..che se si comportano come avete scritto in questi "esempi limite", sono decisamente persone deboli ed inferiori...molti ragazzi che stanno con i tdG mi danno l'idea di avere carattere...certo capita che qualcuno come battuta ti dica cose che sembra che ti spingano a fare chissàche, ma fondamentalmente poi, a questi non gli cambia nulla che tu lo faccia o meno, fortunatamente non mi sono mai sentita costretta a fare qualcosa, perchè solo io comando me stessa, e spesso ho incontrato gente antipatica e maleducata (per non dire altro) che non si limitava alla presa in giro per il trucco o l'abito...non si creda che solo i tdG abbiano questi problemi...fortunatamente me ne sono sempre disinteressata degli altri e ho sempre fatto quello che mi sentivo, non ho nulla da dimostrare, l'importante è non tradire se stessi e i propri principi....
    Un paio di volte mi capitò di difendere una ragazza tdG perchè certe persone veramente non hanno ritegno...abbiamo anche fatto qualche chiacchiera dopo questi due episodi ed era una ragazza simpaticissima, intelligentissima, dolcissima, ora non la vedo da anni...è andata a studiare a bologna...comunque la prima volta mi venne a ringraziare e la seconda mi offrì un succo di frutta ^_^ se magari legge questo forum e riconoscesse a grandi linee gli episodi, sappia che le mando un saluto! [SM=x1408418]
    [Modificato da HadesBloodyMoon 27/11/2009 22:47]
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    confa86@
    Post: 1.413
    Città: BRUNICO
    Età: 37
    00 18/04/2010 01:09
    Re:

    dare retta ad altri significa solo non avere personalità, o carattere, se si fa una cosa è perchè la si vuole fare davvero, non si deve fare per dimostrare qualcosa ad altri.



    di stupidaggini quando ero giovane le ho fatte anchio. tipo scrivere sui muri con le bombolette, entrare in fabbriche abbandonate e chiuse da anni (cn già passaggi precedenti di altra gente quindi cn "le porte aperte in pratica") solo per vedere cosa c'era dentro (questo lo fatto quando avevo 15 anni e 1/2) ,fumare di nascosto sigarette (mai canne o roba simile xkè la scuola mi aveva fatto una campagna di prevenzione MOLTO EFFICACE). fare il "cretino" con i miei compagni di classe, frequentare compagnie con persone più grandi che facevano uso di sostanze stupefacenti solo per farmi vedere in giro con loro. questo ovviamente si parla di 2° e 3° media e i primi mesi di 1° superiore. per non parlare delle tinte ai capelli biondi, rossi, in pratica ogni 2 3 mesi "cambiavano colore". poi ho iniziato a capire che erano tutte stupidaggini e mi sono raddrizzato e anche molto bene.
    xrò ammetto che inizialmente stavo prendendo una brutta brutta piega. quindi ti posso dire per esperienza personale che molto spesso queste cose le fai x compiere "qualcosa che altri non hanno ancora fatto" per distinguerti dagli altri, insomma per essere unico e poter raccontare qualcosa di diverso agli altri. non per debolezza caratteriale o altro. in seguito a 17 anni quando ho "iniziato a pensare" mi sono interessato di politica e ho iniziato a militare in un partito per più di 2 anni, conoscendo anche personaggi importanti del mondo della politica. poi a 18 ho iniziato a fare il soccorritore volontario a 19 anni e 1/2 ho iniziato a lavorare cme soccorritore finendo a 22 1/2 e riprendendo a fare cmq il volontario. questo racconto non è per vantarmi della mia vità condotta fino ad ora, ma è per dirvi come anche le persone che inizialmente da giovani sono MOOLTO FUORI DAI BINARI, quando crescono prendono coscenza di quello che hanno fatto e cambiano interamente la loro vità. quindi quando dei ragazzi vi prendono in giro xkè siete tdg o altro, molto spesso lo fanno per i motivi che vi ho elencato sopra cioè per fare e poter raccontare agli altri qualcosa che li distingue.
    LA PREOCCUPAZIONE ESISTE SE QUESTE PERSONE SONO GIà PIù CHE MAGGIORENNI... in quel caso sono gravemente in ritardo con la crescità.


    [Modificato da confa86@ 18/04/2010 01:10]
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    Dio non salva nessuno, ricordalo! L'unico ad essere in grado di salvarti sei tu stesso. Sei libero di morire, è una buona via di fuga, ma se tu morissi le cose rimarrebbero invariate se invece decidessi di vivere le cose potrebbero cambiare."