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Solo ora mi accorgo di questa discussione. "Sea" ha postato la mia mail ma pensavo si trattasse di una domanda posta a lui direttamente pertanto non sono entrato nei particolari.

Dalla lettura della rivista si evince chiaramente che tutto il discorso è un ricordo di uno dei compagni d'opera di Russell, "A personal tribute to the pastor". Oltre ad apprezzare le qualità di Russell e il suo zelo e amore per la verità, il redattore prende a prestito le parole del Salmo 21:1-6 e appropriatamente scrive: "Di certo queste parole sono adatte e si applicano al nostro caro Fratello e Pastore!" (Truly these words fittingly apply to our beloved Brother and Pastor!)
L'apprezzamento del redattore fu tale che si espresse così:
"E' stato un grande onore e un privilegio per me essere associato al Pastore Russell, amico affettuoso e leale."
(I count it the greatest honor that I have known to have had pastor Russell for my true and loyal friend, and that i have been privileged to be associated with him.)

Queste parole rispecchiano il pensiero dei fratelli di quel tempo e non ci autorizzano a specularci sopra. Il fratello che li pronunciò, legato a sentimenti di amicizia e di fede fece quello che avrebbe fatto un oratore ricordando la morte di un caro fratello.

Era consuetudine in quel periodo di fermento religioso, seguire personaggi carismatici e a loro attribuire qualità eccezionali.
Alcuni stretti collaboratori di Russell, venuti a conoscenza della sua morte, dissero: "E' la fine", avendo dato più importanza all'uomo che a Dio. Infatti, queste ultime persone, subito dopo la morte di Russell, abbandonarono il gruppo. Chi rimase fedele dichiarò: "Questa grande opera mondiale non è l'opera di una sola persona... è l'opera di Dio e non muta".
[Modificato da F.Delemme 29/03/2010 14:32]