00 06/04/2010 16:38
Re:
chindario, 02/04/2010 13.29:

ma scusa... in che consiste la tua confusione??
a me il verso mi sembra abbastanza chiaro!!
Ti faccio un esempio simile:
"Allora quando mi vedrai arrivare con la panda nera allora conoscerai che sono io"(oppure -io sono-)!!
il significato non cambia!!



Non c'è peggior cieco di chi non vuol vedere.

C'è eccome la differenza..tant'è che lo traducete diversamente.

Volevo solo aggiungere che, se Gesù, in Gv. 8:24,28, avesse cercato di impossessarsi del nome divino, i giudei lo avrebbero lapidato seduta stante...
Invece, nel versetto 30, viene detto addirittura che "molti riposero fede in lui"...



Citando Ivo Fasori :
Parlando dei miracoli di Gesù in Giovanni, Bultmann afferma: «Come “segni” i miracoli di Gesù sono ambigui. Come le parole di Gesù, essi possono essere fraintesi» (Bultmann, op. cit., vol. II, pag. 44; Cf. O. Cullmann , Der Johanneische gebrauch doppeldeutiger ausdrucke als schlussel zum verstandnis des vierten evangeliums, in Theologische Zeitschrift 4 1948, pp. 360÷372).

Infatti, a volte i Giudei non capiscono. (Cf. Giovanni 8:24 ‘ego eimi’ e 8:25, la domanda ‘chi sei tu?’). A volte intendono la bestemmia del nome e vogliono lapidare Gesù. (Cf. Giovanni 8:58).

Ecco a proposito di Giovanni 8,58, Aquila perchè in questo passo non riporti esattamente il greco?

Trovo interessante a tal proposito tale commento:

In realtà, da un punto di vista grammaticale è molto strano trovare in Giov 8:58 il presente “ egò eimì “, dove ci saremmo aspettati un “ io ero “ o “ io sono stato”.
Credo che Gesù abbia voluto far riferimento alla sua eternità in quanto Logos, Figlio Unigenito di Dio, definendosi “ Io sono”, cioè un eterno presente, atemporale e quindi, al di fuori dal tempo, in una dimensione che è del tutto ignota a noi esseri umani, che non possiamo concepire nulla che non sia in qualche modo legata al tempo e allo spazio.

Voglio osservare che questa espressione “ egò eimì” la troviamo altre due volte in questo capitolo del Vangelo di Giovanni in posizione enfatica.

Il primo versetto è Giov.8,24, “ Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che Io Sono morirete nei vostri peccati”.
Anche qui quello “ Io Sono “ è strano, perché non è seguito da un aggettivo o sostantivo che dica chi sia Gesù. Ma se collochiamo accanto all” Io Sono del versetto 58, allora comprendiamo che anche qui ci si riferisce all’eternità del Logos, il quale è un eterno presente. Ne segue che l’aggiunta ( Il Cristo) posta tra parentesi nella Versione della Riveduta costituisce una interpretazione gratuita che a mi avviso altera il profondo senso dell’espressione.

Invece la traduzione della TILC in questo capitolo mette molto bene in risalto tutto il valore teologico di questa espressione: “ Io ve lo dichiaro solennemente: prima che Abramo nascesse, IO SONO”.

L’altro versetto nel quale si trova questa espressione è Giov 8 28 “ quando avrete innalzato il Figlio dell’ uomo allora saprete che Io Sono……”
Io sono chi? Ma quale costruzione sintattica è mai questa?
Perché Gesù in queste occasioni non ha detto espressamente chi fosse? Anche qui Gesù allude alla sua natura divina in quanto Egli esiste in un eterno presente.

Vittorio ora hai anche l'altra interpretazione.
Par condicio...

Pax
Araldo