00 16/04/2010 21:48
L’HIV è un retrovirus. Il suo materiale genetico è costituito non da DNA (acido desossiribonucleico), ma da RNA (acido ribonucleico). L’HIV appartiene a uno speciale gruppo di retrovirus noti come lentivirus perché può essere latente per molto tempo prima che si manifestino sintomi gravi
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Quando l’HIV riesce a penetrare in una cellula ospite è in grado di sfruttare i meccanismi della cellula per i propri fini. “Riprogramma” il DNA della cellula per produrre molte copie dell’HIV. Prima di poter fare questo, però, l’HIV deve cambiare “lingua”. Deve tradurre il proprio RNA in DNA perché possa essere letto e compreso dai meccanismi della cellula ospite. Per far questo l’HIV si avvale di un enzima virale detto transcriptasi inversa. A un certo punto la cellula muore, ma non prima di aver prodotto migliaia di nuove particelle di HIV, che a loro volta infettano altre cellule.
Quando il numero di linfociti T helper è diminuito in maniera significativa, altre forze possono avere la meglio sull’organismo senza timore di essere attaccate. L’organismo soccombe a malattie e infezioni di ogni sorta. L’individuo contagiato è ormai entrato nella fase di AIDS conclamata. L’HIV è riuscito a mettere in crisi l’intero sistema immunitario.

Questa è una spiegazione semplificata. Va ricordato che ci sono molte cose che i ricercatori non conoscono, sia sul sistema immunitario che sul modo in cui agisce l’HIV.

Per quasi due decenni questo piccolo virus ha impegnato le risorse fisiche e mentali dei migliori ricercatori medici di tutto il mondo, il che ha richiesto ingenti finanziamenti. Di conseguenza, si sono acquisite moltissime informazioni sull’HIV. Sherwin B. Nuland, un chirurgo, ha detto qualche anno fa: “La quantità di informazioni . . . raccolte sul virus dell’immunodeficienza umana e i progressi fatti nell’approntare una difesa ai suoi attacchi sono a dir poco strabilianti”.
Resta il fatto che l’AIDS prosegue la sua marcia letale a un ritmo allarmante.
Fonte:g 8/11/02