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Un'ipotesi alternativa
Considerato il fatto che Papia di Gerapoli ricorda l'esistenza di un Vangelo di Matteo in lingua ebraica , nel quale sarebbe narrata la storia di Gesù e di una donna "accusata di molti peccati" [Eusebio, Storia Ecclesiastica, III, 39], è possibile che la pericope dell’adultera sia stata inserita in alcuni manoscritti greci, nel codice Beza, nella Vetus latina e nella Volgata su influenza di un antico Vangelo ebraico di Matteo.

La chiesa cattolica non lo accolse come canonico, perché il vero testo originale andò probabilmente perduto e le copie che rimasero in circolazione subirono gravi manipolazioni da parte della setta giudaico-cristiana degli ebioniti, diventando così un vero e proprio "Vangelo Apocrifo degli Ebrei"

Sulla primitiva redazione aramaica del Vangelo di Matteo esistono peraltro testimonianze autorevoli. Secondo Origene "Matteo pubblicò il suo scritto in lingua ebraica per i credenti venuti dal giudaismo" (Eusebio, Storia Ecclesiastica, VI, 25). Ireneo poi afferma che "Matteo, fra gli ebrei nella loro lingua, compose un Vangelo scritto, mentre Pietro e Paolo evangelizzavano Roma e fondavano la chiesa" (Ireneo, Contro le eresie,III). Papia di Gerapoli sostenne che "Matteo ordinò i detti del Signore in lingua ebraica" (Eusebio, Storia Ecclesiastica, III,24). Secondo Eusebio di Cesarea, “Matteo, dopo aver predicato la buona novella agli ebrei, compose nella lingua patria il proprio Vangelo, prima di andare a predicare presso altri popoli” (Eusebio, Storia Ecclesiastica, III, 24).

Eusebio di Cesarea riportò anche la testimonianza del filosofo stoico Panteno che, “convertitosi con grande entusiasmo al cristianesimo, decise di recarsi in India a predicare il Vangelo. Scoprì che il Vangelo di Matteo lo aveva preceduto, grazie all'opera dell'apostolo Bartolomeo che aveva lasciato là l'opera di Matteo scritta in ebraico”(Eusebio, Storia Ecclesiastica, V, 10).

Degna di nota è infine la testimonianza di Girolamo, secondo il quale "Matteo, detto anche Levi, da pubblicano, fattosi apostolo, fu il primo in Giudea a scrivere il Vangelo di Cristo nella lingua degli ebrei per quelli che si erano convertiti provenendo dal giudaismo …..lo stesso originale si trova tuttora nella biblioteca di Cesarea ….I nazarei che fanno uso di quel libro ….permisero anche a me di ricopiarlo" (Girolamo, Gli uomini illustri, III).

Epifanio di Salamina distinse, peraltro, chiaramente tra gli ebioniti apostati e filo-giudaici ed alcuni nazareni ancora cattolici (Contro tutte le eresie, XXIX-XXX), sottolineando come i nazarei accettassero tutti i libri del Nuovo Testamento e fossero legati ad un Vangelo di Matteo in lingua ebraica, molto fedele, completo ed accurato, mentre il cosiddetto Vangelo secondo gli Ebrei degli ebioniti altro non fosse che una versione greca, mutilata e falsificata, del Vangelo secondo Matteo (Epifanio, Panarion, XXIX-XXX).
[Modificato da domingo7 10/04/2019 20:42]