Le anime sopravvivono non per natura (come sostiene Platone) ma per volontà divina (Dial. 5,3)
Non vedo proprio cosa ci sia da discutere, se il dilemma è posto nei termini qui sopra quotati.
E non vedo come non condividere il parere di Barnabino sul dilettantismo di chi afferma che Giustino credesse nell'immortalità naturale dell'anima.
Cito Pannenberg:
"Il rifiuto dell'eternità dell'anima simile a Dio da parte dei teologi cristiani non ha significato un'assoluta opposizione all'antropologia platonica. Lo si vede già dal fatto che l'alternativa di Giustino all'affermazione dell'immediata divinità dell'anima è ancora platonica. Tale è la tesi che la visione di Dio mediante lo Spirito Santo in un compimento futuro è assicurata quale ricompensa di una vita giusta".
(Pannenberg, W., Teologia e Filosofia, Ed. Queriniana, Brescia 2007, pag. 47.
Pennenberg, in sostanza, dice che la posizione di Giustino non è opposta a quella Platonica (quella dell'homoiosis theo), perchè comunque per Giustino l'immortalità la si ottiene attraverso lo Spirito Santo,
cioè per grazia, e quindi
non per natura.
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[Modificato da EverLastingLife 15/07/2010 09:39]