00 01/09/2010 12:44
Re:
Methatron, 23/08/2010 20.28:

Ho parlato di "dimora" perché l'avete posta come base per un ragionamento. In realtà la mia domanda può essere usata per qualunque parola che cerchi di descrivere realtà celesti.

Leggo con interesse i vostri ragionamenti, ma per me ogni realtà spirituale è inconoscibile se non attraverso metafore che in qualche modo possano ispirarci un concetto che è comunque lontanissimo da ciò che descrivono.

Per dimora noi intendiamo un luogo in cui si vive. Naturalmente intendiamo con questo un sito dove la nostra esistenza si dipana e si svolge, un luogo con precise coordinate spazio-temporali. Nel reame celeste questa parola cessa il suo significato poiché non posso concepire un "luogo" senza coordinate spazio-tempo. Semplicemente non so cosa significhi. Forse Gesù intendeva dire che avrebbe ricordato i suoi discepoli e li avrebbe preparato un "luogo" nel senso di "ruolo" esistenziale poiché nel reame spirituale esistono diverse "dimore", diverse esistenze, ma qualsiasi cosa abbia voluto dire mi sfugge nel suo significato di meccaniche del reame spirituale.

Il discorso sul "principio" non ha senso senza materia. Questo perché il principio è un concetto di questo universo legato alle meccaniche del flusso del continuum spazio-tempo. Ma cos'è un'interazione particellare che porti ad un principio senza particelle? Cos'è il "principio" sotto la costante di Planck?
Non posso dirlo né immagino cosa voglia significare perché semplicemente non posso in quanto dotato di intelligenza associativa e non creativa.

Ogni cosa al di là del nostro universo è per noi inconoscibile poiché travalica la nostra natura ed esperienza compresi i vocaboli che intendono descriverla. Immaginare una stasi universale in assenza di tempo è una speculazione gratuita senza alcuna valenza poiché non sappiamo minimamente cosa possa accadere (accadere? come sono limitate le nostre parole appena soi tenta di vedere un po' più in là) in quelle condizioni.

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Ciao Methatron

Il tuo è un ragionamento che non fa una piega. Mi è piaciuto molto. Infatti è vero che siamo molto limitati. Quindi da un punto di vista razionale sappiamo che non possiamo dare una risposta su ciò che non conosciamo. Mi è piaciuta anche una conversazione con Dispensa, non ricordo in quale discussione, dove lui diceva che ognuno di noi ha un modo suo di percepire il mondo. E sono d’accordo con lui. Inoltre parlando di dimore, si era fatto un ragionamento di questo tipo, se ho capito bene. E cioè che ogni essere interagisce con la dimora in cui vive. Anche con RoyBellingan, ho parlato di questa cosa, sulla discussione di Flatlandia. Per il nostro mondo fisico il fatto che la nostra coscienza interagisca con esso, sembra che ormai sia una cosa ampiamente dimostrata dalla meccanica quantistica.

Esistono però due approcci diversi per volere tentare di spiegare ciò che non conosciamo. Uno è quello strettamente razionale, alla Cartesio, che mette in dubbio ogni cosa per poter arrivare a conoscere la realtà. L’altro invece è quello che si affida alle emozioni: immaginazione, fantasia, intuito, ecc. Non affidandosi solo alla cruda razionalità. Insomma, per dirla con poche parole, ci sono persone che non si accontentano del solo ragionamento strettamente razionale.

Posso farti degli esempi, che però si riferiscono al nostro mondo fisico, conoscibile. Ma possono pur farci capire il concetto che voglio esporre.

Democrito, filosofo Greco, ipotizzò con l’immaginazione e l’intuito, che il mondo fosse fatto di atomi. Solo poco più di un secolo fa, ne fu dimostrata l’esistenza.

Faraday, vedeva con l’immaginazione e l’intuito che esistessero delle linee di energia che interagivano esternamente da un filo elettrico su un magnete. Questa sua ipotesi venne verificata e poi ampliata da Maxwell, dando vita a quella teoria che spiegava le onde elettromagnetiche.

Newton, grazie all’immaginazione e l’intuito, scoprì la gravità universale.

Einstein, grazie all’immaginazione e l’intuito, formulò la teoria della relatività. Fallì sull’unione delle forze della natura in un’unica teoria, come sta tentando di fare la fisica moderna, perché non tenne conto della nascente meccanica quantistica.

Tutto questo per dire che è lecito fare congetture, purché le si consideri solo congetture. Una volta che sia dimostrato sperimentalmente che non sono vere, un buon atteggiamento scientifico è quello di scartare tali teorie e proporne di nuove. Ma come ci poniamo di fronte alle realtà spirituali che non sono soggette a leggi fisiche? Per ora non possiamo che fare congetture. Ma sono certo di una cosa. Visto che Dio ci promette la vita eterna, credo che dovremmo capire concetti nei quali ora siamo limitati, come l’infinito e l’eternità. Penso che nel nuovo mondo Dio ci aprirà la mente a certi concetti.

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ciao
anto_netti
[Modificato da anto_netti 01/09/2010 12:52]