Caro Nevio,
Perdonami, ma io ritorno a quanto ho detto: a me pare che ci sia qualcuno
che non possa fare a meno della croce.
Mi spiego meglio, se la forma dello stauros (e mi pare che su questo siamo tutti d'accordo) non ha alcuna
importanza ai fini della salvezza, del
significato della morte di Cristo, allora devo dedurne che
stiamo parlando di nulla, voglio dire che la scelta tra croce immissa, croce commissa, palo o furca diventa poco più che la scelta tra una
curiosità antiquaria e l'altra, laddove il testo del NT
1. non ci permette in nessun modo di dedurre con certezza la modalità con cui Gesù venne appeso allo stauros
2. non attribuisce alcuna importanza a questa forma
Allora, mi chiedo, perché tutto questo scandalo attorno al fatto che i testimoni di Geova preferiscono restare aderenti alla lettera e allo spirito della sola scriptura (dico spirito, perché nel NT non si attribuisce alcuna importanza alla forma dello stauros)? Perdonami ancora l'osservazione: se una scelta su un dettaglio di questo genere desta tanta opposizione, tanto scandalo, significa che allora per qualcuno questa questione non è solo una curiosità antiquaria, ma quella particolare "forma"
non è affatto così priva di importanza. Devo dedurne che allora il problema di chi critica il "palo di tortura" non è di tipo antiquario, e non è neppure un attentato al significato della morte di Cristo, ma è unicamnete quello che il "palo di tortura" mette in dubbio la "venerazione" di cui quella forma (e non altre!) è fatta oggetto?
Allora, di nuovo, ti chiedo: già questo spogliare la croce con tutta la sua iconografia oleografica da questa tradizione che nulla ha a che vedere con il significato della morte di Cristo ma attiene alla venerazione di una forma particolare, questo riportare la "croce" al suo naturale significato, indipendente dalla tradizione,
non è già di per sé una conquista teologica?
Fosse vero inorgoglirebbe,ammetterai, pero', che la cosa obbliga, quanto meno, a una verifica personale del dato, come quando alla fine di un compito in classe il tuo risultato del problema differisce da quello di tutti gli altri
Perché? Cosa vuol dire "vero"? Parliamo del "vero" teologico, cioè del "vero" senso dello stauros? Del vero "antiquario", che è poco più di una curiosità a livello teologico? Del "vero" semantico, che ci dice la specificità del campo semantico della parola, al di là dello sviluppo storico? Del "vero" della sola scriptura, metro di ogni cosa per noi?
Insomma, cosa intendi per "vero", la fedeltà della rappresentazione artistica? Allora come era la "vera" croce? Perché se era una T o una + non era già più lo stesso "vero", anche chi rappresenta la croce a T potrebbe fare un falso storico, così come chi rappresenta Cristo che porta non il patibulum ma la croce intera. Insomma, ogni rappresentazione della morte di Cristo non corrisponde al vero.
Per questo che dico... forse il problema è che qualcuno
non può fare a meno della croce? Va bene qualunque rappresentazione purché si mantenga quella "forma"?
Shalom
[Modificato da barnabino 15/08/2010 20:24]
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Sijmadicandhapajiee, gente per cui le arti stan nei musei - Paolo Conte
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