00 03/04/2018 11:31
Re:
claudio2018, 02/04/2018 00.19:


Il peccato è definito tale in ragione del fatto che rappresenta un azione che si commette ai danni di qualcuno . Se io commetto il peccato del furto , della menzogna , dell' omicidio , della violenza , del tradimento in qualche modo provoco un danno ad un altra creatura di Dio. Posso commettere perfino peccati contro Dio o contro me stesso che sono una creatura di Dio ma comunque sia , in ogni caso procuro un danno o un dispiacere ad un altra entità e questo mi sembra pacifico ok ?


Giusto [SM=g28002]

Il concetto di peccato racchiude questo . Ora ragioniamo per logica : se Dio è amore come viene definito in 1 gv 4:8 come può consentire ad un peccatore impenitente di continuare ad esistere ? Ciò significherebbe permettergli di continuare a peccare , cioe' a provocare danni e dispiaceri ad altri all'infinito . Se una persona , o un'anima , viene lasciata libera di muoversi , di agire e di decidere quali azioni compiere nei confronti di altri , di Dio e di se stessa è un conto . Si può parlare di vita e di coscienza perché Dio gliela concede sapendo che la utilizzara secondo il principio dell'amore e a favore di altri . Ma se una persona è di cuore incorreggibile che significa dire che Dio la lascia vivere nelle tenebre ? Che gli permette in qualche modo di continuare a compiere delle azioni ? Te lo chiedo perche dal mio punto di vista vita vuol dire azione e coscienza che sia buona o no .Ma se continua a compiere delle azioni verso chi le compie ? Dio che è amore non potrebbe mai permettere che una simile anima continui a recare danno ad altri non ti pare ?


E' corretta la tua obiezione, ma oltre alla pena di morte, esiste anche l'ergastolo e la prigione. Se molti governi umani, con il passare dei secoli, hanno capito che la pena di morte è una punizione non compatibili con il genere umano per diversi motivi, tu pensi che Geova, nella sua onnipotenza, non possa trovare un modo per rendere innocui questi malvagi come accade oggi con le carceri?



Quindi per amore delle sue creature dovrebbe impedire a questa persona-anima qualsiasi libertà di azione . Per cui non ha senso dire che lo lascia vivere nelle tenebre . Ha senso dire che lo lascia "vivere" nella morte , "soffrire" nella morte la sua prospettiva di vita è "tormentata" nella morte eterna , nella perenne incoscienza. E' questa e la condizione del peccatore impenitente agli occhi di Dio . Costui non'e'una vita che continua ad esistere in qualche modo , perché se parliamo di vita , parliamo di azione e se parliamo di azione libera e cosciente parliamo anche automaticamente di possibilità ( anzi certezza se si tratta di un anima incorreggibile ) di continuare a peccare e di provocare danni a qualcuno . Ma se parliamo di blocco , isolamento , abbandono e di lontananza di e da Dio ( Che è vita e amore e non permette che si danneggino all'infinito le sue creature ) allora non possiamo che parlare di morte.


Infatti oltre alla morte fisica in senso biblico esiste anche la morte spirituale, che esprime questo distacco ed allontanamento da Dio. Il peccato quindi recide il cordone vitale che ci tiene legati a Dio.
Quello di cui non mi capacito è la normalità per voi TdG dell'idea di una Dio giustiziere che distrugge le sue creature.
La maggio parte di voi sono padri e madri, possibile che se nessun padre del mondo (tranne rari casi), uccide i propri figli per eventuali gravi colpe e Geova, che è Padre e Amore per definizione, distrutte le sue creature? Come fate a conciliare questo enorme paradosso? Il al vostro posto sarei ateo, mi rifiuto categoricamente di pensare a Dio in questi termini. [SM=g10765]