Caro Domingo,
Io trovo queste discussioni sulle presunte "manipolazioni" un po' sterili, tanto quando sono rivolte alla TNM che quando sono rivolte ad altre traduzioni. Se in questi anni ho imparato qualcosa dai testimoni di Geova è il rispetto per la Bibbia e per coloro che si assumono l'onere di tradurla, nelle pubblicazioni della WTS rarissimamente ho letto parole di critica verso altre traduzioni, la cui varietà è semmai vista come un arricchimento rispetto alla comprensione del testo originale.
Il problema, semmai, nasce quando ci sono traduzioni che diventano "ufficiali" non nel senso di approvate da una commissione, ma al punto da cancellare o ritenere "manipolate" le scelte alternative, permesse dal testo originale. Spesso le critiche, ieri mosse alla Diodati o alla Luzzi e oggi alla TNM sono determinate più che da vere e proprie ragioni filologiche, anche quando sono mosse da filologi o biblisti come Metzger oppure da apologeti come Polidori, Minuti o Sconocchini, siano non molto diverse da quelle mosse contro la CEI.
i testimoni di Geova hanno scelto tra le varie traduzioni possibili quelle che meglio si adattavano alla loro teologia.....(a volte optando per versioni egualmente probabili e a volte andando a cercare ipotesi meno probabili)
Beh, quello della "probabilità" è un concetto un po'... probabilistico, nel senso che anche la CEI a volte fa scelte "improbabili" e non mi pare con una frequenza minore della TNM. Certo su passi "pseudo-trinitari" l'impressione è che la TNM faccia scelte meno probabili, ma solo perché confrontate con altre traduzioni e non con il senso del testo.
Comunque, anche se quando lo scrivo nessuno ci crede, il punto è che
i TdG vorrebbero fondare le loro dottrine sulle Scritture, e non viceversa. Questo almeno nelle intenzioni, e non abbiamo ragione di pensare che abbiano chiesto ai traduttori di adattare in qualche modo la traduzione alle dottrine che erano insegnata (per altro) negli anni 50, quando venne elaborata la traduzione nel suo impianto generale.
Voglio dire che ai TdG interessava una traduzione, anche nella terminologia, che riproducesse al più possibile lo spirito ed il senso che il testo poteva avere nel I secolo, cioè (per dirla con Boismard) prima della nascita dei dogmi. Oggi siamo naturalmente portati a dare a termini come comunione, grazia, anima ed al testo in generale il senso che questi hanno assunto nel corso di 20 secoli di teologia e tradizione, per altro differente da paese a paese, perché in un paese luterano o battista certi termini hanno senso diverso da quello che assumono in un paese cattolico.
Allora la TNM ha voluto riportare, per quanto possibile, il testo ad una lettura "predogmatica" come poteva apparire (ad esempio) ad un giudeo-cristiano che si muoveva nella Palestina in cui vissero gli apostoli.
Shalom
[Modificato da barnabino 17/05/2011 09:56]
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