Riposto i Van der graaf in questo thread
I Van der Graaf Generator non hanno molto in comune con gli altri gruppi del genere, infatti i loro testi non trascendono il reale nel favolistico ma si sviluppano in contesti più filosofici vicini allo psicodramma. Anche la loro musica è abbastanza diversa dai loro contemporanei, non sono presenti virtuosismi, barocchismi o riempimenti vari, ma le atmosfere sono cupe, caratterizzate da arrangiamenti allo stesso tempo essenziali e complessi.
La loro formazione classica e maggiormente conosciuta, era composta dal leader Peter Hammill (voce, chitarra, pianoforte, nonché principale autore delle canzoni), Hugh Banton (tastiere, basso elettrico, chitarra), Guy Evans (batteria) e David Jackson (fiati).
La carriera solista di Hammill è sempre andata di pari passo con l'attività nei Van der Graaf Generator.
Hammill ha uno stile canoro decisamente inglese, ma con una gamma tonale estremamente ampia, dal celestiale all'urlo di rabbia (comunque molto controllato e intellettualizzato). I suoi registri vanno dal basso-baritono al tenore; lo stile canoro di Hammill è teatrale, istrionico, e la massima espressione di questa sua grande espressività trova certamente luogo negli spettacoli live, dove vengono abbandonate le "rotaie" della canzone registrata in studio ed ogni brano viene spesso reinventato.
I testi di Hammill presentano una serie di temi ricorrenti: l'amore, le relazioni umane, l'invecchiamento e la morte, la follia, la politica, la consapevolezza e l'introspezione, la religione.
La natura fortemente cerebrale e intellettuale dei suoi versi traspare nei numerosi riferimenti alle grandi opere della letteratura inglese (soprattutto Shakespeare, ma anche Lewis Carroll), nel frequente sconfinare dei testi dalla dimensione esistenziale a quella filosofica, nell'interesse per la logica e la razionalità (con i loro limiti), frequentemente trasposte metaforicamente in immagini attinenti agli scacchi, al tema del doppio (il riflesso nello specchio) o in riferimenti all'opera di Escher.
The Sleepwalkers, dall'album Godbluff (1975)
L'ultima parte della suite di 22 minuti A Plague of a Lighthouse Keeper in una versione live del 1972
I Vdgg oggi, in un'intensa versione di Still Life, brano del 1976 (e anche uno dei testi più belli scritti da Hammill)
[Modificato da Chameleon. 18/05/2011 11:32]