(SimonLeBon), 25. 5. 2011 19:04:
Forse non lo ricordavi perché la citazione è un po' tarocca!
Infatti non è il XVI ma il XXVI...
Nell'edizione del Di Salvo si prende la "I" per il numero "uno" ad indicare l'unità assoluta di Dio.
Secondo lui quindi non si tratterebbe di una lettera "i" ma di un numero.
barnabino, 25. 5. 2011 17:03:
Non mi pare che la WTS abbia mai trattato l'argomento, che qui I indichi l'iniziale di Iehovah o Iah è certamente un'ipotesi filologica non priva di fondamento, seppure non condivisa da molta critica dantesca. ...
Facciamo delle precisazioni... nell'edizione del Sapegno si annota che
UN compare in alcune versioni, ma sarebbe una trascrizione erronea di
I, che può valere sia come lettera "I" che come numero uno.
Il motivo? Qui Dante prende l'occasione del discorso con Adamo per CORREGGERE se stesso: in passato, nel De Vulgari Eloquentia, Dante aveva ipotizzato che la lingua primitiva del genere umano fosse l'ebraico, ora invece si corregge. La lingua primitiva, cioè quella del primo uomo doveva essere simbolica, ecco perché il nome di Dio, simbolicamente potrebbe essere I, cioè il segno più semplice graficamente e anche la vocale più semplice e sfuggente da pronunciare, un suono quasi immateriale.
Si dice poi che il linguaggio umano è mutevole e le parole si avvicendano come foglie su un ramo (v. 136, immagine presa da Orazio), e che quindi successivamente il nome di Dio divenne EL presso gli Ebrei (come detto nelle Etimologie di Isidoro).