00 29/12/2011 09:29
Re: un approccio diverso
YuriRadaelli, 27/12/2011 18.14:

"fintantoché la Scienza avrà un limite, per quanto indietro lo si possa spostare, Dio avrà sempre uno “spazio” a sé riservato."

Non mi permetto di entrare nel merito, quando si inizia a parlare di stringhe non vado al di là del doppio nodo.

Mi sembra però che ci si stia perdendo... nel nulla ;-)

Hawking spiega il nostro universo con una fluttuazione. Da dove viene codesta fluttuazione?
I credenti monoteisti ritengono che tutti gli eventuali universi siano creati da un'entità che non ha causa.
Come fa a esistere un'entità senza una causa?
Se esiste fa parte della realtà. E perché esiste la realtà piuttosto che, come si chiede Heidegger, il nulla (metafisico)?

Perché pretendiamo che non solo l'univerco, ma tutti gli universi, Dio e l'intera realtà fisica debbano sottomettersi alla nostra necessità di spiegare i fenomeni con una causa?

A me sembra assolutamente evidente che la nostra logica è costruita sulla base dell'esperienza dei fenomeni terrestri, e non appena si va nelle particelle o nelle galassie i modelli matematici cominciano a contrastare con con la nostra logica.
Come fa il tempo a essere distorto dallo spazio e avere una velocità differente? Come fa lo spazio a curvarsi? Come possono esistere più di tre dimensioni?

Dall'evidente inadeguatezza della nostra logica rispetto all'universo e sopratutto a ciò che ci sta fuori, prima o che lo causa, mi sembra che dovremmo arrenderci una volta per tutte che potrebbe benissimo darsi che esista Dio, cioé un'entità che non ha bisogno di una causa.
O, ugualmente possibile e ugualmente inconcepibile, che la realtà di cui fa parte il nostro universo esiste e basta.
Proprio come Dio...

Quindi per Dio ci sarà sempre "uno spazio a sé riservato".
Tutto sta a capire se questo spazio sia l'immaginazione dei credenti.


p.s.
a fronte di questa insopportabile somiglianza tra Dio come causa incausata e l'idea di una realtà fisica, verso il 1200, mi pare, Anselmo aveva architettato un argomento squisitamente metafisico che pretendeva di 'scagionare' Dio -ma solo Dio- dalla necessità di una causa sulla base del fatto che Dio è perfetto. Come ci riesca, non lo so, ma una cosa è certa: la natura di Dio sfugge alla nostra logica da qualunque parte la si ponga o difenda, perciò rimane che spiegare l'origine della realtà con Dio significa risolvere un paradosso con un paradosso.







Sono perfettamente d'accordo con te. La scienza con il suo metodo sperimentale è convinta che con questo metodo riesca a spiegare tutto. Ma non mi stancherò mai di dire, come ho già detto tante altre volte, che il metodo scientifico sperimentale può descrivere solo il nostro mondo fisico.

Quando andiamo oltre il nostro mondo fisico non siamo più in grado di spiegare la realtà che ci circonda che sicuramente non è fatta solo del nostro mondo fisico. Ci imbattiamo in una serie di infiniti. Ci imbatiamo nella lunghezza di Planck e nel tempo di Planck. Ci imbattiamo nei buchi neri dove sembra finire inesorabilmente la materia dell'universo e perfino la luce. Ci imbattiamo in un punto infinitesimale da dove è venuto fuori l'universo con il Big Bang. Effettivamente è che la nostra visione dell'universio è legata a parametri del mondo fisico. Dovremmo acquisire un modo di vedere le cose con paradigmi diversi. Per paradigma, si intende un nuovo modo di vedere le cose. Un approccio nuovo.

Senz'altro esistono altre realtà oltre il nostro mondo fisico. Che esistano altre realtà oltre il nostro mondo fisico lo possiamo sapere da alcuni indizi che scaturiscono dalla ricerca scientifica.

Quali sono, facciamo alcuni esempi:

1) La meccanica quantistica, ci fa capire che ogni evento è legato ad un'onda di probabilità di un'infinità di eventi possibili che coesistono nello stesso tempo. Diverse sovrapposizioni quantistiche che sembrano essere tutte reali secondo certi calcoli matematici. Ma soltanto uno di questi eventi possibili diventa reale con il collasso della funzione d'onda. Insomma la meccanica quantistica, sembra contemplare tutti gli infiniti eventi possibili.

2) La matematica ha nel suo seno l'infinito. Anche qui ci troviamo di fronte ad una situazione che prevede tutti i possibili infiniti eventi. esistono vari livelli di infinito, che possono essere paragonati alle varie dimensioni geometriche (punti per realtà a una dimensione spaziale, linee per realtà a due dimensioni spaziali, traiettorie per realtà a tre dimensioni spaziali). E così via. Livelli che contemplano realtà a quattro dimensioni spaziali. Livelli che contemplano realtà a cinque dimensioni spaziali. Ecc. Ecc. Anche i vari livelli di infinito, sono infiniti. Ma esiste anche l'infinito assoluto, che secondo Antonino Zichichi è in stretto legame con Dio e non potrà mai essere raggiunto.

3) La nostra mente percepisce l'infinito e l'eternità, pur vivendo noi in un mondo dove tutte le cose sono finite.

4) Il fatto che l'universo sia venuto fuori da un punto infinitesimale e sembra ritornare in altrettanti punti infinitesimali, cioè i buchi neri.

5) Il fatto che non si riesce a trovare il vuoto assoluto, ma esista come ultimo prodotto dei vari tipi di vuoto, il vuoto quantistico. Un vuoto che sembra molto somigliare a quel punto infinitesimale da cui è venuto fuori l'universo e ai buchi neri che risucchiano la materia e la luce in una singolarità. Cioè un punto infinitesimale. Con questo punto infinitesimale ci si imbatte nell'infinito.

6) Con la lunghezza di Planck e il tempo di Planck, ci si imbatte nell'infinito.

7) Contando i numeri e aggiungendo sempre +1, ci si imbatte nell'infinito.

8) Alcuni giochi geometrici, che appartengono a quella branca della matematica chiamata "Topologia", mettono in evidenza la possibilità dell'esistenza di realtà a più dimensioni spaziali oltre le nostre tre conosciute (lunghezza, larghezza, altezza o profondità). Quindi realtà a quattro dimensioni spaziali. Cinque. Sei. Sette. Otto. E così via.

Ciao
anto_netti
[Modificato da anto_netti 29/12/2011 09:34]