00 29/12/2011 13:05
Re: Re: un approccio diverso
anto_netti, 29/12/2011 09.29:



Sono perfettamente d'accordo con te. La scienza con il suo metodo sperimentale è convinta che con questo metodo riesca a spiegare tutto. Ma non mi stancherò mai di dire, come ho già detto tante altre volte, che il metodo scientifico sperimentale può descrivere solo il nostro mondo fisico.

Quando andiamo oltre il nostro mondo fisico non siamo più in grado di spiegare la realtà che ci circonda che sicuramente non è fatta solo del nostro mondo fisico. Ci imbattiamo in una serie di infiniti.

Senz'altro esistono altre realtà oltre il nostro mondo fisico. Che esistano altre realtà oltre il nostro mondo fisico lo possiamo sapere da alcuni indizi che scaturiscono dalla ricerca scientifica.

Ciao
anto_netti



Ciao Anto netti,

Si, mi sembra che vediamo la consocenza scientifica allo stesso modo.
Scopre solo un mondo fisico, non può verificare altro.
Tutto sta a vedere se esiste questo 'altro' e di che natura sia.
Ma sarebbe ben poca cosa scoprire che, ad esempio, le leggi dell'universo esistano come entità metafisiche, non credi? Per quanto riguarda il destino umano, questo non cambierebbe certamente nulla.

Gli esempi che tu fai li chiami indizi, ma poi dici che senz'altro, sicuramente, esistono altre realtà oltre il mondo fisico.

Proprio perché sono solo indizi, invece di dire CERTAMENTE io dico PUO' DARSI.

Può darsi che l'infinito di Planck, non sia solo un modello approssimativo che ha delle capacità predittive, ma che corrisponda a qualche entità metafisica reale. Ma può benissimo darsi di no.
Molti concetti scientifici, o matematici, fanno probabilmente solo parte della nostra fantasia.
Ad esempio, la matematica usa quantità negative: non è detto che corrispondano a qualche entità reale.
i numeri stessi, non è detto che 'esistano' come entità reali in una specie di iperuranio... Non sono fenomeni, sono interpretazioni astratte di fenomeni, concetti che usati in un certo modo ci permettono di spiegare dei fenomeni.
Non è assolutamente detto che esistano nella realtà come dentro di noi, così come non è detto che da qualche parte esistano le scale paradossali di Escher.


Una nota: non solo non è detto che ciò che concepiamo per sviluppare dei modelli scientific esista in quanto tale, ma nel caso dell'infinito, delle misure discrete quantiche, della curvatura dello spazio e in genere di tutti i concetti scientifici non newtoniani, non sono NEPPURE rappresentabili, ma concepibili solo come simboli paradossali. L'infinito, per restare al tuo esempio, non è concepibile se non come paradasso negativo: infatti, se tu tenti di immaginarlo prendendo un grosso numero e aggiungendogli un altro numero, puoi procedere quanto ti pare che NON arriverai mai all'infinito: continuerai a pensare a un numero preciso. L'infinito ce lo rappreentiamo come un numero così grande da fuggire alla nostra rappreentazione. Noi ragioniamo rappresentandoci limiti e misure, anche se siamo in grado di manipolare simboli astratti paradossali non rappresentabili. [SM=g1944981]

Una cosa mi rincuora: conoscere altre creature che come me si interrogano su... -> il senso della vita.