00 03/06/2011 09:43
Ciao The Line

Non posseggo ancora l’ultimo libro di Hawking. Mi piacerebbe leggerlo. Ma non so quando. Perché ho ancora una marea di libri da leggere. Non so se riuscirò a leggerli tutti. Ma il tempo è sempre tiranno.

Sono contento comunque che hai parlato del “nulla” e del “vuoto”. Che impropriamente vengono definite la stessa cosa. Fin da quando mi sono iscritto a questo forum ho sempre cercato di affrontare questo tema. Forse è una mia fissa. Ma credo che sia la chiave di tutto.

Anch’io nella mia ignoranza e come semplice lettore di divulgazione scientifica, non posso competere con le menti degli scienziati di grosso calibro, come Hawking. Ma penso che mi sia lecito di dare la mia interpretazione di quello che ho capito come credente dalle mie letture.

Il “vuoto”, come inteso dai fisici, credo che sia la chiave di tutto. Possa insomma spiegare chiaramente che esiste un qualcosa. E questo qualcosa possa spiegare l’esistenza di Dio.
Quindi questo qualcosa assomiglia all’impropriamente detto “nulla teologico”. Ma per me la parola “nulla”; significa nulla, niente, non esistenza. Dal nulla non può nascere nulla. Dal nulla non può essere creato nulla.

Il “vuoto”, invece è un qualcosa. Perché può essere riempito. Voglio fare in tutta la mia ignoranza un esempio. Forse banale. Ma può rendere l’idea di cosa potrebbe essere il “vuoto”.

Prendiamo una bottiglia vuota. Alla sua estremità vi è un tappo. La bottiglia è vuota, ma quel “vuoto” può essere riempito. Quel “vuoto” è quindi un qualcosa, perché occupa un determinato spazio e quello spazio può essere riempito. Se invece del “vuoto” esistesse il “nulla” al posto della bottiglia, non esisterebbe quel qualcosa che può essere riempito. Non esisterebbe nemmeno un punto infinitesimale di quella bottiglia. Potrei fare i salti, parlare a quel “vuoto”, fare una danza. Tutto con la speranza che quel “vuoto” si riempia da solo. Ma in questo modo non posso riempire quel “vuoto”.

Ad un certo punto, però voglio intervenire con la mia volontà. Levo il tappo della bottiglia. Prendo un imbuto e verso dentro la bottiglia, dell’acqua. A quel punto possiamo dire che c’è stato un intervento cosciente e intelligente fatto da qualcuno.

La stessa cosa possiamo dire con l’atto creativo fatto da Dio. Se il “nulla” non esiste, ma esiste il “vuoto” che può essere riempito, Dio ha riempito quel “vuoto” già preesistente. Il suo intervento può essere paragonato al mio intervento quando ho riempito la bottiglia con l’acqua. Mentre il caso, può essere paragonato a quando facevo i salti, parlavo e facevo la danza con l’intenzione di riempire la bottiglia. Tutto questo per dimostrare che sia il “nulla” che il “caso” non possono generare nulla.

Ciao
anto_netti