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BIBBIA E RELAZIONI GAY: UNO SGUARDO ALLE RELIGIONI MAGGIORI


Le conseguenze sul piano pratico sono inevitabili: tutte le grandi religioni che tengono la Bibbia in conto di rivelazione divina, leggendo in essa una chiara disapprovazione dell’omosessualità (intesa come atto materiale), almeno a parole [NOTA 23] la riprovano.

Ciò sarà chiaro da un rapido sguardo ai tre ceppi della cristianità, il Cattolicesimo, le Chiese Ortodosse ed il Protestantesimo. Completano il quadro l’Ebraismo e l’Islam, che reputano la Bibbia, o almeno una parte di essa, come testo sacro. Di seguito si riporta una sintesi della posizione ufficiale (ove esistente) di tali religioni nei riguardi dell’omosessualità.

La nota contrarietà ‘nominale’ del CATTOLICESIMO rispetto ai rapporti gay deriva, oltre che da considerazioni di ordine teologico e antropologico, di nuovo dalla Bibbia. Ciò è chiaramente premesso sin dal Catechismo:


2357 L'omosessualità designa le relazioni tra uomini o donne che provano un'attrattiva sessuale, esclusiva o predominante, verso persone del medesimo sesso. Si manifesta in forme molto varie lungo i secoli e nelle differenti culture. La sua genesi psichica rimane in gran parte inspiegabile. Appoggiandosi sulla Sacra Scrittura, che presenta le relazioni omosessuali come gravi depravazioni, 238 la Tradizione ha sempre dichiarato che « gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati ». 239 Sono contrari alla legge naturale. Precludono all'atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale. In nessun caso possono essere approvati.



Da cui l’obbligo, per i fedeli cattolici con tendenze omosessuali, di vivere in castità (art. 2359). La nota (238) chiama in causa, oltre a Genesi 19, gli scritti paolini di Romani 1:24-27, 1 Corinti 6:9-10 e 1 Timoteo 1:10; per la Chiesa Cattolica il fondamento scritturale di tale posizione poggia comunque, prima ancora che sulle infiammate invettive di S.Paolo, sui principi esposti nelle primissime pagine della Scrittura: ad esempio Genesi 1:22 (‘Siate fecondi e moltiplicatevi’), che affida alla famiglia umana il compito della perpetuazione della vita attraverso il sesso, e Genesi 1:27 (‘Dio li creò maschio e femmina’).

Le interpretazioni alternative dei passi biblici di cui si è discusso nel capitolo precedente non trovano terreno fertile negli insegnamenti ufficiali della Chiesa. La Congregazione per la Dottrina della Fede ha osservato che «esiste un'evidente coerenza all'interno delle Scritture stesse sul comportamento omosessuale. Perciò la dottrina della Chiesa su questo punto non è basata solo su frasi isolate, da cui si possono trarre discutibili argomentazioni teologiche, ma piuttosto sul solido fondamento di una costante testimonianza biblica.» [NOTA 24]

Il Magistero ordinario della Chiesa è dunque risolutamente schierato contro la pratica dell’omosessualità; ed è anche troppo facile riscontrare dichiarazioni di ecclesiastici, di vario grado gerarchico, che si ricollegano alla Bibbia per deplorarla. Ne riportiamo qualcuna:


‘La Tradizione della Chiesa – e questa comprende non solo il magistero dei papi e dei vescovi, ma anche l’autorevole opinione dei Padri, dei Dottori e dei santi- è stata unanime nel condannare l’omosessualità come peccato gravissimo. Offro una velocissima carrellata di citazioni bibliche e di santi a tale riguardo. Nell’Antico Testamento il libro del Levitico afferma: “Non accoppiarti con un maschio come si fa con la donna: è cosa abominevole”(18,22). San Paolo nella prima lettera ai corinzi dichiara: “ Non illudetevi! Né i fornicatori, né gli idolatri, né gli effeminati, né i sodomiti erediteranno il Regno di Dio”(1Cor.,6,9-10).’ – don Marcello Stanzione, sacerdote, rifondatore della Comunità della Milizia di San Michele Arcangelo. [NOTA 25]




‘Non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia. Il matrimonio è santo, mentre le relazioni omosessuali contrastano con la legge morale naturale. Nella Sacra Scrittura le relazioni omosessuali sono condannate come gravi depravazioni (cf. Rm 1, 24-27; 1 Cor 6, 10; 1 Tm 1, 10)’ - Raffaello Martinelli, vescovo di Frascati, membro della Congregazione delle Cause dei Santi. [NOTA 26]




San Paolo afferma che alcune categorie di peccatori non entreranno nel Regno dei Cieli: " tra queste ci sono appunto i sodomiti. Quello di San Paolo é un avvertimento oggettivo, insomma fate attenzione perché seguendo quella via correte il rischio della esclusione”.’ - Serafino Sprovieri, arcivescovo emerito di Benevento. [NOTA 27]




L'ex presidente del Pontificio consiglio per la pastorale degli operatori sanitari, ora in pensione ma tuttora membro di varie congregazioni pontificie, ha citato in proposito un passaggio della Lettera di San Paolo ai Romani, capitolo primo, versetti 26 e 27, dove si parla di persone "impure" abbandonate a "passioni infami", martirio di coloro che hanno "disprezzato la conoscenza di Dio".’ - Javier Lozano Barragán, arcivescovo messicano, Presidente Emerito del Pontificio Consiglio della Pastorale per gli Operatori Sanitari. [NOTA 28]




CHIESA CATTOLICA ORTODOSSA: ancora una condanna, e ancora una condanna ingenerata “anche” (sebbene non “soltanto”, come nel caso dei cattolici) dalle Scritture. Valgano per tutti i seguenti passi dei Fondamenti della concezione sociale, Documento del Concilio Giubilare dei Vescovi della Chiesa Ortodossa Russa (2000):


XII.9. La sacra Scrittura e l'insegnamento della Chiesa deplorano inequivocabilmente i rapporti omosessuali, vedendo in essi un vizioso stravolgimento della natura umana creata da Dio. «Se uno ha rapporti con un uomo come con una donna, tutti e due hanno commesso un abominio» (Lv 20,13). La Bibbia narra del terribile castigo che Dio inflisse agli abitanti di Sodoma (Gn 19,1-19), secondo l'interpretazione dei santi padri, proprio per il peccato di sodomia. L'apostolo Paolo, nel descrivere la condizione morale del mondo pagano, colloca i rapporti omosessuali tra le «passioni più infami» e le «impurità» che disonorano il corpo umano: «Le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura. Egualmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in se stessi la punizione che s'addiceva al loro traviamento» (Rm 1,26-27). «Non illudetevi... né effeminati, né sodomiti... erediteranno il regno di Dio», scrive l'Apostolo agli abitanti della corrotta Corinto (1 Cor 6,9-10).