Testimoni di Geova Online Forum Questo forum nasce con lo scopo primario di analizzare e confutare le critiche rivolte ai cristiani testimoni di Geova e ristabilire la verità relativamente a luoghi comuni e disinformazione varia, diffusi in ambienti pubblici. Forum con partecipazione moderata

bellissima lettera di un nostro padre

  • Messaggi
  • roberto.testimonidigeova
    10 31/08/2011 12:59
    Giustino di Nablus (Flavia Neapolis, 100 – Roma, 162/168) è stato uno dei primi apologeti cristiani, autore della Prima apologia dei cristiani e della Seconda apologia dei cristiani.
    È venerato come santo dalla Chiesa cattolica, che lo annovera tra i Padri della Chiesa, e dalla Chiesa ortodossa. La memoria si celebra il 1º giugno.

    Nessuno dei suoi scritti giunti fino a noi parla di un Dio in tre persone coeguali.
    Per esempio, secondo la versione cattolica di Salvatore Garofalo, Proverbi 8:22-30 dice di Gesù nella sua esistenza preumana (come sapienza personificata): “Jahve mi creò fin dall’inizio del suo potere, prima delle sue opere, fin d’allora. . . . Quando ancora non c’erano abissi io fui concepita . . . prima delle colline io ero nata . . . io stavo accanto a [Dio] come architetto”. Commentando questi versetti, Giustino dice nel Dialogo con Trifone (CXXIX, 4):
    “La parola [la Scrittura] mostrava che questo rampollo era stato generato dal Padre prima di qualunque creatura, e ciò che è generato è numericamente distinto da ciò che genera, come chiunque ammetterebbe”.

    Poiché il Figlio è nato da Dio, Giustino usa in effetti l’appellativo “Dio” in riferimento al Figlio. Nella sua I Apologia (LXIII, 10) dice: “Il Padre dell’universo ha un Figlio. Questi, essendo Logos e primogenito di Dio, è anche Dio”. La Bibbia stessa applica il titolo “Dio” al Figlio di Dio. In Isaia 9:6 egli è chiamato “Dio potente”. Ma nella Bibbia anche angeli, uomini, falsi dèi e Satana sono chiamati “dèi”. (Angeli: Salmo 8:5; confronta Ebrei 2:6, 7. Uomini: Salmo 82:6. Falsi dèi: Esodo 12:12; 1 Corinti 8:5. Satana: 2 Corinti 4:4). Nelle Scritture Ebraiche la parola tradotta “Dio”, ’El, significa semplicemente “Potente” o “Forte”. Il termine corrispondente nelle Scritture Greche è theòs.
    Inoltre il termine ebraico usato in Isaia 9:6 evidenzia una precisa distinzione fra il Figlio e Dio. Lì il Figlio è chiamato “Dio potente”, ’El Gibbòhr, non “Dio Onnipotente”. In ebraico quest’ultima espressione è ’El Shaddài, ed è riferita unicamente a Geova Dio.
    Si noti però che Giustino, pur chiamando il Figlio “Dio”, non dice mai che il Figlio sia una di tre persone coeguali, ciascuna delle quali è Dio benché le tre persone insieme formino un solo Dio. Al contrario, nel Dialogo con Trifone (LVI, 4, 11) dice:
    “Vi è . . . un Dio e Signore [il Gesù preumano] diverso dal creatore di tutte le cose [l’Iddio Onnipotente], che è chiamato anche angelo per il fatto che annuncia agli uomini ciò che vuole annunciare loro il creatore di tutte le cose, al di là del quale non c’è altro Dio. . .
    “[Il Figlio] è un altro Dio rispetto a quello che ha fatto tutte le cose, un altro, intendo, per numero, non per distinzione di pensiero”.

    Un passo interessante si trova nella I Apologia di Giustino (VI, 2), dove egli difende i cristiani dall’accusa di ateismo rivolta loro dai pagani. Egli scrive:
    “Lui [Dio] veneriamo e adoriamo, e il Figlio che da Lui è venuto e che ci ha insegnato queste dottrine, con l’esercito degli altri angeli buoni che Lo seguono e Lo imitano, e lo Spirito Profetico”.
    Un traduttore di questo passo, Bernhard Lohse, osserva: “Come se non bastasse che in questo elenco gli angeli sono menzionati come esseri onorati e adorati dai cristiani, Giustino non esita a menzionare gli angeli prima dello Spirito Santo”.

    Così, anche se pare che Giustino Martire si fosse discostato dalla pura dottrina biblica in quanto a chi dev’essere adorato dai cristiani, chiaramente non considerava il Figlio uguale al Padre, non più di quanto considerasse gli angeli Suoi uguali. A proposito di Giustino, l’opera di Lamson, The Church of the First Three Centuries dice:
    “Giustino considerava il Figlio distinto da Dio e inferiore a lui: distinto non nel senso attuale di una delle tre ipostasi, o persone, . . . ma distinto in essenza e natura; avente un’esistenza reale, sostanziale, individuale separata da Dio, da cui egli traeva tutti i suoi poteri e titoli, essendo stato posto sotto di lui e soggetto in ogni cosa alla sua volontà. Il Padre è supremo, il Figlio è subordinato; il Padre è la fonte della potenza, il Figlio la riceve; il Padre dà origine, il Figlio, come suo ministro o strumento, esegue. Sono due di numero, ma concordano, o sono uno, nella volontà; per il Figlio prevale sempre la volontà del Padre”.
    Inoltre, in nessun luogo Giustino dice che lo spirito santo sia una persona uguale al Padre e al Figlio. Perciò non si può in alcun modo sostenere onestamente che Giustino insegnasse la Trinità in cui crede oggi la chiesa cattolica.
  • roberto.testimonidigeova
    10 31/08/2011 13:34
    Clemente Alessandrino(150 circa – 215 circa), teologo, filosofo, apologeta e scrittore cristianogreco antico del II secolo. Santo per la chiesa cattolica
    Chiama il Figlio “Dio”. Lo chiama addirittura “creatore”, un termine che nella Bibbia non è mai riferito a Gesù. Intendeva forse dire che il Figlio fosse uguale sotto tutti gli aspetti al Creatore onnipotente? No. Clemente alludeva evidentemente a Giovanni 1:3, dove viene detto del Figlio: “Tutte le cose son venute all’esistenza per mezzo di lui”.16 Dio impiegò il Figlio come agente nelle Sue opere creative. — Colossesi 1:15-17.
    Clemente chiama il Dio Supremo “l’Iddio e Padre del nostro Signore Gesù” e dice che “il Signore è figlio del Creatore”. Dice pure: “Il Dio di tutte le cose è uno solo, buono, giusto, Creatore, e il Figlio [è] nel Padre”. Scrisse quindi che il Figlio ha sopra di sé un Dio.
    Clemente parla di Dio come del “primo e solo dispensatore di vita eterna, che il Figlio, che l’ha ricevuta da Lui [Dio], dà a noi”. Il Datore originale della vita eterna è chiaramente superiore a colui che la riceve e la trasmette ad altri. Così Clemente dice che Dio “è il primo, e il più alto”. Negli Stromati (VII/2 5.1) dice inoltre che la natura del Figlio “è la più prossima all’unico Onnipotente” e che il Figlio “tutto dispone secondo ‘il volere del Padre’”. Clemente ribadisce più volte la superiorità dell’Iddio Onnipotente sul Figlio.
    Riguardo a Clemente Alessandrino leggiamo in The Church of the First Three Centuries:
    “Potremmo citare numerosi passi di Clemente in cui si afferma nettamente l’inferiorità del Figlio . . .
    “Ci stupisce che qualcuno possa leggere Clemente con normale attenzione e credere anche solo per un attimo che egli considerasse il Figlio numericamente identico — uno — col Padre. La sua natura dipendente e inferiore, come sembra a noi, è ovunque riconosciuta. Clemente credeva che Dio e il Figlio fossero numericamente distinti; in altre parole, due esseri: l’uno supremo, l’altro subordinato”. Anche se a volte Clemente sembra andare oltre ciò che la Bibbia dice di Gesù, in nessun luogo egli parla di una Trinità formata da tre persone coeguali in un Dio. Apologisti come Taziano, Teofilo e Atenagora, che vissero fra l’epoca di Giustino e quella di Clemente, avevano opinioni analoghe. Secondo Lamson, essi “non erano più trinitari di quanto lo fosse Giustino; cioè non credevano in una Triade di persone indivisibili e coeguali, bensì insegnavano una dottrina del tutto inconciliabile con questa credenza”.
  • roberto.testimonidigeova
    10 31/08/2011 13:36
    Tertulliano (ca. 160-230 E.V.)
    Fu il primo a usare il termine latino trinitas. Come fa notare Henry Chadwick, secondo Tertulliano Dio era ‘un’unica sostanza in tre persone’. Questo però non significa che egli avesse in mente tre persone coeguali e coeterne. Scrittori successivi elaborarono però le sue opinioni in senso trinitario.
    Il concetto che Tertulliano aveva del Padre, del Figlio e dello spirito santo era ben lontano dalla Trinità della cristianità, perché egli era subordinazionista. Per lui il Figlio era subordinato al Padre. In Contro Ermogene (XVIII, 2, 3) scrisse:
    “Anche per questo era stato proclamato che la Sapienza di Dio era nata e prodotta, cioè perché noi non credessimo che ci fosse qualcosa di innato e di non prodotto, ad eccezione di Dio solamente. . . . come poté essere possibile che, ad eccezione del Padre, vi sia stato qualcosa di più antico, e, pertanto, più nobile del Figlio di Dio, del Verbo unigenito e primogenito? . . . poiché quello [Dio] che non ebbe bisogno di nessun artefice per esistere, sarà molto più sublime di quello [il Figlio] che, per esistere, ebbe bisogno di un artefice”.
    In Contro Prassea (IX, 2), inoltre, egli mostra che il Figlio è diverso dall’Iddio Onnipotente e a lui subordinato, quando dice:
    “Il Padre è, infatti, tutta quanta la sostanza, mentre il Figlio è una derivazione dal tutto ed una parte di esso, come Egli stesso afferma: ‘giacché il Padre è maggiore di me’. . . . Così il Padre è diverso dal Figlio, in quanto è maggiore del Figlio, in quanto uno è colui che genera, uno colui che è generato, uno è colui che manda, uno è colui che è mandato, uno colui che fa, uno colui attraverso il quale è fatto”.
    In Contro Ermogene (III, 4) Tertulliano afferma pure che ci fu un tempo in cui il Figlio non esisteva come persona, e questo indica che egli non considerava il Figlio un essere eterno nello stesso senso in cui lo era Dio. Il cardinale cattolico Newman disse: “Tertulliano deve essere reputato eterodosso per quel che riguarda la dottrina sulla generazione eterna di Cristo”. Riguardo a Tertulliano, Lamson afferma:
    “Questa ragione, o Logos, com’era chiamata dai greci, fu in seguito trasformata, come credeva Tertulliano, nel Verbo, o Figlio, cioè in un essere reale, esistito dall’eternità solo come attributo del Padre. Tertulliano gli attribuiva però un rango subordinato al Padre . . .
    “Se lo si giudicasse oggi col metro di una qualsiasi definizione riconosciuta della Trinità, il tentativo di salvare Tertulliano dalla condanna [di eresia] sarebbe vano. Egli non potrebbe superare la prova nemmeno per un istante”.
  • roberto.testimonidigeova
    10 31/08/2011 13:47
    Ireneo (santo cattolico), Ippolito (santo cattolico), Origene, Cipriano (santo cattolico) e Novaziano. Benché sotto certi aspetti alcuni di loro equiparassero il Figlio al Padre, sotto altri consideravano il Figlio subordinato a Dio Padre. E nessuno di loro sosteneva, neanche lontanamente, che lo spirito santo fosse uguale al Padre e al Figlio. Per esempio Origene (ca. 185-254 E.V.), in Contro Celso, afferma che il Figlio di Dio è “il Primogenito di tutta la creazione” e che le Scritture lo presentano come “la più antica di tutte le opere creative”.
    Qualsiasi lettura obiettiva di queste antiche fonti ecclesiastiche rivelerà che a quel tempo la dottrina della Trinità insegnata dalla cristianità non esisteva. In The Church of the First Three Centuries leggiamo:
    “L’attuale diffusa dottrina della Trinità . . . non trae alcun sostegno dal linguaggio di Giustino [Martire]: e questa osservazione può essere estesa a tutti i Padri preniceni, cioè a tutti gli scrittori cristiani dei primi tre secoli dopo la morte di Cristo. È vero che parlano di Padre, Figlio e Spirito santo o profetico, ma non dicono che sono coeguali, che sono un’unica essenza, che sono Tre in Uno, in nessuno dei significati oggi accettati dai trinitari. È vero l’esatto contrario. La dottrina della Trinità, com’è spiegata da questi Padri, era essenzialmente diversa da quella attuale. Lo affermiamo come un fatto dimostrabile alla stessa maniera di qualsiasi fatto della storia delle opinioni umane”.
  • roberto.testimonidigeova
    00 31/08/2011 13:53
    Per calibro9.

    Cosa pensi di ciò che scrissero questi padri, dottori cattolici ma soprattutto santi cattolici vissuti prima di Atanasio?
    Si sbagliavano loro o si sbagliava Atanasio? Chi l'eretico?
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    Nabulus
    Post: 47
    Età: 36
    00 31/08/2011 16:14
    Re:
    Caro Calibro,


    Un solo unico libro in cui leggiamo è la Bibbia, la Parola di Dio (leggi 2° Timoteo 3:16). Altro che opere dei Padri della Chiesa.
    Tutta la Bibbia è ispirata da Dio tramite i profeti che la scrissero. Dopo la morte di Giovanni, l'ultimo discepolo di Gesù che scrisse la Rivelazione (Apocalisse), non c'è più niente!

    Come l'album del matrimonio, dopo nn c'è più niente perché i nuovi sposi vivranno da soli e si amano come una sola carne.
    Basta, non c'è nessun altro libro che la Bibbia.
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    albino_ciccio
    Post: 7
    Città: EMPOLI
    Età: 30
    00 02/12/2011 19:48
    ma perchè chiama russel fondatore? lui ha solo riscoperto delle cose nascoste. ha ritirato fuori il cristianesimo
    Siamo impegnati in un gioco in cui non possiamo vincere. Alcuni fallimenti sono migliori di altri, questo è tutto. (George Orwell)
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    (Gladio)
    Post: 5.921
    TdG
    00 02/12/2011 22:46
    Re: Re: Re:
    calibro9., 30/08/2011 12.16:



    ma come si può essere cosi ciechi da abbandonare secoli di tradizione che i nostri padri (miei e tuoi)ci hanno tramandato dando in molti casi anche la vita per permettere che la verità ci arrivasse integra come puoi pensare che un solo uomo (il vostro fondatore)indagando le scritture abbia scoperto che i nostri padri mentivano e che sono morti inutilmente ......... [SM=x1408438]



    Grosso modo così la pensavano i farisei del tempo di Gesù quando parlavano dei suoi discepoli....... [SM=g2037509]


    °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
    forum Testimoni di Geova




    Nella vita non ci sono problemi ma.....soluzioni.
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    TNM
    Post: 3.167
    TdG
    00 19/03/2016 23:12
    Simon, mi sono piaciute molto le tue parole su Russell!
    Le ho lette solo oggi. Trovo sempre cose interessanti nei meandri del forum!
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    Anthony.Sidra
    Post: 1.497
    Città: ZAGAROLO
    Età: 33
    00 15/03/2018 05:58
    ....
    Io conoscevo solo alcuni di questi padri ...
    Presumo che ne esistano altri ancora visto che da qualche parte avete scritto 33 padri.


    ....
    La ricerca continua [SM=g2410191]
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