10 03/01/2016 08:00
Domenica 3 gennaio
Per fede Mosè, quando fu cresciuto, rifiutò di esser chiamato figlio della figlia di Faraone (Ebr. 11:24)
Mosè sapeva bene cosa aveva da offrire l’Egitto. Era un membro della casa reale. Era stato “istruito in tutta la sapienza degli egiziani” (Atti 7:22). Godeva di ricchezze, potere e privilegi che un normale egiziano poteva soltanto sognare. Eppure all’età di 40 anni Mosè prese una decisione che con tutta probabilità sconcertò la famiglia reale che lo aveva adottato: non scelse neanche la vita “normale” dell’egiziano medio, ma quella degli schiavi. Il motivo? Era un uomo di fede (Ebr. 11:24-26). Questo gli permise di spingere lo sguardo molto oltre il mondo fisico circostante. Da uomo spirituale qual’era, nutriva fede in “Colui che è invisibile”, Geova, e nelle sue promesse (Ebr. 11:27). Anche noi dobbiamovedere più di quanto appare ai nostri occhi: dobbiamo essere “di quelli che hanno fede” (Ebr. 10:38, 39). w14 15/4 1:1-3
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