00 29/08/2017 22:20
Cinque anni fa la morte. Fu richiesta la mediazione con lo Stato
Era il 13 giugno 1984: nell'Arcivescovado di Milano uno sconosciuto si presentò al segretario dell'epoca del cardinale Carlo Maria Martini, don Paolo Cortesi, e, mentre questi era al telefono, abbandonò sul tavolo tre borse, contenenti due fucili kalashnikov con caricatore, un fucile beretta, un moschetto automatico, tre pistole, un razzo per bazooka, quattro bombe a mano, due caricatori e centoquaranta proiettili. Era l'arsenale dei "Comitati Comunisti Rivoluzionari", gruppo terroristico di sinistra, ritenuto contiguo alle Brigate Rosse, che nella seconda metà degli anni settanta aveva firmato alcune eclatanti azioni di sangue. L'arsenale fu consegnato al cardinal Martini, gesuita, figura carismatica a Milano, arcivescovo della città dal 1980 al 2002, del quale il prossimo 31 agosto ricorre il quinto anniversario della morte, che sarà ricordata con una serie di iniziative promosse dalla Fondazione a lui intitolata.

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