A Palermo ed Agrigento si riflette sul concetto di ricordo. Le paure e le speranze dei rifugiati di oggi e di ieri sono parte della loro identità
Pubblicato il 17/01/2018
Ultima modifica il 17/01/2018 alle ore 11:29
ariela piattelli
Intrecci tra passato e presente in Sicilia, luogo di migrazioni, di convivenza tra culture diverse, di espulsioni e oggi di accoglienza dei nuovi profughi. Due mostre, che inaugurano a Palermo e ad Agrigento, indagano sul concetto di ricordo, sulla cancellazione delle identità, sulla vita, le paure e le speranze dei nuovi rifugiati e di quelli del passato.
Ricordi futuri 3.0
”Ricordi futuri 3.0. Diaspore in terra di Sicilia” (Palermo, Palazzo Sant’Elia dal 25 gennaio al 24 marzo), terza tappa di un percorso artistico iniziato in Piemonte, è la mostra che apre in occasione delle celebrazioni del Giorno della Memoria e che inaugura il programma delle iniziative dedicate a “Palermo Capitale Italiana della Cultura”: una collettiva multimediale di opere di artisti italiani ed internazionali, a cura di Ermanno Tedeschi e Flavia Alaimo, prodotta dalla Fondazione Sant’Elia con l’assessorato alla Cultura del Comune di Palermo, che trova nell’arte contemporanea uno dei modi possibili per continuare a perpetuare il ricordo della Shoah. Cinquanta opere, tra dipinti, installazioni e video interviste che raccolgono le testimonianze tra gli altri della famiglia palermitana Hoffmann, di Daniel Libeskind, l’architetto di fama internazionale figlio di sopravvissuti, di Liliana Segre, scampata all’orrore di Auschwitz, e di Francesco Lotoro, massimo esperto di musica concentrazionale.
...
www.lastampa.it/2018/01/17/societa/la-shoah-i-migranti-e-la-memoria-due-mostre-per-non-dimenticare-1UajDGAxe89I4bfMWWuzhL/pag...