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In che senso una sorella non puo riprendere un fratello?

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    barnabino
    Post: 67.472
    00 17/04/2019 22:29

    In che senso ci sono sorelle insegnanti?



    Che lo fanno come professione. Io però non ho capito la tua perpessità rispetto alla situazione presentata.

    Shalom
    [Modificato da barnabino 17/04/2019 22:31]
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    Sijmadicandhapajiee, gente per cui le arti stan nei musei - Paolo Conte

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    frida18
    Post: 1.705
    00 17/04/2019 22:38


    Riporto un articolo TG del 99 Potete guadagnare il vostro fratello

    nell'articolo di studio che approfondisce Matteo 18:15-17
    non ho trovato alcun riscontro a quanto da te affermato
    dice che le parti in causa dovrebbero risolvere la questione
    a quattr'occhi e non specifica in alcun modo che se la parte offesa
    è una sorella deve stare zitta o delegare un marito, un parente o un fratello
    che discuta al posto suo la questione.




    Gesù diede un altro prezioso consiglio pratico su come risolvere certi problemi tra cristiani e come affrontare i torti

    2 Ricorderete le sue parole: “Se il tuo fratello commette un peccato, va e metti a nudo la sua colpa fra te e lui solo. Se ti ascolta, hai guadagnato il tuo fratello. Ma se non ascolta, prendi con te uno o due altri, affinché per bocca di due o tre testimoni sia stabilita ogni questione. Se non li ascolta, parla alla congregazione. Se egli non ascolta neanche la congregazione, ti sia proprio come un uomo delle nazioni e come un esattore di tasse”. In linea generale, cosa dovremmo fare se altri ci offendono?

    Questo vale in special modo quando siamo stati feriti da ciò che ha detto o fatto un nostro conservo cristiano. Spesso la cosa migliore è quella di passare semplicemente sopra all’offesa, di perdonare e dimenticare.

    Possono però esserci occasioni in cui forse pensate di dover risolvere una questione con un fratello o una sorella che vi ha offeso. In tal caso le parole di Gesù riportate sopra vi serviranno di guida.



    Gesù consigliò di ‘mettere a nudo la sua colpa fra te e lui solo’. Questo è saggio.
    Alcune traduzioni dicono di farlo “a quattr’occhi”
    . Quando si tratta benevolmente un problema in privato, di solito è più facile risolverlo. Se siete soli, è più facile che il fratello che ha detto o fatto qualcosa di offensivo o scortese ammetta il suo errore. Affrontando la cosa “a quattr’occhi” potreste accorgervi che più che di un peccato o di un torto deliberato si è trattato di un malinteso. Una volta che entrambi vi siete resi conto che c’è stato un malinteso, potete chiarirlo, non permettendo così che un fatto banale assuma proporzioni tali da rovinare i vostri rapporti. Perciò in linea di principio Matteo 18:15 si può applicare anche alle piccole offese della vita di ogni giorno.

    Tuttavia il contesto fa pensare che il peccato che Gesù aveva in mente fosse qualcosa di serio. Era abbastanza grave da poter far considerare il trasgressore “come un uomo delle nazioni e come un esattore di tasse”. Cosa implica questa frase?

    Perciò, a rigor di termini, in Matteo 18:15-17 si fa riferimento a peccati gravi, non a offese personali che si possono semplicemente perdonare e dimenticare. — Matteo 18:21, 22.*

    Quali peccati devono essere trattati dagli anziani? Che tipo di peccati potrebbero essere risolti fra due cristiani, in armonia con Matteo 18:15-17?

    Sotto la Legge alcuni peccati richiedevano più che il perdono della persona offesa. Bestemmia, apostasia, idolatria e peccati sessuali come fornicazione, adulterio e omosessualità dovevano essere riferiti agli anziani (o ai sacerdoti) e da essi esaminati. Questo vale anche nella congregazione cristiana. Si noti però che il tipo di peccati menzionati qui da Gesù potevano essere risolti fra due persone. Facciamo alcuni esempi: Per ira o gelosia una persona calunnia qualcuno. Un cristiano stipula un contratto con cui si impegna a eseguire un lavoro con determinati materiali e a finirlo entro una certa data. Un altro si impegna a restituire del denaro a rate prestabilite o entro una certa data. ….Si tratta comunque di errori che le due persone implicate possono sistemare fra di loro.



    Cercate di guadagnare il fratello

    Quali cose dovremmo tenere presenti nell’applicare Matteo 18:15?

    È bene agire subito, non lasciando che il problema si ingrandisca o che l’atteggiamento errato metta radici. E non dimenticate che rimuginarci sopra può danneggiare anche voi. Dato che la conversazione deve avvenire solo fra voi due, non parlatene prima con altri per raccogliere consensi o migliorare la vostra reputazione.

    Cosa ci aiuterà a guadagnare il fratello?

    Il vostro obiettivo dovrebbe essere quello di guadagnare il fratello, non di punirlo, umiliarlo o rovinarlo. Se ha veramente sbagliato, la sua relazione con Geova è in pericolo. In questa conversazione amorevole, ricordate che siete entrambi esseri umani imperfetti e peccatori. (Romani 3:23, 24) Quando il fratello si renderà conto che non avete pettegolato sul suo conto e che desiderate sinceramente aiutarlo, può darsi che troviate subito una soluzione. Questo modo benevolo e chiaro di affrontare il problema si rivelerà particolarmente saggio se emerge che entrambi avete una parte di colpa o che il problema è dovuto a un malinteso.

    Anche se l’offensore non ci ascolta, cosa potremmo fare?

    Se lo aiutate a capire che ha sbagliato e che si tratta di un errore serio, è possibile che si penta. Realisticamente, però, l’orgoglio può essere un ostacolo. Perciò anche se inizialmente non ammette l’errore e non si pente, potreste decidere di aspettare prima di portare avanti la cosa. Gesù non disse di ‘andare una volta sola e mettere a nudo la sua colpa’. Trattandosi di un peccato che potete risolvere fra voi, valutate la possibilità di parlare di nuovo con lui “a quattr’occhi” Che fare però se siete convinti che è stato commesso un peccato e che il fratello non intende sentir ragioni?

    Chiedete aiuto a persone mature



    . Gesù menzionò un secondo passo: “Se non ascolta, prendi con te uno o due altri, affinché per bocca di due o tre testimoni sia stabilita ogni questione”.

    Disse di prendere “uno o due altri”. Non disse che, dopo aver compiuto il primo passo, siete liberi di parlare del problema con molti altri, di contattare un sorvegliante viaggiante o di scrivere ad altri fratelli in merito ad esso.) Gesù disse di prendere uno o due altri. E chi potrebbero essere?



    A tal fine l’ideale sarebbe se l’“uno o due” fossero testimoni del torto. Forse erano presenti quando è stato commesso o hanno informazioni valide su ciò che è stato (o non è stato) fatto in una questione d’affari. Se non ci sono testimoni del genere, potreste portare degli esperti in materia, che sono quindi in grado di stabilire se si è trattato davvero di un’azione sbagliata. Per di più, qualora in seguito ce ne fosse bisogno, potrebbero essere testimoni di ciò che è stato detto, confermando i fatti esposti e gli sforzi compiuti. Non sono perciò semplici osservatori neutrali o arbitri; in ogni caso, sono presenti per aiutarvi a guadagnare il vostro e loro fratello.

    Perché gli anziani cristiani possono essere di valido aiuto se dobbiamo compiere il secondo passo?

    Quelli che portate non devono essere necessariamente anziani di congregazione. Tuttavia uomini maturi che sono anche anziani possono essere di valido aiuto grazie alle loro qualifiche spirituali Hanno esperienza nel ragionare e nel ristabilire fratelli e sorelle. Affrontare il problema in presenza di tali uomini maturi e pregare insieme a loro può creare un’atmosfera diversa, in cui è possibile risolvere anche un problema apparentemente insolubile. — Confronta Giacomo 5:14, 15.

    Un ultimo tentativo per guadagnarlo

    Qual è il terzo passo indicato da Gesù?

    Se con il secondo passo non si riesce a risolvere la faccenda, nel terzo vengono chiamati senz’altro in causa i sorveglianti della congregazione. “Se non li ascolta [riferito all’uno o due altri], parla alla congregazione. Se egli non ascolta neanche la congregazione ecc. ecc……




    Quindi se addirittura stiamo discutendo di situazioni più leggere
    offese dovute ad atteggiamenti
    bruschi, è ovvio che non esista il problema

    _________________________________________________
    ...le tue proprie consolazioni vezzeggiavano la mia anima
    salmo 94:19
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    Anthony.Sidra
    Post: 1.497
    Città: ZAGAROLO
    Età: 32
    00 17/04/2019 22:43
    Re:
    kierkegaard1, 17/04/2019 22.16:

    certo, le "riprensioni" di un anziano hanno persino valore giuridico dal punto di vista associativo. È una discussione inutilmente sessista e basata sul nulla.




    non è sessista.
    assolutamente.
    e meno ancora è priva di fondamento.
    ho gia definito il fondamento ovvero 1 corinti capitolo 11

    le donne in ambito teocratico sono poste sotto l'uomo comde autorità ma questo non le sminuisce, ansi queste possono sostituire l'uomo al occorrenza se portano un segno per riconoscere l'uomo come autorità

    ma solo in ambito teocratico, nelle faccende private, personali e altro la donna ha valore tanto quanto l'uomo.

    non è sessismo, ma ci sono stati dati compiti diversi tra uomo e donna, la riprensione è compito del uomo.
    la donna ha altri compiti.
  • kierkegaard1
    00 17/04/2019 22:56
    Ancora. Come dissi sin dalle mie prime obiezioni

    “Riprensione” è un termine TECNICO relativo all'ambito organizzativo/disciplinare, è questo il tipo di riprensione che è prerogativa dei pastori (non del “maschio”).

    I pastori hanno il diritto di “riprendere” e facendolo possono incidere sullo status giuridico/associativo delle persone.


    Tutti gli altri, maschi/femmine che non sono pastori, non hanno il diritto legale/religioso di compiere atti giuridici di questo tipo.

    Ma non tutte le riprensioni hanno conseguenze di carattere giuridico/associativo, e qui mi riferisco al concetto di riprensione in senso allargato: questo secondo genere di “riprensioni” non ha alcuna attinenza con le le precedenti e non sono esclusiva né maschile né femminile.

    Alla fin dei conti l'unica cosa che stai veramente dicendo è che solo gli uomini possono svolgere il ruolo di Pastore/Anziano ... e le donne no ... bella scoperta davvero! Non lo avevo capito
    [Modificato da kierkegaard1 17/04/2019 23:12]
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    Anthony.Sidra
    Post: 1.497
    Città: ZAGAROLO
    Età: 32
    00 18/04/2019 01:36
    Re:
    kierkegaard1, 4/17/2019 10:56 PM:


    Alla fin dei conti l'unica cosa che stai veramente dicendo è che solo gli uomini possono svolgere il ruolo di Pastore/Anziano ... e le donne no ... bella scoperta davvero! Non lo avevo capito




    fai lo spiritoso ?🙂
    dico questo dal mio primo intervento.
    giuridico/associativo sono riassumibili in "teocratico" e dico ciò dal mio primo post.
    ed ho risposto alla domanda iniziale ovvero :
    in che senso le sorelle non possono riprendere un uomo?
    quindi la risposta non cambia .
    se la riprensione ha carattere teocratico la donna non la può fare sulla base del capitolo 11 di 1corinti.

    poi che tu divaghi sulla questione di : quando le sorelle possono riprendere un uomo?
    é normale che non ci capiamo, per quanto siano argomenti simili il tuo é di fatto differente dalla domanda iniziale.
    [Modificato da Anthony.Sidra 18/04/2019 01:36]
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    (garoma)
    Post: 17.667
    TdG
    00 18/04/2019 06:34
    Forse mi sarà sfuggito, ma non ho ancora capito o letto, cosa si intende col termine riprendere.

    due situazione:

    1)una sorella nota che un fratello è piuttosto brusco nei suoi modi verso altri, va dal fratello e lo incoraggia a migliorare, forse gli mostra anche alcuni principi in merito.


    2) una sorella viene trattata un pò bruscamente da un fratello, si sente turbata e va dal fratello per esternargli i suoi sentimenti per eliminare ogni ,malinteso o sentimento negativo.

    A quale delle due situazioni potrebbe applicarsi il termine riprendere?
    Nel secondo caso, quale principio violerebbe la sorella?
    ***************************************************
    “Non aver timore, poiché io sono con te. Non guardare in giro,
    poiché io sono il tuo Dio. Di sicuro ti fortificherò.
    Sì, realmente ti aiuterò. Sì, davvero ti sorreggerò fermamente
    con la mia destra di giustizia”.
    (Isaia 41:10)

    ****************************************************


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    claudio2018
    Post: 4.141
    Città: BOCA
    Età: 52
    00 18/04/2019 08:11
    (garoma), 18/04/2019 06.34:

    Forse mi sarà sfuggito, ma non ho ancora capito o letto, cosa si intende col termine riprendere.

    due situazione:

    1)una sorella nota che un fratello è piuttosto brusco nei suoi modi verso altri, va dal fratello e lo incoraggia a migliorare, forse gli mostra anche alcuni principi in merito.


    2) una sorella viene trattata un pò bruscamente da un fratello, si sente turbata e va dal fratello per esternargli i suoi sentimenti per eliminare ogni ,malinteso o sentimento negativo.

    A quale delle due situazioni potrebbe applicarsi il termine riprendere?

    A nessuna delle due

    La prima reazione diventa un consiglio, un incoraggiamento a migliorare

    La seconda una giusta lamentela

    A me "riprensione" fa venire una bella tirata d'orecchi , un' ammonizione energica
    [Modificato da claudio2018 18/04/2019 08:19]
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    claudio2018
    Post: 4.141
    Città: BOCA
    Età: 52
    00 18/04/2019 08:27
    RIPRENSIONE (PERSPICACIA)

    Nell’uso biblico, atto col quale si cerca di convincere altri del loro errore per indurli a riconoscerlo e a correggerlo. Il rimprovero può invece essere una semplice censura che non mette a nudo l’errore fornendo delle prove. (Vedi RIMPROVERO). Il verbo ebraico yakhàch (riprendere) è un termine legale tradotto pure ‘chiedere conto’ (Isa 37:4), ‘mettere le cose a posto’ (Isa 1:18; 2:4). Il corrispondente termine greco è elègcho. Entrambi esprimono l’idea di convincere qualcuno che ha peccato ed esortarlo al pentimento. A proposito dell’uso di elègcho nella Settanta greca in molti casi in cui l’ebraico ha yakhàch, il Grande Lessico del Nuovo Testamento afferma: “Sta a indicare . . . la disciplina e la educazione dell’uomo ad opera di Dio nella pienezza della sua opera di giudice. Il concetto di disciplina implica qui tutte le gradazioni e i provvedimenti inerenti all’educazione, dalla convinzione del peccatore fino alla sua punizione, dalla educazione dell’uomo pio con misure disciplinari fino alla sua correzione nel senso dell’ammaestramento e del monito”. — G. Kittel, Brescia, 1967, vol. III, col. 390.

    Quando è necessaria. A chi aveva ricevuto un torto, la legge data da Dio a Israele rivolgeva questa esortazione: “Non devi odiare nel tuo cuore il tuo fratello. Devi riprendere senz’altro il tuo compagno, per non portare peccato insieme a lui”. (Le 19:17) Non si doveva covare risentimento verso il fratello che aveva sbagliato. Lo si doveva riprendere con l’intento di redimerlo dal peccato. Non assolvere questa responsabilità morale avrebbe favorito ulteriori peccati, e chi si fosse trattenuto dal riprendere il suo compagno avrebbe condiviso la responsabilità di tali peccati. — Cfr. Mt 18:15.

    A volte gli anziani che rappresentano la congregazione devono riprendere persone che hanno commesso gravi peccati, e qualche volta devono farlo in presenza di altri che sono a conoscenza di tale condotta peccaminosa. Questo tipo di riprensione non è riservato solo a coloro che l’accettano di buon grado. Gli anziani sono anche tenuti a “riprendere quelli che contraddicono” e a ‘riprendere con severità’ quelli che sono “insubordinati” e “inutili chiacchieroni”. — 1Tm 5:20; Tit 1:9, 10, 13.

    Nonostante la riprensione sia per il bene di quelli che la ricevono, non sempre gli sforzi di chi la impartisce sono apprezzati. Perciò Proverbi 9:7, 8 avverte: “Chi corregge lo schernitore si attira disonore, e chi riprende qualche malvagio, un difetto in lui. Non riprendere lo schernitore, affinché non ti odii. Riprendi il saggio e ti amerà”.

    Giusto atteggiamento. Poiché le Scritture sono ispirate da Dio, qualsiasi riprensione solidamente basata su di esse viene in realtà da lui. (2Tm 3:16) La riprensione di Geova è un’espressione di amore, da non aborrire o rigettare. (Pr 3:11, 12) Come capo della congregazione cristiana, Gesù Cristo, per affetto verso quanti ne fanno parte, si accerta che tramite uomini spiritualmente qualificati venga impartita la necessaria riprensione. (Ri 3:14, 19) I saggi si rendono conto che “le riprensioni della disciplina sono la via della vita”. — Pr 6:23.

    La peccaminosa tendenza umana è quella di offendersi per la riprensione e prendersela con il servitore umano mediante cui può essere stata impartita. Ma assecondando questa tendenza ci si abbassa al livello degli animali irragionevoli privi di senso morale; il proverbio ispirato afferma: “Chi odia la riprensione è irragionevole”. (Pr 12:1) Al contrario, il salmista Davide, egli stesso più volte ripreso, scrisse: “Se mi colpisse il giusto, sarebbe amorevole benignità; e se mi riprendesse, sarebbe olio sulla mia testa”. — Sl 141:5.

  • Hal.9000
    00 18/04/2019 09:24
    È un mondo difficile...
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    barnabino
    Post: 67.472
    10 18/04/2019 09:25

    1)una sorella nota che un fratello è piuttosto brusco nei suoi modi verso altri, va dal fratello e lo incoraggia a migliorare, forse gli mostra anche alcuni principi in merito



    Qui la sorella sta riprendendo il fratello, o comunque si pone molto al limite, la situazione infatti va oltre Matteo 5 perché non è solo un'offesa o un mainteso personale e la sorella non si limita a esprimere il suo stato d'animo ma insegna al fratello con la le scritture quella che pare una sua pecca spirituale.

    In questo caso vale ciò che dice Paolo: "Se vogliono spiegazioni le chiedano al marito" cioè la moglie ne parla con il marito o se non è sposata con un pastore e sarà lui poi a dare appropriati consigli con le Scritture se necessario. Ovviamente ci sono migliaia di situazioni e non è possibile fare delle regole, ma il principio è che una sorella non dovrebbe "insegnare" nella congregazione.

    Shalom
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    Sijmadicandhapajiee, gente per cui le arti stan nei musei - Paolo Conte

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    barnabino
    Post: 67.472
    00 18/04/2019 09:28
    Cladio,


    La prima reazione diventa un consiglio, un incoraggiamento a migliorare



    Secondo me va oltre il consiglio o incoraggamento, perché la sorella in questione si occupa non di qualcosa capitato a lei personalmente ma che riguarda la congregazione in generale, inoltre scavalca l'autorità del marito a cui è sottomessa, lei dovrebbe parlarne con lui e non agire indipendentemente.

    Shalom
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  • kierkegaard1
    00 18/04/2019 10:24
    Barnabino, stai parlando di riprensioni formali - che hanno conseguenze associative - tant'è vero che ad un certo punto invochi l'intervento degli anziani.

    Ma questo tipo di riprensione è precluso anche agli uomini. È invece lo status di "pastore" che autorizza a fare una riprensione ufficiale, non tanto il sesso di chi riprende.

    Le interazioni tra uomini e donne dovrebbero sempre avvenire con il massimo rispetto e davvero non posso credere di aver precedentemente letto che la "tirata d'orecchi" sarebbe in qualche misura una prerogativa maschile. Nessuno è autorizzato a fare tirate d'orecchi, portatemi una prova documentale del contrario.

    Le scritture precludono alle donne certi ruoli nella congregazione, verissimo. Ma che c'entra questo in una faccenda privata tra due soggetti? Quindi secondo te nelle conversazioni private tra donne non dovrebbero mai citarsi scritture o argomentare sulle stesse perchè sarebbe "insegnare"? Ovviamente non è così. Chiunque può fare osservazioni a chiunque, anche negative (nei limiti dell'educazione e di tutti gli altri buoni principi di questo mondo, che valgono per tutti) solo i pastori però fanno queste osservazioni con una valenza sul piano giuridico, ovvero con autorità, autorità preclusa agli altri.

    Ormai ho ripetuto questi concetti sin troppe volte non ha senso che io continui la discussione
    [Modificato da kierkegaard1 18/04/2019 10:54]
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    (garoma)
    Post: 17.667
    TdG
    10 18/04/2019 10:59
    Re:
    barnabino, 18/04/2019 09.25:


    1)una sorella nota che un fratello è piuttosto brusco nei suoi modi verso altri, va dal fratello e lo incoraggia a migliorare, forse gli mostra anche alcuni principi in merito



    Qui la sorella sta riprendendo il fratello, o comunque si pone molto al limite, la situazione infatti va oltre Matteo 5 perché non è solo un'offesa o un mainteso personale e la sorella non si limita a esprimere il suo stato d'animo ma insegna al fratello con la le scritture quella che pare una sua pecca spirituale.

    In questo caso vale ciò che dice Paolo: "Se vogliono spiegazioni le chiedano al marito" cioè la moglie ne parla con il marito o se non è sposata con un pastore e sarà lui poi a dare appropriati consigli con le Scritture se necessario. Ovviamente ci sono migliaia di situazioni e non è possibile fare delle regole, ma il principio è che una sorella non dovrebbe "insegnare" nella congregazione.

    Shalom


    Sono d'accordo con te, nel primo caso ella insegna, riprende il fratello per i suoi modi bruschi che coinvolgono altri, e indirettamente mette in discussione l'operato degli anziani che non aiuterebbero il fratello.

    Nel secondo caso ella esterna i suoi personali sentimenti, forse feriti, con l'obiettivo di non far sorgere sentimenti negativi verso il fratello, sempre se non riesce a passarci sopra e far finta di niente.


    ***************************************************
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    poiché io sono il tuo Dio. Di sicuro ti fortificherò.
    Sì, realmente ti aiuterò. Sì, davvero ti sorreggerò fermamente
    con la mia destra di giustizia”.
    (Isaia 41:10)

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    barnabino
    Post: 67.472
    10 18/04/2019 13:47
    Caro Kierk


    Ma che c'entra questo in una faccenda privata tra due soggetti?



    Ma infatti io parlavo dell'esempio di Garoma, in cui la situazione trascende la faccenda privata tra un fratello e una sorella e deborda nella questione pubblica, come quella di un fratello brusco con molti altri, certo può farglielo notare amichevolmente, ma una sorella non dovrebbe poi usare le Scritture per insegnarli come comportarsi, dovrebbe farlo fare al marito o se la cose è grave, tale da richiedere un intervento formale, agli anziani informandoli di quello che ha visto, dopo averne informato il fratello brusco dicendo di essere turbata dal suo modo di fare.

    Shalom
    [Modificato da barnabino 18/04/2019 13:53]
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  • kierkegaard1
    01 18/04/2019 13:56
    Re:
    barnabino, 18/04/2019 13.47:

    Caro Kierk


    Ma che c'entra questo in una faccenda privata tra due soggetti?



    Ma infatti io parlavo dell'esempio di Garoma, in cui la situazione trascende la faccenda privata tra un fratello e una sorella e deborda nella questione pubblica, come quella di un fratello brusco con molti altri, certo può farglielo notare amichevolmente, ma una sorella non dovrebbe poi usare le Scritture per insegnarli come comportarsi, dovrebbe farlo fare al marito o se la cose è grave, tale da richiedere un intervento formale, agli anziani informandoli di quello che ha visto, dopo averne informato il fratello brusco dicendo di essere turbata dal suo modo di fare.

    Shalom



    Fonti ufficiali x favore. Non proseguo oltre
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    erevnitis
    Post: 2.948
    00 18/04/2019 14:08
    Re:
    Caro barnabino


    Ma infatti io parlavo dell'esempio di Garoma, in cui la situazione trascende la faccenda privata tra un fratello e una sorella e deborda nella questione pubblica, come quella di un fratello brusco con molti altri, certo può farglielo notare amichevolmente,



    Quindi se io in qualità di sorella sono offesa da un fratello dai suoi toni non parlo di questione pubblica ma in privato scritturalmente gli posso fare notare che sta sbagliando?



    ma una sorella non dovrebbe poi usare le Scritture per insegnarli come comportarsi...... il fratello brusco dicendo di essere turbata dal suo modo di fare.



    Lasciamo stare la questione pubblica, rimaniamo in un contesto privato potrà dirgli quello che dicono le scritture in quanto al suo modo di agire , questo vorrebbe dire insegnare il fratello? Una sorella gli è permesso di farlo? Cosa dicono le scritture?



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    The.Witness
    Post: 806
    Città: MILANO
    Età: 84
    TdG
    00 18/04/2019 17:02
    Carissimi, posto alcuni riferimenti a pubblicazioni che esaminano i principi implicati e possono aiutarci a comprendere come si applicano tali principi senza andare agli estremi.

    Ognuno tragga le proprie conclusioni


    *** w89 1/3 p. 6 Chi sono i veri ministri di Dio? ***
    Paolo affermò anche, riguardo alle donne: “Se, dunque, vogliono imparare qualcosa, interroghino a casa i propri mariti, poiché è vergognoso per una donna parlare nella congregazione”. (1 Corinti 14:35) Ciò significa che se le sorelle non comprendono alcune affermazioni lette o fatte durante le adunanze, oppure ne sono turbate, non dovrebbero sollevare motivi di disputa davanti alla congregazione. Piuttosto, dovrebbero chiedere chiarimenti ai loro mariti quando sono a casa.


    *** w07 15/1 p. 4 Uomo e donna: a ciascuno un ruolo dignitoso ***
    Nella congregazione cristiana esiste una disposizione simile, ed esaminarla può esserci utile. L’apostolo Paolo scrisse: “Non permetto alla donna . . . di esercitare autorità sull’uomo, ma stia in silenzio. Poiché Adamo fu formato per primo, poi Eva”. (1 Timoteo 2:12, 13) Questo non significa che alle adunanze della congregazione cristiana la donna non debba mai esprimersi. Deve stare in silenzio nel senso che non deve contendere con l’uomo. Non deve sminuire l’incarico che egli ha ricevuto o cercare di insegnare alla congregazione. Il compito di dirigere la congregazione e di insegnare nel suo ambito è stato affidato agli uomini, tuttavia le donne contribuiscono notevolmente alla riuscita delle adunanze cristiane prendendovi parte attiva in vari modi.


    *** g78 8/11 p. 27 Il ruolo della donna nella congregazione del primo secolo ***
    Le donne dovevano rimanere in silenzio, non tentando di prendere parte all’attività di impartire istruzione pubblica. Con la loro attitudine e con le loro azioni, le donne cristiane dovevano mostrarsi pienamente sottomesse alla disposizione della congregazione circa l’insegnamento. Sarebbe stato inappropriato che una donna provocasse in pubblico un’obiezione, mettendosi così in mostra come dissenziente con gli uomini o facendo capire che il loro insegnamento fosse privo di chiarezza. Tale obiezione pubblica avrebbe rivelato da parte di una donna mancanza di umiltà e modestia e avrebbe alterato l’ordine e la serietà che dovevano esistere in un’adunanza di congregazione. D’altra parte, a casa poteva fare domande e il marito credente avrebbe aiutato la moglie a capire le cose nella maniera giusta. Tale domanda fatta a casa non si sarebbe riflettuta sfavorevolmente sulla moglie e non l’avrebbe fatta considerare impertinente e priva di modestia.


    *** w60 15/5 p. 318 Domande dai lettori (1) ***
    Il paragrafo del libro dice come commento: “Le sorelle non dovrebbero cercare di dar consigli ai fratelli dedicati. A questo proposito, ‘stiano in silenzio’. Esse non devono discutere nella congregazione coi fratelli, non li devono contraddire, né devono cercar di correggerli o di dar loro istruzioni.
    .... “Nella congregazione” le sorelle devono evitare di discutere, correggere o istruire i fratelli. Come spiega il libro “Questo significa vita eterna” a pagina 155: “La donna doveva imparare in silenzio nel senso di non discutere qui [nella congregazione] con gli uomini, sfidandoli ed entrando in discussione per dar luogo ad alterco, disprezzando l’assegnata posizione dell’uomo”....L’ammonimento di Paolo di stare “in silenzio” nella congregazione non vieta questo, perché si riferisce specificamente al loro “silenzio” in quanto ad istruire o consigliare gli uomini, discutendo o litigando con loro....Come questo non vieta del tutto alla donna di parlare nella congregazione, così il consiglio relativo sul far domande al marito a casa non significa che una sorella non possa mai fare una domanda durante un’adunanza di congregazione. Di nuovo la cosa che non si deve fare è di far domande in modo polemico e in tono di sfida, domande intese a dar consigli e istruzioni agli uomini nella congregazione...
    Si potrebbe anche aggiungere che queste istruzioni relative alla posizione della donna nella congregazione non intendono che se un fratello chiamato fa un commento sbagliato, una sorella chiamata in seguito debba rimanere in silenzio se conosce la risposta esatta, né che essa debba uniformare la propria risposta al commento sbagliato. Se è invitata a commentare essa può dare quella che secondo lei è la risposta esatta, naturalmente non in modo polemico, ma esponendo semplicemente la cosa come sta. Lo scopo e l’effetto del consiglio di Paolo e dei consigli dati dalle pubblicazioni della Società non è quello di soffocare la libera espressione della propria fede da parte di chiunque nella congregazione. Piuttosto è quello di preservare il giusto ordine teocratico di istruire e dirigere secondo il sistema d’autorità insegnato dalla Bibbia e di preservare l’unità e l’armonia del radunato popolo di Geova.





    [Modificato da The.Witness 18/04/2019 17:03]
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    frida18
    Post: 1.705
    00 18/04/2019 17:03



    Fatemi capire l’articolo della rivista trattando matt 18 e matt.5
    non si rivolge ad uomini e donne?
    perché non specifica che nel caso la parte offesa sia una sorella non si possono applicare questi principi?
    perché lo studio non specifica che l’argomento è esclusivamente per i fratelli?

    o le parole di Cristo che sono una guida per superare i contrasti.
    Hanno poco valore rispetto queste regole?

    a prescindere dal fatto che, … non penso esista una sorella che venendo in sala,
    non ha nulla altro da fare, che stare a guardare i fratelli a turno nella speranza di beccarne uno che reagisce in modo brusco con un altro componente della congregazione,
    Scopo di tutto questo spreco di tempo?….
    chiedergli di prendere la bibbia al versetto tot e farglielo leggere a mò di visita pastorale.
    Non avete l’impressione che l’ esempio portato è un caso limite e pure assurdo ?
    Che nel migliore dei casi arrivano il tempo di salutare e vanno al posto
    ma che gliene può importare di quello che fanno i fratelli...?

    E poi se proprio dovesse capitare la sorella il versetto è più logico che
    glielo cita parafrasandolo, quindi in una conversazione assolutamente spontanea e informale


    Invece le parole di Cristo sono eccellenti perché abbracciano una vasta gamma di aspetti in cui ci troviamo tutti i giorni,
    Nostri fratelli possono essere vicini di casa, compagni di viaggio, colleghi di lavoro, situazioni di tutti i giorni in cui è probabile vengano fuori difetti
    che irritano.
    Ed è li che bisogna esercitare padronanza di sé e sforzarsi di mettere in pratica le parole di Gesù per mantenere la pace

    _________________________________________________
    ...le tue proprie consolazioni vezzeggiavano la mia anima
    salmo 94:19
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    admintdg5
    Post: 6.405
    Città: MILANO
    Età: 49
    Admin
    10 18/04/2019 17:50
    Re:
    Hal.9000, 18/04/2019 09.24:

    È un mondo difficile...




    [SM=g27985] eh si!
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    barnabino
    Post: 67.472
    10 18/04/2019 19:00

    Quindi se io in qualità di sorella sono offesa da un fratello dai suoi toni non parlo di questione pubblica ma in privato scritturalmente gli posso fare notare che sta sbagliando?



    Se parliamo dei passi di Matteo 16 lo deve fare in presenza del marito ma senza usare la Bibbia, tutt'al più può mostrare le spiegazioni date dallo Schiavo dove sono citati principi biblici, altrimenti rischia di scavalcare il principio di autorità autorità. Usare la Bibbia sarebbe come insegnare ad un fratello, cosa che la donna non può fare. Se parliamo di offese di lieve entità o solo malintesi è sufficiente appianare le cose in modo amichevole.

    Shalom




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