Caro Angelo
Chiedere qual'e' il suo nome implicava chiedere quale fosse il suo rango , la sua reputazione , la sua forza . Significava ricercare nel nome del Dio che Mose rappresentava quelle credenziali che avessero dato fiducia agli Israeliti di poter essere liberati da quel Dio.
Erano in Egitto da 400 anni e di Dei egiziani ce n'erano molti . Ognuno di questi Dei aveva un nome a cui era associata una potenza su qualcosa. Loro vivevano in quel contesto quindi chiedere a Mosè il nome del Dio che lo mandava aveva più che senso . Chi era questo Dio ? Qual'era la sua reputazione , la sua fama in relazione alla capacità di liberare ?
È vero che si era manifestato ai patriarchi ma non si era ancora fatto un nome come proprietario di un popolo e liberatore dalla schiavitù ad altri Dei . Quindi erano in un contesto del tutto nuovo rispetto al loro passato in cui Geova non si era ancora fatto conoscere per la qualità di liberatore e supremo sopra tutti gli altri Dei .
Di li a poco gli Israeliti lo avrebbero conosciuto sotto questo importante aspetto , come il loro liberatore .
Geova "colui che fa divenire" avrebbe fatto divenire sé stesso il loro potente liberatore e Dio . Avrebbe mostrato d'essere ciò che avrebbe mostrato d'essere cioè quello che loro si aspettavano da secoli
Il contesto di Esodo e le scritture che hai citato indicano che questo era il motivo per cui Dio disse quelle parole e non sottolineare la sua autoesistenza che non c'entrava nulla con le loro speranze di liberazione e quindi con il senso della loro domanda
Ciao
[Modificato da claudio2018 28/07/2019 13:15]