Coloro che vivevano all’epoca della stesura dei primi libri delle Scritture Ebraiche avevano idee fantasiosissime sulla forma della Terra e su dove essa poggiasse. Stando all’antica cosmologia egizia, l’Universo era una scatola rettangolare, disposta in senso nord-sud, come l’Egitto. La superficie solida si trovava sul fondo, come una pianura leggermente concava. Ai quattro punti cardinali, vette altissime reggevano il cielo, che era immaginato come un coperchio metallico, piatto o convesso, bucherellato, da cui pendevano le stelle, come tante lampade sospese come da funi. Secondo altre teorie la Terra era invece come un vassoio che galleggiava sulle acque. Anassimandro, astronomo e filosofo greco del VI secolo a.C., sosteneva che la Terra era cilindrica, con la larghezza tre volte maggiore della sua profondità, e che solo la parte superiore era abitata.
Ma in effetti, l’idea più diffusa era che la Terra fosse piatta. Di tale parere era Anassagora, filosofo greco del V secolo a.C. La pensava diversamente Pitagora (VI secolo a.C.), il quale formulò la teoria che, dal momento che la Luna e il Sole erano sferici, anche la Terra doveva essere una sfera. Aristotele (IV secolo a.C.) in seguito ne convenne, spiegando che la sfericità della Terra era dimostrata dalle eclissi lunari. L’ombra della Terra sulla Luna è infatti una linea curva e non piatta.
Un notevole passo avanti in tal senso veene fatto da Eratostene (275-195 a.C.), il primo a determinare grossolanamente le dimensioni della Terra. Egli aveva notato che a mezzogiorno del solstizio estivo, mentre a Siene (l’odierna Assuan, presso il Tropico), il Sole illuminava il fondo di un pozzo (era quindi perpendicolare), ad Alessandria l’ombra di uno gnomone verticale formava con esso un angolo di 7,2° (la differenza delle loro latitudini). Dividendo 360° (la circonferenza completa o angolo giro) per questo valore, egli ottenne che la distanza tra le due località era un cinquantesimo della circonferenza dell’intera Terra. Moltiplicando quindi la distanza delle due città (5000 stadi) per cinquanta, Eratostene ottenne che la circonferenza della Terra era di 250 mila stadi, valore che corresse in seguito a 252 mila stadi. L’indeterminazione di tale misura consisteva nel valore esatto dello stadio, valore che variava da luogo a luogo, generalmente compreso tra i 160 e i 185 metri. Se si considera il valore dello stadio greco pari a 157,5 metri si ottiene una circonferenza terrestre pari a poco meno di 40.000 chilometri (non lontano da quella vera, che è di 40.008 chilometri). Se si suppone invece che Eratostene abbia usato lo stadio attico, adoperato anche da Dicearco (177,6 metri), la misura della circonferenza terrestre risulta di circa 44.850 chilometri, quindi superiore a quella reale.
Altre misure vennero pure eseguite da Posidonio nel I secolo a.C. e da astronomi arabi nell’alto medioevo; ma la questione della circonferenza terrestre restò sostanzialmente invariata fino al XVII secolo, cioè fino alla rinascita delle scienze. Molto probabilmente, con le invasioni barbariche, andarono perse molte delle concezioni avanzate fino a quel tempo.
Sta di fatto che la nozione di una Terra piatta, con la sola parte superiore abitata, non scomparve completamente. Alcuni non potevano accettare la conseguenza logica di una Terra rotonda: il concetto di antipodi.
Lattanzio, apologeta cristiano del IV secolo d.C., ne mise in ridicolo l’idea stessa:
“ Vi può essere qualcuno tanto sciocco da credere che vi siano uomini le cui orme restino più in alto delle loro teste?...che le messi e gli alberi crescano volti verso al basso e le piogge e le nevi e la grandine cadano in terra da una direzione contraria? ”
Nell’VIII secolo d.C. il monaco irlandese Fergal, divenuto poi noto come Virgilio (o Virgilio il Geometra), fu al centro di una feroce disputa ideologica con l’anglo Bonifacio da Crediton relativa alle stesse speculazioni cosmografiche. Il soggetto della disputa finì nelle mani di Papa Zaccaria di S. Severina, il quale, con una lettera datata 1° maggio 748, dava ragione all’irlandese:
“ ...ci sono sotto la terra un altro mondo e altri uomini e Sole e Luna. ”
Diversamente da tutte le dissertazioni filosofiche e scientifiche analizzate, il libro biblico di Isaia, scritto attorno al VIII secolo a.C., riportava:
Isaia 40 : 22
“ C’è Uno [Dio] che dimora sul circolo [chugh] della Terra,
i cui abitanti son come le cavallette”
Secondo il Dizionario Ebraico e Caldaico di F. Scerbo (Libreria Editrice Fiorentina) il termine chugh, tradotto “circolo”, può anche significare “sfera” o “globo”. A questo riguardo, le versioni della Bibbia a cura di mons. B. Mariani e la Versione Riveduta della Bibbia Rabbinica edita da Marietti, rendono Isaia 40 : 22 così: “Egli...siede sul globo della Terra ”.