Questo è il testo greco di 1 Pt. 4:6
"
eis touto gar kai nekrois eueggelisthe hina krithosi men kata anthropous sarki zosi de kata theon pneumati"
alla lettera:
"
per questo infatti anche ai morti fu annunciata la buona notizia, così che siano giudicati secondo gli uomini nella carne, vivano invece secondo Dio nello spirito"
Innanzitutto qui i "morti" sono da intendersi in senso spirituale (confr. Efes. 2:1), non si parla di condanna, dato che in 1 Pt. 4:6 viene usato il verbo
krino, che significa "
giudicare".
Pietro sta dicendo, si confronti 1 Pt. 4:2, di non vivere il rimanente della nostra vita "
nelle passioni umane", come la Bibbia CEI traduce "
en sarki", "
nella carne".
Il contrasto è tra il vivere
nelle passioni umane e il vivere secondo la volontà di Dio, quindi
nello spirito non più seguendo i desideri carnali, poichè chi ha sofferto "
en sarki", nella carne, (1 Pt. 4:1) ha cessato con il peccato, per vivere quindi il resto della vita non nelle passioni umane ma secondo la volontà di Dio.
La contrapposizione è tra la sarx e il pneuma, si confronti 2 Cor. 7:1, “
contaminazione di sarx e di pneuma”, cioè contaminazione nella carne, nella persona esteriore e carnale, e contaminazione di spirito, cioè nella spiritualità e nella persona interiore.
La stessa cosa accade in 2 Pt. 4:6: chi ha sofferto nella
sarx, nella carne ha cessato con il peccato.
A quale fine?
Al fine di vivere il resto della sua vita non più nelle “
passioni umane ma secondo la volontà di Dio”(1 Pt. 4:2 CEI), non più quindi nella vita “carnale”, peccaminosa di prima ma secondo la volontà di Dio, cioè nel modo di vivere non dettato dalla carnalità (un modo di vivere che Dio disapprova, confronta Rom. 8:8: chi vive nella
sarx, cioè in armonia con la carne, la carnalità, vivendo una vita peccaminosa non può piacere a Dio) ma dalla spiritualità secondo la volontà di Dio.
Un tempo si viveva quella vita dissoluta (1 Pt. 4:3) ma ora non più, per questo gli uomini parlano ingiuriosamente, oltraggiosamente di coloro che hanno smesso di vivere quella vita dissoluta “
nella carne” e che hanno scelto di vivere, invece, una vita che Dio approva “
nello spirito”, cioè senza alcuna contaminazione sia di carne che di spirito, si confronti di nuovo 2 Cor. 7:1!
Coloro che parlano oltraggiosamente poi dovranno rendere conto a Colui che giudicherà sia i vivi che i morti e
qui Paolo una un gioco di parole con l’ aggettivo nekros, “morto”, esattamente come fa Gesù in Gv. 5:24-25, 27-29, laddove nekros nei vv. 24-25 è usato nel senso di “morti spirituali” , cioè in senso spirituale (si confronti Efes. 2:1,5 e Luca 9:60, i nekrous in senso spirituale seppelliscono i nekrous in senso letterale!!!) .
Infatti Paolo, nel versetto 6, dice che la buona notizia fu dichiarata ai morti in senso spirituale: a che scopo? Allo scopo di essere “
giudicati secondo gli uomini nella carne, vivano invece secondo Dio nello spirito”, letterale dal greco.
Cioè a dire che la buona notizia è stata dichiarato a chi era “morto” a motivo dei falli e dei peccati di un tempo (Efes. 2:1, 5) affinchè egli possa essere giudicato secondo gli uomini, cioè secondo il loro punto di vista, nella carne, cioè in quanto alla carne, alla loro vita carnale (
e il giudizio degli uomini è avverso, come visto nel v. 4….) ma possano vivere secondo Dio nello spirito, cioè dal punto di vista di Dio in quanto allo spirito, cioè “
non più nella passioni umane, ma secondo la volontà di Dio”, come specificato al v. 2!