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Disassociazione: "Condanna all'invisibilità", ovvero a "Non esistere"

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    soffiodipoesia
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    Città: MILANO
    Età: 61
    00 18/01/2009 12:06
    Il Disassociato viene condannato alla Non - Esistenza. Almeno per gli altri. Forse una delle cose peggiori a cui un Uomo possa essere condannato.




    Disassociazione: Condanna all’Invisibilità

    Carissimi.

    Ricordo, tempo fa, un episodio della bella serie “Ai Confini della Realtà”.
    Si parlava di una persona che, per avere un comportamento gretto ed insensibile, subisce una condanna.
    La condanna non era la detenzione, la privazione di qualche libertà o simili.
    La sua libertà di azione era totale. Soltanto, era condannato all’invisibilità.
    Cosa è, qualcuno si chiederà? Molto semplice: alla persona veniva applicato un marchio indelebile in fronte, che poteva essere rimosso solo da un’apposita macchina, dopo il tempo stabilito. Questo faceva della persona un “Invisibile”.
    Vale a dire che nessuno poteva in alcun modo comunicare con lui, né rivolgergli la parola. Si doveva trattare, insomma, come se davvero “non esistesse” o “non si vedesse”.

    È una delle forme di sofferenza più grosse che si possa infliggere ad una persona. Infatti, come ricordava lo stesso Fromm, la paura più grande dell’Uomo, animale sociale per antonomasia, non è quella di restare soli, vale a dire quell’atavica paura di non avere nessuno vicino.
    Uno dei nostri bisogni principali, infatti, è sentire l’altra persona, in qualsiasi modo.
    C’è chi cerca il conflitto, chi può godere, in certe situazioni, anche dei maltrattamenti (esiste il masochismo, anche a livello psicologico e psicanalitico).
    Ma l’essere trattati male è un segnale che l’altro ci dà per dirci che esistiamo, che per lui siamo una presenza tangibile. In fondo, il maltrattamento è una forma di considerazione.
    Anche il fatto di osservare una persona e poi ignorarlo è una forma di considerazione. Anche se molto triste e deludente. Ma una forma di considerazione. È un modo per sentire che “l’altro c’è”, che “l’altro esiste”.

    La più grande sofferenza che si possa infliggere ad una persona è l’invisibilità. Vale a dire, trattarlo come se non esistesse. È la forma più terribile di indifferenza.
    È il vero modo con cui una persona viene “sottratta al Mondo”. Per il Mondo, lui non esiste più.

    La persona, disperata, nel Film “bramava” il contatto umano, e non lo poteva avere. Gridava il suo bisogno di “esistere”, e non lo poteva ottenere.

    Qualche tempo fa, ad un incontro dei Testimoni di Geova, ho visto in fondo un ragazzo disassociato. Era presente, ascoltava.
    Solo una differenza: era completamente ignorato. Ma non trattato male, semplicemente era trattato come se non ci fosse.
    Il suo volto denotava tristezza, forse anche un po’ di sgomento.
    Alla fine dell’incontro, ha atteso la fine del canto, al quale ha partecipato, e poi si è allontanato. Per gli altri, era come un fantasma.

    Quando ho visto la scena, ammetto che mi si è stretto il cuore. Sono stato male per lui.
    Il mio desiderio è stato quello di parlargli, di dirgli che tutti abbiamo il diritto di essere considerati, bene o male, ma di esistere.

    Di esistere, appunto. Infatti, la cosa peggiore che possa capitare ad una persona è proprio questa: non esistere per il Mondo. Di fatto, è “fuori dal Mondo”.

    Almeno dal Mondo che lui si è costruito. Almeno, da quello che lui ha sentito come tale.

    Ho poi, il giorno dopo, chiesto spiegazioni ad un Anziano della Congregazione. Mi ha detto che questa persona, figlio di testimoni di Geova, aveva fatto una cosa piuttosto grave, e per questo era stato disassociato. Ho chiesto cosa fosse la cosa così grave commessa. E non ho ricevuto alcuna risposta in merito.

    Ma mi chiedo: cosa può essere così grave da condannare una persona a “non esistere”? Mi sembra davvero una cosa terribile! Cosa può essere così grave da considerare una persona come se non ci fosse, come se davanti a sé ci fosse il nulla?
    Credo che nessuno potrebbe mai pensare davvero cosa questo significhi! E che se amiamo non possiamo condannare una persona al non essere!

    L’immagine del ragazzo, dallo sguardo triste e spento, che si allontana, è ancora in me. E credo che nulla può giustificare una cosa simile!

    Se la cosa, in un Gruppo, capitasse a me, tutto sommato ci rimarrei un po’ male ma soltanto questo. null’altro potrebbe essere la mia sensazione! Infatti, se un Gruppo mi isolasse in questo modo, ho comunque altri Amici che invece sono lieti della mia presenza!
    Ma per un testimone di Geova la Congregazione è il tutto. Per molte persone che seguono questa Via Spirituale, non vi sono altri rapporti di amicizia al di fuori dell’Organizzazione dei Testimoni di Geova.
    Quindi, condannare la persona a essere ignorata è come condannarla a non esistere. È come dire che, per gli altri: “lui è morto”.

    Se ci penso, direi che potrebbero venirmi i brividi! E posso immaginare la sensazione di questo ragazzo.

    Il mio desiderio è quello di parlargli, dirgli che io non sono un Testimone di Geova, e che posso parlare con chi voglio. Che non accetto questo modo di pensare e di sentire.
    Ma soprattutto, dirgli, come dice anche la Programmazione Neuro Linguistica (che diversi conoscono e chiamano con la sigla PNL), che al Mondo c’è abbondanza. Abbondanza di cose, di persone, di situazioni. Che, per un Gruppo di persone che lo ignora, ci sono molte altre persone che sarebbero felici di avere la sua presenza, di parlare con lui, di donargli quel calore umano che l’Organizzazione gli ha tolto.

    Forse chi attua questi atteggiamenti, chi li avalla, non si rende conto davvero cosa sta provocando nell’altra persona, quando li attua. Non si rende conto dei traumi che può provocare.
    Vale la scena del film di cui parlavo. La persona che grida: “Guardate che ci sono, non sono invisibile!”. Il suo grido è quello che posso attribuire a coloro che subiscono questo trattamento.
    E lo sento dentro di me!

    Con il desiderio di dire che questo non è vero, e non può esserlo!

    Per me che sono legato ad una cultura che considera Karma e Vite Passate, l’affermazione è che, chi comunque si rende complice di queste situazioni, pagherà per quello che ha fatto. La Legge del Karma non fa sconti di nessun genere. E chi avalla questi atteggiamenti, comunque ne è complice.

    Il film di cui parlavo finiva in maniera bellissima: una donna, anche lei condannata all’invisibilità, urla. L’uomo che ha scontato la sua condanna, ed è tornato accettato dal Mondo, l’abbraccia, e gli dice “Io ti vedo, tu non sei invisibile!”. E l’abbraccia, mentre delle sfere volanti di controllo gli dicono, in maniera meccanica e metallica: “E’ vietato parlare con gli invisibili”. Ma la persona le ignora, e continua ad abbracciare la persona, che ora risente di nuovo il calore umano.
    Si lascia pensare che questa persona verrà, per quello che ha fatto, condannata ancora all’invisibilità. Ma la voce narrante dice che “Ora porterà quel marchio come un vanto”.

    Nei Testimoni di Geova vige la stessa cosa: è vietato parlare con gli “invisibili”, quindi con i disassociati, che l’Organizzazione ha “Condannato all’invisibilità”.
    Chiunque lo fa, “rischia a sua volta l’invisibilità”, vale a dire di essere disassociato. E di subire quindi lo stesso trattamento.

    Come vedete, l’analogia è molto forte. E, siccome la paura di rimanere soli è, come dicevo, la più grande dell’Uomo (è, come dicevo, come “non esistere”) allora tutti “accettano” questo comportamento.
    Ma come ho detto, se lo fanno sono complici.

    Davvero, sogno che qualcuno possa dire a persone di questo tipo, abbracciandole: “No, tu non sei invisibile!”. Possa far loro sentire che esistono, che sono vive, che sono degne di essere considerate almeno come persone!

    Poi, se a loro volta saranno “condannate all’invisibilità”, la porteranno come un vanto. Per essere stati Uomini davvero, ed avere capito che le persone vanno considerate come tali. Che sono vive, e non possono essere considerate a livello di non esistenza.
    E poi, se molti lo facessero, sarebbe un oggetto di riflessione. Come spesso dico, se si è compatti nell’agire, nel dire no a qualcosa di ingiusto, allora non si è più punibili.
    Se una persona lo fa viene disassociato. Ma se lo fanno in 10, in 20…. Allora anch’essi verranno disassociati. Ma saranno tanti. E se lo fanno in 1000, in 10.000, nessuno potrà far loro più nulla.
    La solitudine crea i problemi, l’essere isolati li amplifica (quindi, non sapete che male si all’altra persona ad isolarla in questo modo!), ma l’essere uniti li annulla. Quando si è davvero “come uno”, tutto svanisce.

    Quindi, spero davvero che qualcuno decida di “rompere” questo muro di isolamento attorno alle persone disassociate. E che decida di abbracciarle, dicendo: “No, tu non sei invisibile!”.
    Poi, sia un vanto l’invisibilità alla quale si è condannati!
    Ma se lo si fa in molti, nessuno verrà più condannato! E semplicemente si sarà persone che trattano loro simili come Uomini.

    Per quanto mi riguarda, il mio invito è anche a tutti coloro che frequentano le Adunanze e vedono disassociati ignorati. Se potete, avvicinateli e parlate loro.
    Io mi riprometto di farlo, quando tornerò ancora a qualche Adunanza. Naturalmente, se questa persona non “sparirà” subito. Gli “invisibili” spariscono come il vento, perché comunque sarebbe ancora peggio rimanere a lungo invisibili!
    Comunque, se potete, rincorreteli. E se in qualche modo vi viene detto che nella Sala non si può parlare loro (in fondo, è un diritto dell’Organizzazione farlo: in Casa propria ognuno impone le sue regole!)

    E a tutti coloro che possono leggere questo, ricordate che può essere bello abbracciare la persona, dicendo: “No, tu non sei invisibile!”. E portare “l’Invisibilità” come un marchio di orgoglio, e non di certo di infamia.
    E poi, nel Mondo c’è abbondanza, come dicevo. Se qualcuno ti evita, altri ti vogliono e cercano la tua compagnia.
    Quindi, il problema potrebbe essere meno rilevante di quello che si possa pensare.

    Ma, come dicevo, se si accetta quello che, in questo caso, viene indicato dall’Organizzazione, si è complici di qualcosa di davvero triste e brutto. E, in qualunque modo, si è complici della sofferenza che si sta infliggendo all’altro.
    Quindi, secondo me, è bello immaginare che molta gente possa “spezzare” questa situazione, davvero triste. E ridare alle persone condannate alla “Non esistenza” il sorriso, che decisamente meritano.

    Vi auguro un cammino di consapevolezza e gioia, che sia libero dall’infliggere sofferenze agli altri, e che cerchi sempre di donare gioia a tutti quelli che vi sono vicini.

    Sergio.









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    studioso88
    Post: 70
    Età: 35
    00 19/01/2009 00:24
    Re: Il Disassociato viene condannato alla Non - Esistenza. Almeno per gli altri. Forse una delle cose peggiori a cui un Uomo possa essere condannato.
    Non ho letto tutto.
    Ho letto della tua esperienza..è normale che gli anziani non dicano in giro i peccati commessi da chi viene disassociato.

    Comunque prima di arrivare alla disassociazione ne passano di riunioni per vedere la cosa dal punto di vista biblico!
    La disassociazione è l'ultimissimo dei provvedimenti.
    Se vieni disassociato è perhè VUOI essere disassociato.
    Non hai intenzione di tornare indietro.

    A parte che è stato detto in 1000 topic.
    E poi quello di non rivolgere la parola a queste persone è un comando biblico.
    Prima di essere disassociati si conosce già la conseguenza..
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    Chameleon.
    Post: 6.346
    TdG
    00 19/01/2009 00:48
    Infatti...proprio oggi abbiamo considerato come la disassociazione è l'ultimo provvedimento, che arriva solo quando si è davvero incalliti e impenitenti nel commettere un peccato, quando si respinge qualsiasi amorevole invito a cambiare atteggiamento.
    Se si vuol fare di testa propria, che lo si faccia: ma non ci si può aspettare che tutto resti come prima, rapporti con gli altri compresi. Si va ostinatamente contro dei princìpi biblici, e chi si schiera in questa maniera non può far parte della congregazione, nè mantenere rapporti di fratellanza con gli altri componenti.
    Altrimenti se uno di punto in bianco vuol fare i suoi comodi e pretende che non cambi nulla rispetto a quando si è battezzato, il battesimo stesso diventa una farsa.
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    barnabino
    Post: 67.472
    00 19/01/2009 00:53

    Vale a dire che nessuno poteva in alcun modo comunicare con lui, né rivolgergli la parola. Si doveva trattare, insomma, come se davvero “non esistesse” o “non si vedesse”.



    Premetto che non è questo che significa la disassociazione. I TdG non rivolgono la parola ai disassociati per questioni di svago o religiose, visto che VOLONTARIAMENTE hanno deciso di lasciare la comunità, ma in tutti gli altri campi i disassociati vengono trattati come individui.

    I TdG non sono "macchine" e sanno che la loro disciplina non ha lo scopo di annullare una persona, ma al contrario è un gesto amorevole, duro, ma necessario per far tornare in sé una persona che pecca contro Dio. Come un padre che punisce il figlio, non per annullarlo ma per aiutarlo.

    Chi non è TdG non può neppure capire i sentimenti che proviamo verso un fratello che si è allontanato da Dio al punto di decidere di peccare deliberatamente.

    Shalom

    --------------------------------------------------------------------
    Sijmadicandhapajiee, gente per cui le arti stan nei musei - Paolo Conte

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    soffiodipoesia
    Post: 130
    Città: MILANO
    Età: 61
    00 19/01/2009 03:49
    Commenti:


    Carissimi.
    Grazie per le vostre risposte, sempre interessanti.

    Per quanto riguarda la Disassociazione, ho letto che per qualcuno è un "Comando Biblico".
    Naturalmente, ai Testi Sacri si può far dire tutto e il contrario di tutto. Soprattutto quando vengono estrapolati dei versetti al di fuori del contesto da cui provengono.
    In tal caso, possono significare tutto.
    E' come dire: "Fa freddo e nevica, è meglio mettersi dei guanti". Qui, i guanti hanno la funzione di proteggere dal freddo.
    Oppure dire: "Attenzione, questo prodotto è tossico: meglio mettersi dei guanti". In questo caso i guanti hanno la funzione di proteggere da sostanze tossiche.
    Ma se leggiamo soltanto "Meglio mettersi dei guanti" si può ottenere di tutto.

    Quindi, non so che tipo di comando voi citiate in questo caso. Ma probabilmente è un comando estrapolato dal suo contesto. E che quindi, da valore particolare, assurge a valore universale.

    Nessuno può suggerire, in generale, un qualcosa di questo tipo. Non credo proprio! Probabilmente, si riferisce a qualche particolare caso, ma non alla regola da seguire.

    Per quanto riguarda le persone che "scelgono" di lasciare una struttura, io credo che le Vie non siano una sola, ma diverse. Almeno, quelle che possono portare in vetta alla montagna.
    Quindi, è lecito che una persona lasci una Via per andare verso una che, in quel momento, "sente" di più.

    E' lecito.
    Un esempio: presso il Centro di Pratica di Thich Nhat Hanh (www.esserepace.org) vi era un Maestro, Thai Doji (non so se ho scritto giusto) che ha dato molto a tutta la Tradizione.
    Poi è tornato a praticare nella sua Tradizione d'Origine (il Soto Zen). Ma non per questo nella Tradizione di Thich Nhat Hanh viene visto come un "reietto". Anzi, le sue Meditazioni vengono a tutt'oggi praticate.

    Citavo già in passato i principali Maestri Europei di questa Tradizione: Karl ed Helga Riedl. Questi praticavano nella Tradizione di Osho (www.osho.com - www.oshoamici.it). Da qui sono passati al Buddhismo Tibetano, vivendo per diverso tempo al Centro Tibetano "Lama Tzong Khapa" di Pomaia (Pi) (www.iltk.it), per poi passare alla Tradizione di Thich Nhat Hanh (hanno, tra l'altro, conosciuto il Maestro Thich Nhat Hanh proprio quando a Pomaia praticavano nella Tradizione Tibetana), e hanno fondato l'"Intersein Zentrum" (www.intersein-zentrum.de), il principale Centro di Pratica in questa Tradizione in Europa, dopo "Plum Village" (www.plumvillage.org), il Centro dove, appunto, vive lo stesso Thich Nhat Hanh.

    Nessuno dei Gruppi che hanno lasciato li vede come "Apostati" o "Reietti". A Pomaia, tutti gli anni, tengono uno o due ritiri nella loro Tradizione, ad esempio, e mantengono rapporti di amicizia con il Centro ed i suoi membri.

    Credo che questo sia un esempio Spirituale adeguato: di come vada intesa la Spiritualità. Dove il "cambiare percorso" non deve essere visto come qualcosa di terribile, ma come una scelta del tutto lecita.

    Chi lascia un Gruppo, quindi, non deve essere evitato, ma semplicemente visto come una persona che ha fatto altre scelte.
    Credo che sia questo l'atteggiamento corretto da tenere.

    Tutto il resto è da evitare.
    Esempio di questo tipo dovrebbero essere "scuola" anche per voi.

    naturalmente, nel vostro Gruppo, siete liberi di fare quello che volete. E di agire come meglio sentite.

    Naturalmente, però, ricordate che quello che seminate raccoglierete.
    E se infliggete sofferenza a qualcuno in modo inutile, dovrete pagarne il prezzo.

    Credo che occorra divenire consapevoli che atteggiamenti di questo tipo sono del tutto non Spirituali. E non hanno significato per la crescita umana e personale.
    Vanno quindi evitati. Sinceramente, come dicevo, se un numero considerevole di voi decidesse che questa norma non ha significato, e va evitata, questa norma sparirebbe.
    Il mio consiglio, quindi, spassionato, è di agire come la Spiritualità richiederebbe, e non come i vostri regolamenti richiedono.

    Così facendo generate sofferenza, e non è il caso! Siamo qui per generare gioia ed Amore, non per far soffrire! Siamo qui per alleviare le sofferenze di chi soffre, non per causare sofferenza!

    Quindi, credo sia ora di interrompere questa commedia grottesca, ma anche molto amara.
    Perché di commedia si tratta, e non di buon livello.

    Quindi, per favore, credo sia il caso di diventare davvero "Uomini" e non "Marionette" nelle mani di qualcun altro.
    Se si diviene liberi, e si riflette per un attimo su quello che si sta facendo, lo si smette subito di fare.
    E si capisce che stiamo interpretando la Bibbia non come dovrebbe essere interpretata.

    Mi riprometto, quando dovessi partecipare a qualcun altra delle vostre Adunanze, se vedrò un disassociato, di andare a parlare con lui. Di proposito. Quasi in segno di "sfida". Forse qualcuno potrebbe capire.
    E se qualcuno mi dirà che non è consentito, la mia risposta sarà soltanto del tipo: "Non è consentito ai Testimoni di Geova, ma io non lo sono!".
    Mi potrebbe essere indicato che non posso farlo all'interno della Sala. E' un loro diritto! Chi gestisce un luogo, ne fissa le regole come vuole!

    A quel punto inviterei la persona a continuare sulla strada la discussione.

    Quando ho fatto presente il problema a due persone, mi hanno detto: "Dovresti parlarne con gli Anziani". Non ho alcuna intenzione di farlo: sulla Strada posso fare quello che voglio.
    Non mi possono "disassociare", perché non sono associato. E nemmeno togliere incarichi, perché non ne ho.

    Quindi, non vedo il problema. Magari qualcuno potrebbe prendere questo esempio. E decidere di terminare questa commedia, di chiudere il sipario.

    Oppure, la stessa persona potrebbe decidere di "uscirne". Vale a dire, se non ci sono altre situazioni (quali famigliari nella Congregazione o comunque, nell'Organizzazione), potrebbe capire che forse non è il caso di continuare a frequentare un luogo dove la gente lo ignora.
    Nel Mondo c'è abbondanza, come scrivevo. E in molti altri luoghi potrebbe trovare abbracci e sorrisi.
    Ci sono molti altri luoghi dove questa persona potrebbe trovare il sorriso e la considerazione che come Uomo merita.
    Quindi, potrebbe capire che continuare a partecipare a incontri dove è così considerato è inutile.
    E volgere il suo sguardo verso qualcosa di diverso. Dove chi fuoriesce è solo uno che fuoriesce e nient'altro. E viene rispettato, oltre che visto con Amicizia.

    Grazie ancora per i vostri interventi. E che Geova possa illuminare i vostri passi. ma, nello stesso tempo, donarvi quella consapevolezza che vi permetta di cercare sempre Amore, senza arrecare sofferenza a chi avete vicino.

    Sergio.


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    barnabino
    Post: 67.472
    00 19/01/2009 10:18
    Caro Soffio,


    Naturalmente, ai Testi Sacri si può far dire tutto e il contrario di tutto. Soprattutto quando vengono estrapolati dei versetti al di fuori del contesto da cui provengono.



    Non mi pare che qui nessuno estrapoli nulla dal suo contesto. Ti credi davvero che saremmo tanto ingenui da accettare estrapolazioni superficiali su una questione tanto delicata?


    Nessuno può suggerire, in generale, un qualcosa di questo tipo. Non credo proprio! Probabilmente, si riferisce a qualche particolare caso, ma non alla regola da seguire.



    La disassociazioni infatti riguarda casi ben precisi e non semplicemente arbitrari. E' una conseguenza estrema applicata solo a chi deliberatamente continua peccare e non mostra alcun pentimento, non è certo la regola.


    io credo che le Vie non siano una sola, ma diverse



    Gesù non lo credeva, e noi siamo suoi discepoli.

    Shalom
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    Sijmadicandhapajiee, gente per cui le arti stan nei musei - Paolo Conte

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    snob.
    Post: 1.384
    Città: PONTINIA
    Età: 43
    00 19/01/2009 11:45
    Uhm, non vorrei che si dipingessero i tdG per ciò che non sono...
    Soffiodipoesia.

    Matteo 5:4

    Beati gli afflitti, perchè saranno consolati
    Beati i miti, perchè possederanno la terra.
    Beati gli affamati e gli assetati di giustizia, perchè saranno saziati.
    Beati i misericordiosi, perchè sarà mostrata loro misericordia.
    Beati i puri di cuore, perchè vedranno Dio.
    Beati i pacifici, perchè saranno chiamati figli di Dio.
    Beati i perseguitati per la giustizia, perchè ad essi appartiene il regno dei cieli.


    Misà che queste parole sono + chaire di qualsiasi discorso possiamo fare noi.

    Sono un pò irritato con Satana che usa una certa tattica, é da un pò con questa storia della dissociazione e del matrimonio nel signore che i tdG sono dipinti in un certo

    Ora ci vogliamo ricordare che epr giudicare una persona, bisogna conoscerla ?

    Il giudicare le persone solo in base a ciò che si dice di loro, è una chiara tattica "di Satana" per confonderci le idee.
    [Modificato da snob. 19/01/2009 11:45]
  • OFFLINE
    snob.
    Post: 1.384
    Città: PONTINIA
    Età: 43
    00 19/01/2009 11:54
    Re: Uhm, non vorrei che si dipingessero i tdG per ciò che non sono...
    snob., 19/01/2009 11.45:


    Il giudicare le persone solo in base a ciò che si dice di loro, è una chiara tattica "di Satana" per confonderci le idee.


    E aggiungo, per allontanarci da tali persone.

    Volete sapere se gli anziani sono invadenti ? Conosceteli di eprsona, lasciando stare queste dicerie e questi discorsi, e poi vediamo se li considerate invadenti.
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    soffiodipoesia
    Post: 130
    Città: MILANO
    Età: 61
    00 19/01/2009 13:08
    Anziani invadenti. Direi di no. Ma per quanto riguarda il "Peccato"... Domande.


    Carissimi Snob e Barnabino.

    Per quanto riguarda l'invadenza degli Anziani, direi che non lo sono proprio! Anzi, ho trovato in loro molta attenzione anche a non invadere. Anche quando vengono a predicare nelle case, sono sempre attenti a quello che fanno, ed a come si comportano.

    Siete, in questo senso, un esempio di correttezza e di cortesia.

    Per quanto riguarda l'invadenza degli Anziani nella Vita di ognuno, non posso dire nulla. Soltanto un Testimone che fa arte della Congregazione potrebbe dire qualcosa in merito, e non è il mio caso. Quindi, posso solo parlare in merito a quello che osservo.
    Bisognerebbe chiedere a quelli che sono all'interno della vostra Organizzazione.
    Una ragazza che è all'interno, con la quale parlavo, mi diceva che comunque all'interno vi è decisamente libertà, e che per lei questo Cammino Spirituale è fondamentale.

    Un Anziano dovrebbe essere amorevole guida. Sinceramente non so se sia così oppure un irreprensibile censore che limita la libertà di coloro che fanno parte del Gruppo.
    Spero proprio di no, carissimi amici!
    Ma non lo posso dire, ripeto. Soltanto chi è all'interno può percepire come siano veramente le cose.
    Chi fuoriesce o viene disassociato, ovviamente, parlerà per quello che lui ha sentito. Chi fa parte dell'Organizzazione sentirà altrop ancora.

    Non so cosa dire: la mia sensazione di un pochino di invadenza sulle vite delle persone c'è stata. Almeno, rispetto ai Gruppi di cui ho fatto parte, dove la libertà è praticamente quasi assoluta.

    Inoltre, solitamente, l'espulsione di una persona è provvedimento davvero estremo.
    Ed infatti succede in rarissimi casi. Quasi mai, insomma. Mi sembra che da voi sia cosa comune.
    Questo potrebbe voler dire che avete regole molto rigide al vostro interno.
    E questo potrebbe anche non essere un problema. Dipende da come si vede la cosa, da quale angolo o verso la si guarda.

    Per quanto riguarda poi chi lascia l'Organizzazione, credo non sia il caso di esagerare la portata dell'evento: come già dicevo, secondo me si tratta solo di una persona che lascia un Gruppo. E basta.

    Nel Mondo ci sono tante bellissime cose da fare, tanti bellissimi posti e luoghi dello Spirito dove andare. Quindi, spesso non è un problema il fatto di uscire: si può andare in molti luoghi.

    Ad esempio, il Mondo Evangelico. Da cui lo stesso Russel proveniva.
    Io in passato ho avuto a che fare, come Cantore, con un Gruppo Metodista. Sono simpatici e socievoli. Quindi, potrebbe essere un'alternativa.
    Oppure, si può proprio cambiare rotta e passare ad un Mondo Buddhista o Induista, o a qualcosa che oggi il Mondo Spirituale può offrire. Ed è molto. Ma occorre fare attenzione: le Vie che conducono in cima alla Montagna sono molte, ma non tutte! Molte portano soltanto sull'orlo di scarpate, o in mezzo a fitti boschi, dove si perde facilmente l'orientamento! Quindi attenzione, in questo senso!
    Le Grandi Tradizioni Spirituali (Buddhismo, Induismo e così via) offrono approdi più sicuri. E si ha molto di più la certezza che portano in cima alla montagna, e non a smarrirsi in un bosco. Dal quale poi si può sì uscire, ma a fatica.

    Poi, ognuno sceglierà quello che sente maggiormente.
    Comunque, le proposte sono molte, e diverse sono interessanti.
    Quindi, chi fuoriesce ha molti luoghi in cui rifugiarsi, se lo desidera.

    E poi, il Mondo è pieno di gente benevola! Quindi, se qualcuno evita, qualcuno cerca. Basta andare dove si è benvoluti e non dove non lo si è. O peggio dove si è evitati.

    Per quanto riguarda l'"Insistenza a peccare", come Barnabino faceva notare, sinceramente credo di avere eliminato la parola "Peccato" dalla mia vita. Meglio "Errore", al limite.
    Il peccato pesa come un macigno. L'Errore è umano.Il peccato genera senso di colpa. L'errore genera desiderio di modificare la propria Vita. Il Peccato limita la vitalità. L'Errore genera risorse cognitive.

    Spero che gli Anziani della Vostra Congregazione possano sempre tenere presente questo. Considerando gli errori come risorse. E fornendo vero supporto alle persone che ne hanno bisogno.

    Spero sempre che siano amorevoli guide, e non irreprensibili censori. Spero sempre che siano Dolci nocchieri, e non arcigni capitani che urlano ordini e minacce.

    Spero che sia davvero sempre così, nel Vostro Gruppo.
    In tal caso, qualsiasi cosa sarà amorevole.
    Anche provvedimenti estremi.

    Dipende, anche qui, dal supporto che offrite a queste persone. Dipende da come vi ponete con loro. Dipende da molte cose.

    Ma l'isolamento non è mai provvedimento amorevole. Lo è la comunicazione.

    A questo punto, però, pongo una domanda: quale è il supporto che sapete offrire ai disassociati che desiderano tornare nella Vostra Organizzazione? Siete in grado di offrirglielo?

    E come è l'iter che un disassociato deve seguire quando desidera rientrare? La disassociazione, da quanto ho capito, non è permanente. Quale è il periodo che il disassociato deve trascorrere "invisibile" prima di essere reintegrato?

    Se potete rispondermi, ve ne sono grato.

    Un carissimo saluto ed un augurio per un cammino spirituale consapevole e ricco di splendidi frutti.

    Sergio.




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    studioso88
    Post: 70
    Età: 35
    00 19/01/2009 13:24
    Re: Anziani invadenti. Direi di no. Ma per quanto riguarda il "Peccato"... Domande.

    soffiodipoesia, 19/01/2009 13.08:


    A questo punto, però, pongo una domanda: quale è il supporto che sapete offrire ai disassociati che desiderano tornare nella Vostra Organizzazione? Siete in grado di offrirglielo?

    E come è l'iter che un disassociato deve seguire quando desidera rientrare? La disassociazione, da quanto ho capito, non è permanente. Quale è il periodo che il disassociato deve trascorrere "invisibile" prima di essere reintegrato?





    1) Si. Prima di tutto un disassociato puo venire alle adunanze quando vuole, e di sua spontanea volontà puo chiedere agli anziani di essere riassociato dopo che avrà compiuto i passi necessari che gli stessi anziani gli indicheranno.

    2)Non c'è un periodo stabilito. Tutto dipende dall'atteggiamento della persona.

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    admintdg2
    Post: 4.756
    00 19/01/2009 16:29
    Re: Anziani invadenti. Direi di no. Ma per quanto riguarda il "Peccato"... Domande.
    soffiodipoesia, 19/01/2009 13.08:



    Quale è il periodo che il disassociato deve trascorrere "invisibile" prima di essere reintegrato?

    Se potete rispondermi, ve ne sono grato.





    Perchè lo chiami "invisibile"?

    Nella mia Sala vi è un disassociato che frequenta tutte le adunanze.

    Ti garantisco che non è per niente "invisibile". Lo vediamo e ci rallegriamo che una "fesseria" (qualunque cosa abbia fatto) non lo abbia fatto allontanare completamente dai suoi "fratelli".

    Adesso sono curioso di sapere se coloro ai quali, nel Bunker hai proposto la stessa discussione, saranno contenti di essere considerati "invisibili".

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    Chi non conosce la verità è uno sciocco, ma chi, conoscendola, la chiama bugia, è un delinquente.
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    soffiodipoesia
    Post: 130
    Città: MILANO
    Età: 61
    00 19/01/2009 19:55
    Invisibile nel senso che... lo trattate come se non ci fosse!
    Carissimo.

    "Invisibile" non nel senso che non c'è. Lui c'è, come nel Film. Lui entra, esce, segue, partecipa ai canti e così via.

    E' invisibile nel senso che... per voi non esiste. Nel senso che per voi, quando lo osservate, non lo degnate nemmeno di un sorriso, che dimostri affetto, o un minimo moto del Cuore.

    Semplicemente, uno sguardo immoto, che osserva come se, appunto, lì non ci fosse niente.

    Ho visto con i miei occhi, e posso dire che è così.

    La persona "può" partecipare, ma per voi la sua presenza "non esiste".

    Meglio sarebbe impedirgli di partecipare. Almeno, significa che lo considerate come persona, che comunque, con la vostra "opposizione", lo considerate esistente, e degno di essere tale.

    Ignorandolo, considerandolo come se non ci fosse, attuate un comportamento che non è comprensibile.

    Ammetto che provo un po' di rabbia, nello scrivere, in questo momento. E la voglia di andare ad abbracciare tutti i Disassociati che voi ignorate.
    Magari, per dargli la forza di capire che il Mondo è grande, e che vi è altro dai Testimoni di Geova.
    Magari per fargli capire che è inutile tornare dove non ti considerano nemmeno degno di un sorriso (che nulla costa, e molto dona a chi lo riceve). Ed andare, invece, dove il sorriso esiste ed è molto bello.

    Sinceramente, credo che non reagirei in maniera dolce se, parlando con un disassociato, mi sentissi dire "Non si può". Risponderei probabilmente facendo capire cosa si sta provocando.

    Posso dire che un altro desiderio è quello che il Popolo di Geova della vostra Congregazione si ribelli in modo dolce a questa direttiva, semplicemente andando a parlare, con il sorriso del cuore, a coloro che sono disassociati.

    Io, quando dovessi averne l'occasione, mi riprometto, come scrivevo, di farlo. Ed inviterei tutti i presenti non associati a fare altrettanto.
    Bisogna pur "dare il buon esempio", non trovate?
    E poi, chissà: magari quella persona può trovare la forza di andarsene dalla sala. E di andare altrove. Magari in qualche Gruppo Evangelico, dove verrebbe accolto con Amore. O ovunque: va bene anche il Circolo degli Scacchi o della Bocce.
    Dove potrebbe socializzare. e il suo Mondo è stato semplicemente quello dei Testimoni di Geova, magari gli si può insegnare che esiste anche altro nella Vita. Esistono luoghi dove la Spiritualità è bellissima e sincera, e si è trattati in modo differente.

    E, se qualcuno gli ha detto che, lasciando la congregazione sarà condannato alla Seconda Morte, gli si può insegnare che... nessuno può ucciderlo, visto che non può morire. Come nessuno di noi, d'altra parte! Anche perché non siamo mai nati!
    Comprendendo questo, credo proprio che lascerebbe la sala, sentendo come è dolce l'aria della sera, sentendo la Natura attorno a lui. E percependo che Vita è ovunque. E che l'Amore può essere trovato anche altrove.

    Un carissimo saluto a tutti voi, ed un augurio di consapevolezza e gioia, che vi aiuti a non cadere in atteggiamenti che, con l'idea di essere educativi, creano solo disagio e sofferenza.

    Sergio.


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    admintdg2
    Post: 4.756
    00 20/01/2009 11:23
    Re: Invisibile nel senso che... lo trattate come se non ci fosse!
    soffiodipoesia, 19/01/2009 19.55:

    Carissimo.

    "Invisibile" non nel senso che non c'è. Lui c'è, come nel Film. Lui entra, esce, segue, partecipa ai canti e così via.
    E' invisibile nel senso che... per voi non esiste. Nel senso che per voi, quando lo osservate, non lo degnate nemmeno di un sorriso, che dimostri affetto, o un minimo moto del Cuore.

    Semplicemente, uno sguardo immoto, che osserva come se, appunto, lì non ci fosse niente.
    Ho visto con i miei occhi, e posso dire che è così.



    Scusami, ma non è affatto così. La tua è un impressione sbagliata che nasce dal non conoscere l'aiuto che viene dato a queste persone.
    Il disassociato che continua a frequentare le adunanze, e anche altri che non lo fanno, non è lasciato solo. Quella che tu hai visto è un adunanza pubblica. Il "lavoro" con il disassociato che non abbandona i TdG non avviene in Sala.
    I suoi fratelli sanno che chi di dovere lo stà seguendo e lo stanno aiutando a rimanere fra noi.
    Abbiamo fiducia in coloro che hanno la responsabilità di aiutarlo in prima persona e lasciamo a loro il compito di dimostrargli che la Congregazione ha sempre affetto nei suoi confronti.


    soffiodipoesia, 19/01/2009 19.55:


    La persona "può" partecipare, ma per voi la sua presenza "non esiste".
    Meglio sarebbe impedirgli di partecipare. Almeno, significa che lo considerate come persona, che comunque, con la vostra "opposizione", lo considerate esistente, e degno di essere tale.
    Ignorandolo, considerandolo come se non ci fosse, attuate un comportamento che non è comprensibile.



    Noi ci teniamo a ritrovare e a riportare nell'ovile "le pecore smarrite", gli ultimi due studi T.G lo hanno manifestato senza ombra di dubbio.
    Impedendogli di partecipare alle adunanze, non seguiremmo il consiglio di Gesù.


    soffiodipoesia, 19/01/2009 19.55:


    Ammetto che provo un po' di rabbia, nello scrivere, in questo momento. E la voglia di andare ad abbracciare tutti i Disassociati che voi ignorate.
    Magari, per dargli la forza di capire che il Mondo è grande, e che vi è altro dai Testimoni di Geova.



    Lui è il primo a sapere che Geova e i suoi fratelli gli vogliono sempre bene.
    Altrimenti non metterebbe più piede in una Sala se solo si sentisse escluso.


    soffiodipoesia, 19/01/2009 19.55:


    Magari per fargli capire che è inutile tornare dove non ti considerano nemmeno degno di un sorriso (che nulla costa, e molto dona a chi lo riceve). Ed andare, invece, dove il sorriso esiste ed è molto bello.
    Sinceramente, credo che non reagirei in maniera dolce se, parlando con un disassociato, mi sentissi dire "Non si può". Risponderei probabilmente facendo capire cosa si sta provocando.



    Idem, come sopra.

    soffiodipoesia, 19/01/2009 19.55:


    Posso dire che un altro desiderio è quello che il Popolo di Geova della vostra Congregazione si ribelli in modo dolce a questa direttiva, semplicemente andando a parlare, con il sorriso del cuore, a coloro che sono disassociati.



    Dovremmo ribellarci ad una disposizione di Geova.
    Preferiamo di no.
    Per esperienza molti che sono stati disassociati, una volta ritornati hanno ringraziato Geova ed i fratelli per non averli abbandonati.


    soffiodipoesia, 19/01/2009 19.55:


    Io, quando dovessi averne l'occasione, mi riprometto, come scrivevo, di farlo. Ed inviterei tutti i presenti non associati a fare altrettanto.
    Bisogna pur "dare il buon esempio", non trovate?
    E poi, chissà: magari quella persona può trovare la forza di andarsene dalla sala. E di andare altrove. Magari in qualche Gruppo Evangelico, dove verrebbe accolto con Amore. O ovunque: va bene anche il Circolo degli Scacchi o della Bocce.



    E così gli risolvi il problema?
    Il disassociato ha avuto in primo luogo un problema a livello spirituale.
    Aiutalo a risolvere quel problema e vedrai che anche le altre cose ritorneranno al loro posto.
    Un disassociato come un qualsiasi TdG potrà lo stesso andare a giocare a bocce o a cosa gli piace fare.


    soffiodipoesia, 19/01/2009 19.55:


    Dove potrebbe socializzare. e il suo Mondo è stato semplicemente quello dei Testimoni di Geova, magari gli si può insegnare che esiste anche altro nella Vita. Esistono luoghi dove la Spiritualità è bellissima e sincera, e si è trattati in modo differente.



    Ma davvero pensi a noi come a degli extraterrestri?
    Persone non capaci di socializzare?
    Persone che non fanno altro che leggere la Bibbia dalla mattina alla sera?
    Ci conosci poco, Sergio.


    soffiodipoesia, 19/01/2009 19.55:


    E, se qualcuno gli ha detto che, lasciando la congregazione sarà condannato alla Seconda Morte, gli si può insegnare che... nessuno può ucciderlo, visto che non può morire.



    Nessuno ci impone di credere in qualcosa.
    Tutto quello che pensiamo di aver capito, leggendo la Bibbia, lo abbiamo fatto usando le nostre "facoltà mentali" e accettandoli in quanto Parola di Dio e non come comandi di uomini.


    soffiodipoesia, 19/01/2009 19.55:


    Come nessuno di noi, d'altra parte! Anche perché non siamo mai nati!



    E qui confesso che per me questo pensiero è difficile da concepire.
    Con chi sto "parlando"?
    Chi muove le dita su questa tastiera?
    Un "non nato"?


    soffiodipoesia, 19/01/2009 19.55:


    Comprendendo questo, credo proprio che lascerebbe la sala, sentendo come è dolce l'aria della sera, sentendo la Natura attorno a lui. E percependo che Vita è ovunque. E che l'Amore può essere trovato anche altrove.



    Niente di nuovo, Sergio.
    Succede che accade anche questo.
    Ognuno è libero di usare la sua vita come meglio crede.
    Geova ci lascia liberi di scegliere la Via da seguire, come anche la responsabilità dei suoi risultati.


    soffiodipoesia, 19/01/2009 19.55:


    Un carissimo saluto a tutti voi, ed un augurio di consapevolezza e gioia, che vi aiuti a non cadere in atteggiamenti che, con l'idea di essere educativi, creano solo disagio e sofferenza.

    Sergio.



    Non è la disciplina che reca disagio e sofferenza.
    Già prima è successo qualcosa che a qualcuno il disagio e la sofferenza l'ha creato.
    La disciplina è una conseguenza, non è il problema.
    Ciao Sergio.
    [Modificato da admintdg2 20/01/2009 11:25]

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  • al.64
    00 20/01/2009 11:28
    ....permettimi un domanda admintdg2, sei mai stato disassociato o dissociato? hai mai provato di tua esperienza cosa vuol dire essere evitato da quelli che un tempo si professavano tuoi amici?....grazie [SM=g11459]
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    admintdg2
    Post: 4.756
    00 20/01/2009 11:38
    Re:
    al.64, 20/01/2009 11.28:

    ....permettimi un domanda admintdg2, sei mai stato disassociato o dissociato? hai mai provato di tua esperienza cosa vuol dire essere evitato da quelli che un tempo si professavano tuoi amici?....grazie [SM=g11459]




    Ho avuto modo di assistere disassociati, e penso di sapere cosa succede in questi casi, caro Al.
    La mia non solo "teoria"
    [Modificato da admintdg2 20/01/2009 11:39]

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    soffiodipoesia
    Post: 130
    Città: MILANO
    Età: 61
    00 20/01/2009 11:48
    Caro Al, quanto ti do ragione!


    Carissimo Al 64.
    Quanto ti do ragione! Se qualcuno avesse mai provato a subire una cosa del genere, la racconterebbe come una delle cose peggiori che possa succedere!

    E l'unico motivo per cui tornerebbe sarebbe, davvero, il non ritrovare una situazione simile.

    Anche gli altri che osservano, poi, sarebbero nella stessa situazione, e per la paura che una situazione di questo tipo capiti anche a loro, eviterebbero ciò che conduce alla disassociazione.

    Insomma: tutto fandato ancora una volta sulla Paura, e non sulla Consapevolezza! Tutto fondato sulla minaccia, su una grande "Spada di Damocle" che pende sulle teste, attaccata ad un filo, pronto a rompersi!

    Se questa è Spiritualità.....
    Ma direi che non lo è!

    Io ho lasciato strutture, Gruppi, e mi è anche successo di essere invitato a non partecipare ad un evento di un Gruppo (al quale ho comunque partecipato!).
    Non ho trovato porte chiuse, ma soltanto una leggera freddezza da parte dei responsabili. Per il resto, ho trovato affetto e calore, ed un invito successivo a casa di un'Amica del Gruppo.

    Insomma: non ho trovato di certo isolamento!
    Se lasci un Gruppo, un po' di freddezza si può trovare, questo è ovvio, da parte di alcuni! Ma non quell'isolamento che porta in sé soltanto il "Non Essere".

    Chi ha subito una simile sanzione non può che ricordarla come un incubo. L'incubo che nasce dal vedere i propri Amici, con cui hai diviso molti momenti nella Vita, cambiare strada quando ti vedono.

    La sensazione non è "educativa", ma "terribile".

    E vi invito a porvi rimedio, il prima possibile! Se generate sofferenza avrete sofferenza!
    Un altro dei termini che denota la parola "Diavolo" è "Separazione". La forza Divina è l'Unione, mentre la forza Diabolica è ciò che separa, che divide.
    Questo è Diavolo.

    Scusate se sono diretto, sincero. Ma credo che questo debba, necessariamente, passare tra di voi.
    Credo che debba divenire la "Vostra" Realtà.

    State soltanto generando molta sofferenza. E questa, inevitabilmente, vi tornerà.
    State generando forza "Diabolica", non "Divina".
    Non state seguendo Geova, ma qualcosa che non può somigliare a Geova!

    Vi invito a ripensarci.

    Altrimenti, non so come si possa gioire di voi, e della vostra Unità che così gioiosamente manifestate.
    Quando basta nulla per farla crollare.

    L'Amicizia non può essere fondata sull'Appartenenza a qualcosa! Deve essere un valore che esiste al di fuori di essa!
    Deriva dall'Essere qualcosa, non dal Far parte di qualcosa.
    Altrimenti, deriverebbe dall'Avere (Avere l'appartenenza ad un Gruppo. E' sempre Avere, e non Essere).

    Fondate una Società dove l'Amore sia tangibile, ma sia fondato sull'essenza, e non sull'appartenenza. Vedrete che quel Mondo Nuovo che anche voi cercate si manifesterà in voi, e poi nelle cose.

    Almeno provateci!

    Altrimenti, dovrete aspettarvi che la gente, almeno, faccia conoscere questa vostra Realtà.

    Che rischierebbe di trasformare in un "Paravento" tutta l'Amicizia che portate tra di voi. Se basta una "Non appartenenza" per farla crollare, questa non è sincera. Altrimenti, è basata sull'essenza di Uomo, e non sull'Essere in un Gruppo, sull'"Avere una Tessera" (che da voi non c'è!) o simili.
    Non è Amore Divino, ma ben Umano.
    E ben Umane sono le vostre interpretazioni della Bibbia in merito.

    Un saluto a tutti voi. Ed un augurio perché davvero possiate smettere di essere generatori di sofferenza. E divenire generatori di amore e di unione.

    Sergio.

  • OFFLINE
    Chameleon.
    Post: 6.346
    TdG
    00 20/01/2009 11:48
    Re:
    al.64, 20/01/2009 11.28:

    ....permettimi un domanda admintdg2, sei mai stato disassociato o dissociato? hai mai provato di tua esperienza cosa vuol dire essere evitato da quelli che un tempo si professavano tuoi amici?....grazie [SM=g11459]



    in diversi casi è proprio quello che cercavano, e sono stati loro a isolarsi per anni dai loro amici: mi è successo recentemente, con un amico che, negli ultimi anni non si è fatto più sentire. E' stata una sua scelta, e io l'ho rispettata. Poi è stato disassociato, ma per lui, sotto quell'aspetto, non è cambiato nulla: si era già distaccato da anni.
    Ad ogni modo, anche in altri casi, resta un provvedimento biblico: che a noi non piaccia non significa che non lo si debba seguire, altrimenti se dovessimo cambiare ogni cosa che non ci piace ci inventiamo una religione personale.
  • al.64
    00 20/01/2009 12:18
    purtroppo questa orrenda esperienza io l'ho vissuta. ok, ammetto il mio peccato e su questo non ci piove. ma, scusate,alcuni peccati provocano grossi problemi non solo a chi e' stato offeso, ma anche a chi lo ha commesso. non dico che se uno sbaglia e commette un peccato che offende e non e' conforme a una fede deve passarla liscia, ma non e' neanche accettabile che se uno sbaglia deve essere abbandonato. e COSI' abbandonato. in tutto il tempo in cui sono stato disassociato, cioe' ben 12 mesi, nessuno e dico nessuno si e' mai preoccupato di dirmi nulla, soprattutto chi, come dice admintdg2, deve occuparsi di queste persone. rientrato il tuo modo di essere valutato non e' come prima. sei schedato. molte volte viene preso come esempio la parabola del figliol prodigo, suo padre lo perdono' incondizionatamente, ma nella realta' non e' cosi'. non pensate che enfatizzi molto il tutto e neanche che sono l'unico ad aver vissuto questa situazione, nella mia sala ci sono altri che hanno vissuto la stessa esperienza. sicuramente io non posso cambiare atteggiamenti assurdi ormai passati come comandi biblici, ma spero che un giorno lo schiavo o chi per esso si renda condo di tutto il male fatto. saluti, alex [SM=g11459]
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    soffiodipoesia
    Post: 130
    Città: MILANO
    Età: 61
    00 20/01/2009 12:32
    Carissimo Al. Quello ch scrivi è una conferma! E ti ringrazio!


    Carissimo Al.
    Quello che scrivi è una conferma. E conferma che l'essere disassociato è solo una vendetta. Un modo per proiettare l'aggresività, come già scrivevo, al di fuori. In questo caso, la proiezione dell'aggressività è su colui che viene definito un "Reietto".

    E' uno dei modi con cui Freud indicava la possibilità di creare coesione. Anzi il modo principe: la proiezione all'esterno dell'aggressività.
    Ignorare è un atteggiamento di separazione, quindi fa parte delle emozioni dell'Odio. Come viene detto anche ne "La Scienza delle Emozioni" di Bhagavan Das (ho esaminato il testo qualche anno fa con un Gruppo Teosofico).
    Ignorare è un atteggiamento comunque "aggresivo", perché pone barriere. Se ignoriamo consapevolmente (altrimenti è solo un "non vedere") stiamo ponendo odio e non amore. In noi scatta un meccanismo che separa, e non che unisce.

    Questo, però, ci dice che anche l'Amicizia tra di voi non è basata su Amore, ma piuttosto su Separazione dagli altri.
    E la proiezione continua con il comportamento riservato ai disassociati. E' un atteggiamento di divisione dagli "Altri" che non sono "Noi".

    Quindi, con questo, semplicemente affermate il "Non diritto ad Essere" di un altro.

    Quello che Al scrive dimostra proprio che alla base di tutto questo vi è il fatto che l'unione è fondata solo sulla separazione d qualcosa d'altro.

    Come Osho (www.osho.com - www.oshoamici.it) affermava, è un far credere che si possa amare qualcosa solo odiando qualcosa d'altro. Che si possa, quindi, creare coesione in un Gruppo solo creando Separazione dal resto.

    Occorre comprendere, davvero, che l'Unione vera, Divina, nopn conosce separazione, ma soltanto coesione. E che non si può definirsi "Fratelli" separandosi dai "Non Fratelli".
    La vera Coesione è quella che mi porta ad essere Fratello con tutti e con ogni cosa.

    Spero che davvero possiate arrivare a capire ciò.

    Il mio augurio è perché le nubi della non consapevolezza e della divisione, dell'esclusione, dell'emarginazione, possano sparire da voi. E perché possiate capire che Fratellanza è unione, al di là di qualsiasi appartenenze.
    Se davvero volete Fratellanza ed Amore, credo che dobbiate sentire l'altro da voi come qualcuno "vicino" comunque.
    Se anteponete a questo l'idea di associazione e di appartenenza, siete molto lontani da quel concetto dell'Essere Fratelli che volete portare avanti.

    Spero che lo possiate capire!
    Ed in questo senso è la mia speranza!

    Sergio.

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    admintdg2
    Post: 4.756
    00 20/01/2009 12:44
    Re: Carissimo Al. Quello ch scrivi è una conferma! E ti ringrazio!
    soffiodipoesia, 20/01/2009 12.32:



    Carissimo Al.
    Quello che scrivi è una conferma. E conferma che l'essere disassociato è solo una vendetta.



    Mi dispiace dirti che allora di tutto quello che io e gli altri hanno scritto su questo argomento per te sono solo chiacchere e che l'unica vera analisi di questo argomento sia solo ed esclusivamente la tua.

    Mi consola il fatto che realmente non è così, con tutte le particolarità che ogni caso può avere.

    Stai generalizzando comportamenti di persone che non sono e non possono essere sempre uguali.

    L'esperienza di Al, prendendola per buona, ma su questo bisognerebbe sentire gli anziani che a suo dire non l'avrebbero aiutato, non è la regola.
    E tante esperienze possono dimostrarlo.

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