00 26/08/2010 12:04
Circa il termine Nazareno questo è quello riportato in Perspicacia volume 2 pag. 368:

NAZARENO
[prob. dall’ebraico nètser, “germoglio”].
Epiteto descrittivo riferito a Gesù e in seguito ai suoi seguaci. Nazareno non va confuso con nazireo poiché, anche se in italiano i due nomi sono simili, derivano da termini ebraici differenti e con significato completamente diverso. — Vedi NAZIREO.
Era naturale e non particolarmente insolito parlare di Gesù come del Nazareno, dato che dall’infanzia (non aveva neanche tre anni) era cresciuto, come figlio del falegname, nella città di Nazaret, che in linea d’aria si trova circa 100 km a N di Gerusalemme. In quei giorni era comune associare le persone con il luogo da cui provenivano. — 2Sa 3:2, 3; 17:27; 23:25-37; Na 1:1; At 13:1; 21:29.
Gesù era chiamato il Nazareno nei luoghi più diversi e da ogni tipo di persone. (Mr 1:23, 24; 10:46, 47; 14:66-69; 16:5, 6; Lu 24:13-19; Gv 18:1-7) Gesù stesso accettò e usò questo nome. (Gv 18:5-8; At 22:6-8) La scritta in ebraico, in latino e in greco che Pilato pose sul palo di tortura diceva: “Gesù il Nazareno, il re dei giudei”. (Gv 19:19, 20) Dalla Pentecoste del 33 E.V. in poi gli apostoli, e anche altri, spesso parlarono di Gesù Cristo come del Nazareno o indicarono che era di Nazaret. — At 2:22; 3:6; 4:10; 6:14; 10:38; 26:9.
Profetico. Matteo mise in risalto che il nome “Nazareno” era stato profeticamente predetto come un altro segno che avrebbe identificato Gesù Cristo quale Messia promesso. Portò questo fatto all’attenzione dei lettori spiegando come dopo la morte di Erode Giuseppe aveva riportato in patria dall’Egitto Maria e il bambino: “Inoltre, avendo ricevuto in sogno divino avvertimento, [Giuseppe] si ritirò nel territorio della Galilea, e venne ad abitare in una città detta Nazaret, affinché si adempisse ciò che era stato dichiarato dai profeti: ‘Egli sarà chiamato Nazareno’”. — Mt 2:19-23.
Nazaret non è menzionata nelle Scritture Ebraiche. Perciò alcuni suppongono che Matteo si riferisse a qualche libro profetico andato perduto o a una tradizione orale, ma l’espressione “dichiarato dai profeti” viene usata dagli scrittori delle Scritture Greche Cristiane solo in riferimento alla stessa collezione canonica delle Scritture Ebraiche che è pervenuta fino a noi. La chiave sta evidentemente nel collegare Nazareno con nètser che, come si è detto, significa germoglio.
Ciò premesso, è evidente che Matteo si riferiva a quello che Isaia (11:1) aveva detto del Messia: “Un ramoscello deve spuntare dal ceppo di Iesse; e dalle sue radici un germoglio [nètser] sarà fecondo”. Un altro termine ebraico, tsèmach, pure significa germoglio, ed è usato da altri profeti a proposito del Messia. Matteo parla al plurale di “profeti” che avevano menzionato il venturo “Germoglio”. Per esempio, Geremia scrisse del “germoglio giusto” o progenie di Davide. (Ger 23:5; 33:15) Zaccaria descrisse un re-sacerdote “il cui nome è Germoglio”, profezia che si può riferire unicamente a Gesù il Nazareno, il grande edificatore del tempio spirituale. — Zac 3:8; 6:12, 13.