'Felice che russi siano fuori da questo abominio omosessuale'
A differenza di migliaia di fan russi, inconsolabilmente delusi dalla prematura uscita della loro nazionale dai mondiali brasiliani, un influente prete ortodosso russo si è rallegrato apertamente del fiasco che ha consentito ai giocatori di casa, guidati da Fabio Capello, di non partecipare ad una competizione bollata come "abominio omosessuale", in particolare per l'uso di scarpe da calcio colorate e per il taglio di capelli di certi campioni.
"Indossare scarpe rosa o blu è come mettere delle mutandine o dei reggiseno", ha scritto Alexander Shumsky nella sua rubrica sul sito cristiano 'Linea del popolo russo'. Insomma, è come promuovere l'arcobaleno della comunità Lgbt, fare propaganda gay, pratica vietata da una controversa legge russa, che ha già sollevato molte polemiche anche alle Olimpiadi di Sochi.
Al sacerdote non è andato giù soltanto il design dai colori vivaci delle scarpette proposto dai maggiori brand sportivi nello sforzo di catturare qualcosa dell'atmosfera del carnevale brasiliano. Shumsky si è detto offeso anche dall'"impensabile" acconciatura di alcuni giocatori brasiliani. "L'ideologia liberale del globalismo vuole chiaramente opporsi alla Cristianità col calcio. Ne sono sicuro. Quindi sono felice che i giocatori russi abbiano fallito e, grazie a Dio, non partecipino più a questo abominio omosessuale'', conclude il religioso.